Religion ’N’ Roll - Buon Natale

Fonte:
CulturaCattolica.it
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L’ho appena visto per strada, stampato sul dorso di un giubbone, subito seguito dal mio commento mentale:
“a buon intenditore …!”

Non è tanto per rispetto democratico che rivolgo il mio commento spontaneo di questa satira alla sola religione cristiana o meglio, e appunto, al prendere il cristianesimo per religione, vizio antico:
e non all’Islam, perché questo nasceva già come pura religione e dunque anteriore al sopravvenire della satira stessa.

Per far intendere meglio, l’Islam nasceva come pura religione cioè come purificazione del cristianesimo, così come quella kantiana nasceva come pura morale, spassionata e disinteressata:
della quale “super-io”, annotava Freud, è soltanto una definizione, cioè sovrastante l’io:
non è affatto la mia morale - che ha in “morale” soltanto un nome come tale fungibile -, che è quella della mia legge di passione e interesse.

Per abundantia di precisione:
se mantengo la parola “morale” e solo come un nome della mia legge, non mantengo invece a nessun fine la parola “religione”, eccetto che per designare “La Religione” per eccellenza, l’Islam appunto, che rispetto civilmente proprio nella sua difformità rispetto alla mia forma, che non comporta religione alcuna.

Ma “santo cielo!” posso dire religiosamente, non sono poi così immodesto da ritenermi del tutto esente dalla forma-di-religione cioè dalla nevrosi:
sulla falsariga di un noto detto evangelico, i nevrotici li avremo sempre tra noi me compreso, e dunque anche i cristiani religiosi, senza vergognarcene così come io non mi vergogno di me stesso:
il che mi fa ritenere ragionevolmente guarito, ossia senza la presunzione o presupposizione patologica di un Ideale di salute-salvezza.

Dunque Buon Natale e insieme, tollerantemente, buonnatale!:
questo secondo è un eccellente esempio di “significante” in quanto separato dal significato o pensiero.

Ho letto sui giornali che le Autorità cinesi hanno appena incoraggiato in Cina la celebrazione del buonnatale, e proprio il 25 dicembre che per la stragrande maggioranza dei cinesi non significa nulla.

Sugli stessi giornali ho letto che nello Stato di Israele il Rabbinato ha scoraggiato la celebrazione del buonnatale:
ci volevano proprio dei Rabbini per saper sforare, liberi di trarne le conseguenze, la separazione tra significante e significato.

Nel mio piccolo ho dovuto rabbinizzarmi quanto basta per sforare a mia volta, libero nelle mie conseguenze, scoprendo in quella certa epoca il costituirsi di un pensiero formale, non religioso e non ontologico, e “morale” solo come nome, radicalmente esente dalla Scuola di Atene:
per intenderci, la Scuola di “crucifige”:
perfidi Graeci!, compresi gli ebrei ellenizzanti e noi cristiani ellenizzanti.

Non era perché ellenizzanti che l’Utopia nazista gli voleva assestare una bella soluzione finale secondo l’Ideale platonico di “Bellezza”:
dopo tutto anche il Nazismo era un’Estetica nonché un’Etica.

PS 1 Adeste fideles

Appena terminato di scrivere questo articolo, ho sentito Andrea Bocelli cantare “Adeste fideles” (Domenica 20 dicembre, Rai 3, h. 21.15).

PS 2 A proposito di “passione”.

Ho scritto sopra che la parola “morale” è solo un nome della mia legge (non una qualsiasi) di moto, che è una legge di passione e interesse, e come tale per nulla kantiana:
chi mi segue sa che la chiamo “pensiero di natura”, pensiero san(t)o:
rammento che anche la morale-legge kantiana è pensiero.

Colgo l’occasione per estendere, non arbitrariamente, il concetto di passione di Cristo:
benché nella tradizione la parola “passione” sia riservata limitativamente al solo avere patito-passus la croce, non possiamo non osservare estensivamente che egli ha avuto una sola vera passione, quella di diventare (incarnazione) e restare (ascensione) un uomo, proprio come si dice “avere delle passioni” e coltivarle:
non solo passione ma anche interesse:
e senza patimento in questo, al contrario con soddisfazione e piacere come si dice “quod principi placuit legis habet vigorem”.

L’obiezione docetista merita la massima attenzione perché recita la medesima estensione ma all’opposto:
ossia che è patimento in sé lo stesso essere uomo, e non solo la croce:
a ben vedere è l’obiezione dell’umanità intera, che trova le formulazioni più diverse in tutta la storia della filosofia e della letteratura:
dunque la “salvezza” in Cristo non è salvezza dall’essere uomo degli uomini, ma nell’esserlo lui stesso con profitto e desiderio di esserlo:
nel caso di Cristo la salus non è un Ideale bensì è reale nell’asserzione:
ci sono articoli di fede, non questo.