Amy W. con Antigone
Riprendono dopo la pausa estiva i contributi al sito del Dott. Giacomo B. Contri; chi volesse porre domande, commenti, richieste all'Autore può indirizzare le mail al curatore: enricoleonardi@gmail.com- Autore:
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Conoscevo un’altra Amy W., morta suicida a ventisette anni di overdose il 23 luglio 2011:
trent’anni fa lo chiamavo suicidio probabilistico, intendo quello che riesce dopo n volte che è stata sfiorata la soglia dell’overdose fin che viene quella “buona”.
La conoscevo dall’inizio anni ’80 con circa la medesima età, si chiamava Sara nel senso che si era chiamata Sara da sé prendendo dalla canzone Sarah oh Sarah di Bob Dylan moglie di quest’ultimo morta così.
Non c’è molto altro da dire, a parte le sue stesse dichiarazioni programmatiche di corteggiare la morte o, come dico io, di essere innamorata della morte, ciò per rincarare sul senso dell’innamoramento:
un “amore”, quello di Amy, “duro e puro”, di una durezza che non è sfuggita ai suoi conoscenti nonché agli improvvisati biografi:
la tossico“dipendenza” c’entra poco, è l’eroina a fare … l’eroina, il crack a fare … crack.
Non è neppure sfuggito a molti che si è iscritta in una serie, Robert Johnson, Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Jean-Michel Basquiat:
dovrebbero imparare qualcosa - ma non succederà - i militanti di “La Vita” astratta, un’astrazione non meno dura e pura, sadica.
Di mio aggiungo due estensioni inattese:
1° quella ad Antigone, capofila antico della serie ora proseguita con Amy W.:
nessuno ha mai saputo resistere ad Antigone, né il cristianesimo che l’ha quasi beatificata, né Hegel che ha fatto lo stesso laicamente, né J. Lacan:
come resistere alla melanconia?, che ha lo slogan antigoneo “non per odio ma per amore”:
c’è riuscito solo Freud, distinguendo lutto da melanconia;
2° e quella a Gesù, ma in che senso?
Diversi anni fa domandavo ad alcuni confratelli di cattolicesimo se Gesù fosse morto suicida, riscuotendone la viva quanto ipocrita indignazione, sordi alla mia precisazione che io non lo sostenevo, bensì che li invitavo a sapere perché no:
infatti anche lui aveva speso la sua giovane vita in pochissimi anni, e non poteva che finire così, del resto lo sapeva e lo aveva anche previsto:
la sua è stata un’esecuzione probabilistica, più volte avevano cercato di mettergli le mani addosso fino a quella “buona”:
come Amy, in un breve intervallo di tempo aveva avuto un grande successo pubblico e forte di un discorso intellettualmente audace ed eversivo nei confronti dei discorsi che lo avevano preceduto:
come ho già detto, a gridare “crucifige!” c’erano tra i mandanti Parmenide e Platone, che non potevano tollerare che egli sostenesse che l’albero si giudica dai frutti e non dall’albero, cioè che liquidasse insieme alla religione l’ontologia (coppia perversa).
Come Amy, la sua carriera era iniziata in sordina precocemente, ben prima del lancio pubblico:
infatti, se a dodici anni ha potuto presentarsi al Tempio per fare l’esame di Dottorato, bisogna pure che avesse iniziato a prepararsi diversi anni prima, diciamo tra i sei e i sette.
Dunque, perché non è stato un suicidio sia pure doloroso? (come quello poi esemplare del monaco di Saigon):
ma non ottengo risposta.
Con Amy convengo da sempre su No rehab, che significa no alla generale idea odierna della psicoterapia come rehabilitation.
Quanto a me, che sto per farne settanta, che non sono suicida, e ho un’idea no rehab della cura, ho un distinto “No”:
lo chiamo “No resurrection”.
Le discussioni su “Dio” non mi interessano, dico soltanto che se ci fosse Uno dotato di un simile potere, se mi promettesse una vita contemplativo-visionaria, o l’iscrizione ai ruoli militari delle Schiere celesti, o l’ammassamento nella Candida rosa dantesca cioè un orgasmo eterno ossia il godimento dell’idiota, non ci andrei preferendo con i moderni una onesta sepoltura:
e se Lui avesse da ridire, lo abbandonerei alla solitudine eterna:
potrei essere interessato solo a una Città di appuntamenti (non case di appuntamenti).
Finisco con le Neuroscienze (o meglio con l’odierna ideologia neuroscientifica), tornando sul Paradiso islamico delle Urì, che come esempio prendo sul serio:
potrebbero essere solo della bambole elettroniche ben programmate e con buon design:
le riconoscerei subito e le getterei giù dalle scale, ovviamente senza omicidio, al peggio mi si multerebbe per non avere fatto la raccolta differenziata o per inquinamento degli spazi condominiali comuni.
Così ho appena ripreso Think!, anche alludendo al nuovo Corso di quest’anno dedicato al Regime dell’appuntamento, che Amy W. non aveva in programma come non lo aveva Antigone.