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Il Golgota di Jasnagòra

Autore:
Riva, Gloria
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Nella decima stazione della Via Crucis il Cristo della Passione è, con sapienza e originalità, associato al Cristo Eucaristico.

Un artista polacco, Jerzi Duda Gracz, nel 2001 ha donato al Santuario della Madonna di Czestochowa un'opera eccezionale. Sotto il titolo significativo de "Il Golgota di Jasnagòra" sono raccolte 18 stazioni che narrano la via dolorosa di Gesù dalla Condanna alla Risurrezione. Questo straordinario pittore capace di dare ai volti, talvolta deformati e caricaturali, grande espressività, ha voluto lasciare così alla Vergine di Jasnagòra una sorta di ex voto quale ringraziamento per la sua conversione.
Le 18 tele seguono molto liberamente lo schema delle classiche quindici stazioni della Via Crucis e offrono del mistero della passione morte e risurrezione del Signore un'interpretazione moderna e intelligentemente attualizzata.
Abbiamo scelto la decima stazione perché il Cristo della Passione è, con sapienza e originalità, associato al Cristo Eucaristico.


Ecco il Golgota: siamo giunti sulla cima. La via dolorosa è terminata, ora la croce attende il corpo di Cristo che solo e nudo, vergognosamente nudo, sta.
Nel delinearne la posa l'artista ha pensato all'adultera, sola e inerme, davanti agli accusatori: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra!". Chi è senza peccato pianti il primo chiodo, verrebbe da dire… Là una peccatrice è perdonata, qui l'innocente, che ha assunto una carne di peccato, è condannato. Eppure questa carne di uomo reietto risplende di beltà. Di beltà e di luce come l'ostia che quale sole immacolato sorge dietro al capo di Cristo.
"La mia carne è vita per il mondo" aveva detto Gesù nella sinagoga di Cafarnao e difatti questa carne nuda, riveste di salvezza il mondo intero. Riveste fanciulle innocenti, di candidi abiti, riveste di dignità i sacerdoti, riveste la folla di pace. Persino il cielo non è nudo, tappezzato com'è di stendardi e gonfaloni e del baldacchino sotto il quale troneggia il Santissimo Sacramento.
Chi è senza peccato - gli innocenti - getta petali di rose invece di pietre. Getta petali che rivestono la strada e la croce di colore: è la festa del Corpus Domini, ma Lui, il Signore, è nudo.
Il suo corpo ha il colore del Pane tostato, un Pane preparato per noi nel fuoco della passione. Questa è la verità che sta dietro le nostre processioni, le nuvole d'incenso, i canti e i rintocchi delle campane: dalle sue piaghe siamo stati guariti, per la sua spoliazione noi ci siamo rivestiti di grazia.
Tra la folla guardie vigilano inutilmente: la gente si muove composta ed espressioni gravi ed assorte rimbalzano qua e là. Il ricordo del dolore è ancora vivo, il peso della croce si sente ancora sulle spalle eppure la tensione è dissolta, il dramma è vinto. In un pane luminoso l'ombra della croce è sconfitta: Cristo è Risorto il suo Corpo vive in Dio. Là anche noi vivremo.

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