Solovki: Anzer - La comunità cattolica
Sull'isola Anzer- Autore:
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Nell’Unione sovietica la persecuzione contro i cattolici ebbe inizio con lo stabilirsi del potere.
Il primo contingente di cattolici di rito bizantino giunse alle Solovki nel 1924: padre Nikolaj Aleksandov condannato a 10 anni, padre V. Balašov con alcune suore della comunità della Abrikosova, A.S. Serebrennikov, T.A. Sapožnikova, A.V. Balašova, E.V. Vachević. Nei primi tempi della detenzione i sacerdoti erano autorizzati di celebrare in cella. Nell’autunno del 1925 padre Aleksandrov chiese all’amministrazione del lager di poter celebrare nella cappella del cimitero servita da un gruppo di sacerdoti ortodossi in libertà. L’amministrazione del campo concesse, ma padre Agapit, superiore del monastero rifiutò. In seguito la cappella fu chiusa al culto nel 1932 e i monaci vennero dispersi. I cattolici per la prima volta ottennero di poter celebrare la Divina Liturgia nel Natale del 1925 nella cappella di S. German. Dalla fine del1926 poterono usufruire della cappella ogni giorno. I laici cattolici potevano assistere alla Divina Liturgia soltanto se erano stati condannati per motivi religiosi.
I cattolici latini arrivarono alle Solovki più tardi. Il primo fu padre Leonid Baranovskij e dopo di lui alcune donne cattoliche. Nell’autunno del 1926 giunse padre Leonid Fedorov, capo dei cattolici di rito bizantino e nella primavera del 1927 il vescovo latino Boleslav Sloskan. I cattolici dei due riti celebravano a turo ella stessa cappella. In quel tempo furono segretamente ordinati i sacerdoti Sergej Karpinskij e Donat Novockij.
A cavallo degli anni 1928 – 1929 la situazione dei cattolici mutò decisamene in peggio. Il 5 dicembre 1928, dopo la scoperta dei due sacerdoti ordinati clandestinamente, fu chiusa la cappella di S. German. Nelle perquisizioni seguite il 19 gennaio 1929 furono sequestrati i libri liturgici e i paramenti sacerdotali. Nonostante questi provvedimenti non cessarono le celebrazioni liturgiche che si svolgevano clandestinamente. In seguito però la maggior parte dei sacerdoti fu trasferita dal Cremlino delle Solovki all’isola Anzer dove il regime di vita era più duro. Nella Pasqua del 1929 i sacerdoti rimasti nel Cremlino ottennero il permesso di celebrare nella cappella di S. Filippo, ma nel giugno dello stesso anno tutti i sacerdoti furono trasferiti all’isola Anzer dove 23 sacerdoti vennero isolati da tutti gli altri detenuti in un reparto speciale. Nel 1932 i preti cattolici ad Anzer erano 32. Celebravano nei boschi, su sassi o nella soffitta di un vecchio monastero requisito. Nonostante le frequenti perquisizioni i sacerdoti riuscivano a conservare l’occorrente per le celebrazioni. Durante le domeniche e le feste di precetto non lavoravano, ma avevano assicurato l’amministrazione del lager di ricuperare le ore ‘perdute’ durante i rimanenti giorni lavorativi. La comunità cattolica eleggeva un proprio rappresentante incaricato di distribuire il lavoro ai singoli. Il primo capo della comunità cattolica fu il vescovo Sloskan. Spettava a lui riunire prodotti e denaro che provenivano dall’esterno del lager che poi distribuiva a ciascuno secondo i principi dell’eguaglianza e del bisogno. Dopo che il vescovo Sloskan venne trasferito da Anzer ad altra destinazione, a prendere il suo posto venne scelto padre Trojgo Chomić. Tra i sacerdoti godeva particolare autorevolezza il vescovo Teofilis Matuljanis giunto ad Anzer nel 1930.
Nella ‘comune’ dei sacerdoti oltre ai latini (la maggior parte erano polacchi) vi erano pure i sacerdoti di rito bizantino, l’amministratore apostolico per gli armeni cattolici Bakaratjan assieme al sacerdote armeno Eronjan, e Sio Bartalasvili sacerdote georgiano.
Tutti i problemi che riguardavano i rapporti con l’amministrazione del lager venivano affrontati dall’Assemblea generale di tutti i membri della comunità attraverso discussione fraterna e votazione. Così l’Assemblea aveva concordemente deciso di non lavorare nei giorni festivi e di non partecipare al ‘lavoro culturale educativo’.
Nel luglio 1932 fu aperto il processo contro i sacerdoti cattolici dell’isola di Anzer. Furono requisiti gli oggetti di culto e i sacerdoti vennero incarcerati: otto nelle prigioni di Leningrado, due nelle prigioni di Jaroslav, gli altri in altri prigioni.
Nel 1935 si trovavano nel lager delle Solovki 50 sacerdoti cattolici, la maggior parte provenienti dalla repubblica autonoma tedesca all’interno dell’URSS. Erano stati condannati in un solo processo. Con loro c’era pure il prelato Weigel venuto nell’URSS mandato dal Vaticano a nome della Congregazione delle Chiese orientali.
Nel 1937, dopo la riorganizzazione del lager delle Solovki, tutti i sacerdoti cattolici furono trasferiti nelle prigioni di Leningrado e 33 di loro furono subito fucilati.