Ibrahim Rugova 1 - Guida spirituale e politica

Autore:
Salvoldi, GianCarlo
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Ibrahim Rugova guida spirituale e politica

Ibrahim Rugova va legittimamente ad allinearsi tra coloro di cui si può dire :"Beati i costruttori di pace" del ventesimo secolo, insieme a Gandhi, M. Luther King, Giovanni Paolo II, M. Gorbacev, Y. Rabin, Nelson Mandela, il Dalai Lama. Ci si può chiedere se abbia vinto o perso. Io ritengo che la domanda valga per tutti i nonviolenti, e che per tutti la risposta non possa che essere articolata: a certi livelli hanno perso, ma ad altri hanno vinto e stanno spostando in avanti la coscienza e la condizione dell'umanità. Rugova è stato debole e forte allo stesso tempo. E come valutare la sua "debolezza"? Come incapacità o come corretta strategia di chi vuole raggiungere l'obiettivo rifiutando la cultura dominante della guerra? Clandestinamente è stato eletto Presidente del Kosovo della trionfante resistenza nonviolenta, ed ha vinto; successivamente ha subito la sconfitta dell'emergere della resistenza armata vincente, ed infine è stato eletto ufficialmente Presidente del Kosovo proclamatosi indipendente.
L'analisi della sua strategia e delle scelte cruciali che Rugova ha compiuto porta a vedere come per lui sia stato vero il pensiero di San Paolo che dice: "Nella mia debolezza sta la mia forza".
Anche Rugova avrebbe potuto guidare armate contro la Serbia, come ha fatto, dieci anni dopo, l'Esercito di liberazione del Kosovo, e con l'autorità e la forza che aveva sarebbe stato seguito. Poiché l'uomo ha alle spalle cinquemila anni di cultura bellica, quella sarebbe stata la via più normale da seguire, che tutti avrebbero capito al volo. Invece egli ha rifiutato le scorciatoie illusorie del confronto militare con cui si vince a certi livelli, ma si sa che "con la guerra tutto è perduto". La vicenda del Kosovo di Rugova ci propone uno scenario nitido ed un percorso che è illuminante sulle due strade che un popolo ha per raggiungere obiettivi di libertà, democrazia e giustizia.
Rugova ha coltivato personalmente una sua crescita ed evoluzione spirituale da cui è discesa la sua statura morale che gli ha dato autorità e forza.
Egli ha saputo fare innanzitutto un cammino spirituale, in sintonia con la cultura del suo popolo, ed è riuscito a far camminare il suo popolo su percorsi politici che hanno scelto la nonviolenza come strategia morale, politica e "militare" davanti alle altrui armate. Come ogni grande leader nonviolento ha dovuto difendere la sua scelta contro tutto e contro tutti, a cominciare dai suoi. E ancora, per valutare la statura di questa Guida, e non dico Presidente perché sarebbe riduttivo, bisogna tener presente che egli aveva davanti a sé numerose sfide, ciascuna delle quali poneva contraddizioni insanabili, e posso solo elencarle mentre sarebbe interessante approfondirle.
Voleva l'indipendenza da una Serbia che piuttosto che concederla preferiva una guerra. Chiedeva indipendenza per uno Stato al 95% islamico. Voleva portare un popolo dalla cultura della vendetta a quella del perdono. Chiedeva al suo popolo di musulmani di battersi contro il regime socialista dei Serbi che sono cristiani ortodossi, mentre allo stesso tempo voleva recuperare le radici cristiane del Kosovo. Missione impossibile con i soli strumenti della politica, senza una visione più alta dell'uomo e del mondo.