A piedi... 11 - Un senso alla piccolezza, un senso al dolore

VI giorno di viaggio – 2/1/2009 – Tiberiade – Tabgha – Cafarnao – Monte delle Beatitudini
Fonte:
CulturaCattolica.it
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- Poi la chiesetta del Primato di Pietro. Piccolina, modesta. Stemma e ritratto di Papa Giovanni Paolo II sul portale di bronzo.... portale.... ho usato questa parola in una poesia che ho scritto a metà settembre "sortendo dal portale come brezza".... sembra sia passato un secolo, ahimè... Dentro un grande roccione che spunta dal terreno... la Mensa Christi... e fuori la spiaggia su cui gli apostoli trascinarono in secco le barche e fecero poi, un po' più su, la "grigliata". Dietro un piccolo parco. Ci spargiamo sulla spiaggia. Poi leggiamo il Gius, sui fondamenti della Chiesa, sulla compagnia.
- Incontriamo un frate, custode di Terrasanta, francese, ci voleva salutare. Parlando, costui accenna: "Ah, sì, quando sono stato in custodia del Monte Tabor per nove anni..." Una vita, una vita intera in questi luoghi, in partibus infidelium, a custodire i luoghi in cui passò Cristo... una vita tappato qui... ma se egli non gira il mondo, è il mondo che passa innanzi ai suoi occhi, tutti, tutti qui, ogni giorno qualcuno di nuovo. Bello il Primato di Pietro, il santuario più bello. Un nulla, quattro mura a custodire una gran roccia che viene su dal terreno. Parla lei. Parla il lago. Parla la spiaggia. E parla il Vangelo. Un santuario grande avrebbe snaturato tutto, sarebbe stato una profanazione... e comunque non sarebbe stato abbastanza...
- Infine salita al Santuario delle Beatitudini. Un'altura che domina le spiagge. Secondo il racconto di un'antica pellegrina non è quello il luogo del Discorso della montagna, secondo un'altra tradizione sì... con ogni probabilità Gesù ripeté i suoi discorsi un po' dovunque qui... deve essere stato da entrambe le parti. Saliamo, tra coltivazioni di banane, mentre il sole inizia a scemare e il Lago di Tiberiade si spolvera di rosso e arancio. In cima, fuori dal recinto del santuario, si ripresenta lo squallore e l'abbandono delle strade israeliane. Dentro vi è un parco curato, un monastero, ecc. Dalla cima contempliamo il tramonto. Il santuario, tuttavia, è orrendo. Non solo è brutto di suo, ma sbaglia tutto. Vuole essere importante, ma non ci riesce, non è grandioso, non è nulla. E d'altra parte non ha la commovente, disarmante semplicità del Primato di Pietro.
- Leggiamo le beatitudini... qui, qui furono dette le parole più straordinarie della storia... più rivoluzionarie, direi. Il rovesciamento di tutti i criteri umani. La prima volta in cui è stato dato un senso alla piccolezza, all'umiltà, alla sconfitta, al dolore! La prima e definitiva volta nella storia dell'umanità! Donge: "Queste parole ci urtano, ci devono urtare, non possiamo non percepirle con un certo scandalo. Ma questo è perché introducono nella nostra vita qualcosa di cui non tenevamo conto, introducono Dio nella nostra vita"... Tutto il senso è in quelle parole, le otto beatitudini, forse ciò che di più sublime sia mai stato detto sulla vita quotidiana dell'uomo. Le stelle a otto punte che compaiono negli stemmi degli ecclesiastici. O è follia, la più grande follia della storia, o è verità, la più grande verità della storia dell'uomo.
- Si torna a casa. Domani a Gerico ("Joshua fit the battle of Jericho")... e dopodomani... Gerusalemme, mio Dio!
- Riflessioni serali. Gesù stava a casa di Pietro: familiarità, amicizia, quotidianità. Pietro rifece addirittura il pavimento di casa sua! È facile pensare a Cristo come a un discorso, ma qui abbiamo l'acqua, le pietre. Sono una possibilità di dare spessore ai Vangeli. Questo aiuta a riconoscere questi stessi tratti nella nostra esperienza, come ha detto Carròn...
- "Primato di Pietro". Da quell'angolino, da quella chiesetta placida che si specchia su quelle acque tranquille e lisce, tutta la potenza della Chiesa, l'autorità, la massima autorità di questo mondo! Tutta la magnificenza della Roma dei Papi, secoli di lotte, vittorie e sconfitte, conversioni e dannazioni da questa timida cappella che custodisce una roccia...
- Pietro, Pietro, tu che fosti impulsivo come lo sono io, in questo così simile a me... ti prego, fammi capire la strada... ti prego... indicamela, fammi capire fino a che punto è volontà di Dio e fino a che punto è mia astrazione. E abbi pietà di me, intercedi per me! Che possa andarmene con una risposta e con la capacità di affidarmi! Amen.