Scuola e cultura

Autore:
Merghetti, Gianni
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
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Giovanni Paolo II nel suo intervento al Parlamento Italiano ha richiamato allo stretto e inscindibile legame tra scuola e cultura, riecheggiando quanto ebbe già a dire nel suo discorso all'Unesco nel 1982.
Il Papa ha infatti prima sottolineato che "l'uomo vive di un'esistenza autenticamente umana grazie alla cultura", in secondo luogo ha evidenziato che "è mediante la cultura che l'uomo diventa più uomo, accede più intensamente all' 'essere' che gli è proprio", per poi rimarcare che all'origine della sua preoccupazione non vi sta un'idea, ma il fatto che "il valore umano della persona è in diretta ed essenziale relazione con l'essere, non con l'avere"
Giovanni Paolo II ha voluto così andare al cuore della questione scuola e lo ha fatto richiamando il punto da cui nasce la scuola, che dovrebbe quindi coincidere con quello da cui dovrebbe iniziare una reale riforma.
Ci si dovrebbe allora chiedere per quale motivo la questione seria della scuola è la cultura, quando da più parti si sottolinea invece che è l'istruzione o la didattica o le varie educazioni.
Giovanni Paolo II lo aveva già detto all'Unesco nel 1982.
" La cultura - aveva affermato il Papa - è ciò per cui l'uomo in quanto uomo diventa più uomo, "è" di più, accede di più all'"essere"."
In questa accezione forte la cultura è quindi da intendersi come coscienza critica di ciò che realizza l'uomo in quanto essere, ossia come esperienza di pienezza dell'umano in tutte le sue dimensioni.
E' per questo che la cultura è la fonte dell'educazione. Sempre nel discorso all'Unesco Giovanni Paolo II aveva sostenuto che "il compito primario ed essenziale della cultura in generale e anche di ogni cultura, è l'educazione" e che "L'educazione consiste in sostanza nel fatto che l'uomo divenga sempre più umano, che possa "essere" di più e non solamente che possa "avere" di più, e che, di conseguenza, attraverso tutto ciò che egli "ha", tutto ciò che egli "possiede", sappia sempre più pienamente, "essere" uomo".
La sottolineatura di Giovanni Paolo II va quindi nella direzione di riporre la cultura e l'educazione al centro della vita della scuola, come del resto al centro dell'impegno per riformarla.
Dentro la scuola questo ha almeno due aspetti che debbono essere presi in considerazione in questo momento così delicato.
Il primo è che cultura ed educazione implicano la libertà come fattore imprescindibile.
Non esiste cultura, non esiste educazione se non in forza di una libertà che si mette in azione, la libertà dei genitori, la libertà degli insegnanti, la libertà degli studenti.
Questo è del resto il fascino della vita scolastica, il rapporto tra libertà!
Il Papa stesso nel suo intervento lo ha richiamato. "Una Nazione sollecita del proprio futuro - ha detto - favorisce lo sviluppo della scuola in un sano clima di libertà, e non lesina gli sforzi per migliorarne la qualità, in stretta connessione con le famiglie e con tutte le componenti sociali, così come del resto avviene nella maggior parte dei Paesi europei."
La sottolineatura di Giovanni Paolo II appare un'indicazione discreta, ma chiara affinché si lavori per un sistema scolastico veramente libero, che abbia libertà dentro le scuole e libertà di promuovere scuole. Se è la libertà il fattore caratterizzante la vita della scuola, lo deve essere fin nelle conseguenze economiche: scuole riconosciute di diritto paritarie, ma economicamente discriminate non sono esempio di reale libertà, come insegnanti che hanno un ruolo sociale e una considerazione economica di basso livello!
Il secondo aspetto che l'intervento di Giovanni Paolo II implica è quello che riguarda il rapporto tra educazione e istruzione.
Il Papa all'Unesco aveva indicato nello spostamento unilaterale sull'istruzione la crisi dell'educazione. Questo fenomeno è continuato, tant'è vero che nella scuola italiana si è tentato di far diventare l'insegnamento stesso un puro addestramento di tecniche. Drammaticamente l'esito di questa insistenza sull'istruzione ha portato ad esiti opposti, ovvero ad un impoverimento sempre più grave delle conoscenze e delle competenze degli studenti.
Si tratta oggi di ritrovare il legame tra educazione e istruzione, in quanto dentro la scuola si educa, ossia si comunica un'ipotesi per introdursi nella realtà, leggendo una poesia di Leopardi, spiegando il pensiero di Kant, facendo esercizi di matematica.
L'educazione è sempre di più il compito di uomini che comunicano una passione per la vita, uno sguardo positivo alla realtà, il gusto di giudicare e di creare; questo dentro la scuola ha un veicolo, l'istruzione.
Per questo né l'educazione si deve ridurre a istruzione, né l'istruzione ad educazione, ma è urgente che ci si assuma il compito affascinante di educare istruendo e di istruire educando, secondo una unità che sola può far crescere l'essere dei giovani.