Pensando ai venticinque anni del Papa durante l'Angelus

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Il Santo Padre recita l'Angelus domenicale, la voce è affaticata. Il Papa stenta a completare la parola, si blocca sospira e migliaia di persone lì presenti, milioni di telespettatori, sospirano con lui.

È ormai lontano nella memoria di tutti il Papa vigoroso di venticinque anni or sono, che ha conquistato il mondo con la sua straordinaria comunicativa, con la sua affabilità, oggi davanti agli occhi di tutti c'è un Papa anziano, sofferente eppure ancora indomito.
La telecamera lo inquadra un poco più da vicino e rimani sorpreso da quegli occhi vivissimi, che scrutano la folla come fosse un uomo solo, che parlano di coraggio e di speranza dentro a un corpo consumato dall'Amore. Più lo guardo e più capisco che è l'immagine più bella di Chiesa che si possa offrire, una Chiesa segnata dalla storia, una Chiesa per molti aspetti crocifissa, ma pur sempre bella, viva, colma di speranza.
L'immagine che nasce nel cuore, guardando il Papa, non è quella di un edificio fatiscente ormai in disuso destinato presto o tardi alla demolizione, se il suo fisico sembra annunciare imminente l'ora del riposo, non così il suo spirito, né la sua mente. L'immagine che sale al cuore è quella delle grandi cattedrali che sfidano i tempi e le epoche, che in ogni loro crepa testimoniano la lotta della fede, la scommessa di una fede capace di vincere le erosioni del tempo e le minacce della storia.
Non è un elogio alla persona di Karol Woityla quello che si sta facendo, neppure si sta peccando di culto alla personalità: Giovanni Paolo II è una cattedrale della grazia. Sì, certo, c'è l'uomo Karol - e come si potrebbe disgiungere l'uomo dal suo "ruolo"? - ma c'è anche soprattutto la grazia che in lui, come direbbe Paolo, non ha faticato invano. Giovanni Paolo II è l'esempio vivente di come Dio non si sia dimenticato degli uomini, di come Cristo ama la sua Chiesa, la cura e la nutre non contro il resto dell'umanità, ma a favore dell'intera umanità. Giovanni Paolo II è una vigorosa testimonianza di novità nella fedeltà, di amore a Dio e passione per l'uomo, valori mai in antitesi, mai opposti in ogni autentico cammino di santità.

Il Papa ora impugna il pastorale, è il momento della benedizione. La mano si alza e trema tracciando nell'aria il segno della croce. Anch'io tremo di commozione e stupore vedendo scorrere davanti a quel segno semplice e solenne i suoi venticinque anni di pontificato.

"Grazie Santità per aver condotto questa Chiesa, questa umanità dentro pagine oscure di storia, dentro a rumori di guerra e presagi di distruzione. Grazie per esserti fidato ancora dell'uomo insegnandogli che Dio ha ancora fiducia in lui.
Sì, davvero tu sei oltre ogni Nobel per la pace perché la pace stessa è il tuo premio, anzi la pace è il frutto che sgorga dal tuo operare e che condividi con quanti seguono il tuo esempio e raccolgono la tua eredità.
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