La comunicazione
Giovanni Paolo II e i mezzi di Comunicazione sociale- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Giovanni Paolo II viene raffigurato, soprattutto dagli avversari più indomabili, come un personaggio carismatico che riesce a "bucare lo schermo", che affascina nella sua "missionarietà spettacolo", che sa coniugare la tradizione e il dogma della Chiesa con la modernità dei mezzi di comunicazione. Emerge in fondo, da questa raffigurazione laicista, un atto di razionalizzazione che appare come una resa di fronte alla grande popolarità, alla semplicità e nello stesso tempo alla profondità del messaggio del Papa. Nessuno di questi tardoilluministi mette in risalto la differenza sostanziale del messaggio mediatico di Giovanni Paolo II con la comune mentalità che sovrasta la comunicazione attuale.
Il mondo dei media appare oggi come una grande banalizzazione, una grande schematizzazione dei problemi umani. Il "vitello d'oro" è lì che svetta sopra un tempio di pensiero debole. Ma dietro a tutta questa impalcatura, ci sta sempre una comunicazione di guerra, un cultura di guerra, che anche dietro alla banalizazzione, alla schematizzazione e al pensiero debole si giocano partite a botte di miliardi di euro o di dollari in nome della "regina Audience". E osservando bene la cultura mediatica di guerra, più sofisticamente, depotenzia qualsiasi capacità critica o, come si diceva una volta svuota ogni formazione di opinione critica. Sono questi gli epifenomeni della guerra mediatica, perché il cuore sta nella spartizione tra grandi corporation dei messaggi da inviare nel mondo, in modo ambiguo o depistante o smaccatamente disinformante.
I nuovi re della comunicazione, come lo stratega dell'IBM, Mark McNeilly, scrivono libri del tipo "Sun Tzu e l'arte degli affari". Sun Tzu non era un santo, ma un polemologo cinese del V secolo avanti Cristo, che spiegava i metodi migliori per fregare gli altri e condurre qualsiasi tipo di guerra, con le armi o senza le armi. Per concludere una quasi banale descrizione della cultura di guerra nella comunicazione attuale, basterebbe pensare al fatto che i sociologi sono ormai d'accordo nell'affermare che "società e comunicazione sono oggi consustanziali" e che occorre trasformare le vecchie frasi dei polemologhi come "la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi o viceversa", con affermazioni di questo tipo "l'economia è la continuazione della guerra e della politica con altri mezzi".
Vista alla luce di questa analisi, quella del Papa è l'unica cultura mediatica oggi alternativa, umana e anticonformista. Nel corso di un recente convegno per gli operatori della comunicazione e della cultura, il Papa ha detto: "Siamo consapevoli che le rapide trasformazioni tecnologiche stanno determinando, soprattutto nel campo della comunicazione sociale, una nuova condizione per la trasmissione del sapere, per la convivenza tra i popoli, per la formazione degli stili di vita e delle mentalità. La comunicazione genera cultura e la cultura si trasmette mediante la comunicazione. Ma quale cultura può essere generata da una comunicazione che non abbia al sua centro la dignità della persona, la capacità di aiutare ad affrontare i grandi interrogativi della vita umana, l'impegno a servire con onestà il bene comune, l'attenzione ai problemi della convivenza nella giustizia e nella pace ? In questo campo servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità della comunione tra le persone e i popoli".
Il Papa non "buca lo schermo", come una "velina". Il Papa non banalizza, né schematizza. Giovanni Paolo II va al cuore dei problemi: a che cosa serve la comunicazione per l'uomo. Di fronte ai guerrafondai della comunicazione di oggi, agli alfieri del pensiero debole, ai grandi banalizzatori, il Papa è in fondo l'unico che si mette davanti al problema dell'uomo e dell'innovazione che l'uomo stesso ha creato. Per questo è tanto semplice e tanto profondo, per questo la sua immagine e il suo messaggio sono popolari e seguiti, senza bisogno di scomodare i dati dell'auditel.