Commento Leonardi

Vogliamo vedere Gesù
Autore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
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"La posta in gioco è la vostra piena realizzazione e la vostra gioia"(n. 4): con la sapienza pedagogica che gli è propria, Giovanni Paolo II trae dal suo immenso tesoro di annuncio e di profezia una ricchissima sintesi del cammino umano sulla terra, e la propone ai giovani per una novità di vita nel mondo.
Due sono le domande che emergono dal testo: "Vogliamo vedere Gesù" e "Che cosa devo fare per avere la vita eterna?"
Sembrano così diverse da quelle che ci sentiamo porre dai nostri ragazzi, simili a nuovi barbari nel deserto carico di frastuono della modernità, nel parossismo della smemoratezza e dell'aggressività violenta, volgare.
Una "sazietà disperata" pare essere la cifra del vagare senza meta, incapace di riconoscere le coordinate della propria dimora per affrontare l'orizzonte del viaggio.
Nell'occidente scristianizzato (ma non postcristiano, perché Cristo non è cancellato, e soprattutto non potrà mai essere "superato"), Gesù torna ad essere uno sconosciuto, un'ombra del passato.
Il Papa non si sottrae a questa sfida titanica. Ci parla infatti di "greci".
Anche i "gentili", i Greci pagani non conoscevano il Messia, per loro era una parola senza senso. E cercavano Gesù. Perché?
Prima di tutto perché "il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna".(n. 2) Il cuore è fatto così, non l'abbiamo fatto noi. "Ecco il perché dell'insopprimibile nostalgia di Dio che l'uomo porta nel cuore". (n. 2)
E poi "mossi da grande curiosità, e dal presentimento che avrebbero trovato risposta alle loro domande fondamentali, volevano sapere chi egli era veramente e da dove veniva".(n. 1)
Il desiderio di vedere Dio "Io vorrei vedere Dio, vorrei vedere Dio" (C. Chieffo), rende l'uomo mendicante di Cristo, come il pellegrino nel deserto cerca l'acqua per la sua sete inestinguibile.
Siamo ben lontani dal formalismo religioso, dal ritualismo o dal moralismo vacui, inefficaci; dalla proposta di idee cristiane, di un perbenismo tiepido e sterile.
"Il dramma dell'esistenza/cerca la verità". ("Hoy arriesgaré")
In questo l'uomo è facilitato, basta che sia "libero da pregiudizi" perché è Gesù a fare il primo passo: "è Gesù stesso ad averlo già visto ed amato per primo"(n. 2); "…guardando a Gesù che vi cerca appassionatamente"(n. 3). E' Cristo mendicante del cuore dell'uomo, non ci dà tregua: "Dio ci ha creati perché ci ama e affinchè lo amassimo a nostra volta".(n. 2)
In terzo luogo, è l'insoddisfazione profonda per tutto ciò che non può saziare, ad alimentare la nostalgia di Dio: "Lo percepite nel fondo del vostro cuore: tutti i beni della terra, tutti i successi professionali, lo stesso amore umano che sognate, non potranno mai soddisfare le vostre attese più intime e profonde"(n. 4).
"E sta per finire un altro week-end / se ne va coi goal in Tele il week-end / così poi aspetteremo il week-end / convinti che sarà il più bello / dei weekend". (883, Week-end).
Sete di Infinito, desiderio insaziabile di contro a sazietà disperata.
Da ultimo, i Greci si rivolgono a Filippo, agli Apostoli. "Vogliamo vedere Gesù" diventa per i nostri ragazzi "Mostrateci Gesù", nella vostra vita, nella compagnia nuova che vivete, "…nella Chiesa. Essa è come il prolungamento della Sua azione salvifica nel tempo e nello spazio. E' in essa e per mezzo di essa che Gesù continua a rendersi visibile oggi e a farsi incontrare dagli uomini"(n.5). In questo periodo di parole e di gesti di morte, chi altri dice parole come queste? Chi ha a cuore la salvezza e il bisogno del mondo? Il Papa si rivela in modo gigantesco il costruttore della speranza, il pastore del mondo, la guida da seguire per essere "profeti del mondo che non muore" (n.7).