Atto di affido del Papa alla Madonna

Veni sancte Spiritus, veni per Mariam
L'atto di Affidamento a Maria del Papa, di tutti i Vescovi,
della chiesa tutta.
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
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L'8 ottobre a Roma c'è stato il più grande raduno di Vescovi dopo il Concilio Vaticano II. Era il giorno del loro Giubileo.

Cuore di questo evento straordinario è stato il l'atto di affidamento a Maria che il Papa ha compiuto al termine della celebrazione Eucaristica. Con tale gesto, del Papa e di tutti i Vescovi in comunione con Lui, la chiesa universale si è affidata a Maria. Il Papa ha desiderato che questo atto fosse condiviso da tutti i Pastori e, tramite loro, da tutte le chiese locali.

In molte Parrocchie ci si è uniti per partecipare all'Affido, potenziando il gesto dei Pastori e del Papa con l'offerta di ciascuno: sarebbe triste pensare che i Vescovi col Papa affidano la chiesa a Maria mentre i fedeli restano freddi e distaccati. Infatti l'affido è un gesto che assume sempre più potenza quanto più è condiviso e vissuto. E' molto diverso se il Papa affida la chiesa piuttosto se la Chiesa intera, in ogni suo membro, si affida insieme al Papa. Il Papa desiderava questo universale affidamento.

C'è stato?

Pubblicare il bellissimo testo di Giovanni Paolo II serve ad approfondire il contenuto dell'affido compiuto e potrà permettere anche a chi non ha colto l'importanza di tale evento e la necessità di unirsi liberamente e personalmente a tale gesto, di recuperare. Meglio affidarsi oggi, non avendolo fatto ieri, che non affidarsi affatto.
I mezzi di comunicazione, d'altra parte, hanno mostrato l'evento ma non hanno aiutato a capire quanto fosse necessario unirsi al gesto del Papa.

Perché allora, potremmo domandarci, se il Papa teneva tanto a tale gesto non ha "obbligato" l'intera cristianità ad unirsi a lui?

Perché l'affido a Maria (attenzione: non Maria, che è invece necessaria alla salvezza) non è un gesto di per sé oggettivamente necessario per la salvezza (come lo è il Battesimo, la professione della retta fede nella Chiesa Cattolica e i sacramenti della vita cristiana…): se in una scalata troviamo dei punti "attrezzati" con corde fisse e altro, non è necessario per raggiungere la cima usare di tali aiuti. Chi non li usa però o è molto bravo o è molto imprudente. Gesù dalla Croce ci ha donato Maria come Madre nostra: senza di Lei non si segue Gesù. Affidarsi a Lei è dunque un gesto di intelligente e obbediente libertà ma, appunto, di libertà.

Il Papa spera, come per il Giubileo che è offerto a tutti e non imposto, che ognuno voglia liberamente accogliere e vivere la grazia di accogliere lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio, grazie a Maria. Come suggerisce la preghiera profondamente cattolica: Veni sancte Spiritus, veni per Mariam.

Dice Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater:

"Si può dire che la chiesa apprenda da Maria anche la propria maternità: essa riconosce la dimensione materna della sua vocazione, legata essenzialmente alla sua natura sacramentale, "contemplando l'arcana santità di lei, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre". Se la chiesa è segno e strumento dell'intima unione con Dio, lo è a motivo della sua maternità: perché, vivificata dallo Spirito, "genera" figli e figlie dell'umana famiglia a una vita nuova in Cristo. Perché, come Maria è al servizio del mistero dell'incarnazione, così la chiesa rimane al servizio del mistero dell'adozione a figli mediante la grazia. (…)" (n. 43).
"Maria è, dunque, presente nel mistero della chiesa come modello. Ma il mistero della chiesa consiste anche nel generare gli uomini ad una vita nuova ed immortale: è la sua maternità nello Spirito santo. E qui Maria non solo è modello e figura della chiesa, ma è molto di più. Infatti, "con amore di madre ella coopera alla rigenerazione e formazione" dei figli e figlie della madre chiesa. La maternità della chiesa si attua non solo secondo il modello e la figura della Madre di Dio, ma anche con la sua "cooperazione". La chiesa attinge copiosamente da questa cooperazione, cioè dalla mediazione materna, che è caratteristica di Maria, in quanto già in terra ella cooperò alla rigenerazione e formazione dei figli e delle figlie della chiesa, come madre di quel Figlio "che Dio ha posto quale primogenito tra molti fratelli". Vi cooperò - come insegna il concilio Vaticano II - con amore di madre. Si scorge qui il reale valore delle parole dette da Gesù a sua madre nell'ora della croce: "Donna, ecco il tuo figlio" e al discepolo: "Ecco la tua madre" (Gv 19, 26-27). Sono parole che determinano il posto di Maria nella vita dei discepoli di Cristo ed esprimono - come ho già detto - la sua nuova maternità quale Madre del Redentore: la maternità spirituale, nata dall'intimo del mistero pasquale del Redentore del mondo. È una maternità nell'ordine della grazia, perché implora il dono dello Spirito santo che suscita i nuovi figli di Dio, redenti mediante il sacrificio di Cristo: quello Spirito che insieme alla chiesa anche Maria ha ricevuto nel giorno di pentecoste". (n. 44)

Atto di affidamento a Maria Santissima

Domenica, 8 Ottobre 2000

1. "Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19, 26)
Mentre volge al termine questo Anno Giubilare,
in cui Tu, o Madre, ci hai nuovamente offerto Gesù,
il frutto benedetto del tuo grembo purissimo,
il Verbo fatto carne, il Redentore del mondo,
risuona particolarmente dolce per noi questa sua parola
che a Te ci rinvia, facendoti nostra Madre:
"Donna, ecco il tuo figlio!".
Affidando a Te l'apostolo Giovanni,
e con lui i figli della Chiesa, anzi gli uomini tutti,
Cristo non attenuava, ma piuttosto ribadiva,
il suo ruolo esclusivo di Salvatore del mondo.
Tu sei splendore che nulla toglie alla luce di Cristo,
perché esisti in Lui e per Lui.
Tutto in Te è "fiat": Tu sei l'Immacolata,
sei trasparenza e pienezza di grazia.
Ecco, dunque, i tuoi figli, raccolti intorno a Te,
all'alba del nuovo Millennio.
La Chiesa oggi con la voce del Successore di Pietro,
a cui s'unisce quella di tanti Pastori
qui convenuti da ogni parte del mondo,
cerca rifugio sotto la tua protezione materna
ed implora con fiducia la tua intercessione
di fronte alle sfide che il futuro nasconde.


2. Tanti in questo anno di grazia
hanno vissuto, e stanno vivendo,
la gioia sovrabbondante della misericordia
che il Padre ci ha donato in Cristo.
Nelle Chiese particolari sparse nel mondo,
e ancor più in questo centro della cristianità,
le più svariate categorie di persone
hanno accolto questo dono.
Qui ha vibrato l'entusiasmo dei giovani,
qui si è levata l'implorazione degli ammalati.
Qui sono passati sacerdoti e religiosi,
artisti e giornalisti,
uomini del lavoro e della scienza,
bambini e adulti,
e tutti, nel tuo Figlio diletto, hanno riconosciuto
il Verbo di Dio, fatto carne nel tuo seno.
Ottienici, o Madre, con la tua intercessione,
che i frutti di quest'Anno non vadano dispersi,
e i semi di grazia si sviluppino
fino alla piena misura della santità,
a cui tutti siamo chiamati.

3. Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende,
chiedendoti d'accompagnarci nel nostro cammino.
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria,
tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni.
L'umanità possiede oggi strumenti d'inaudita potenza:
può fare di questo mondo un giardino,
o ridurlo a un ammasso di macerie.
Ha acquistato straordinarie capacità d'intervento
sulle sorgenti stesse della vita:
può usarne per il bene, dentro l'alveo della legge morale,
o può cedere all'orgoglio miope
di una scienza che non accetta confini,
fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano.
Oggi come mai nel passato,
l'umanità è a un bivio.
E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo,
o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù.


4. Per questo, Madre, come l'Apostolo Giovanni,
noi vogliamo, prenderti nella nostra casa (cf Gv 19, 27),
per imparare da Te a conformarci al tuo Figlio.
"Donna, ecco i tuoi figli!".
Siamo qui, davanti a Te,
per affidare alla tua premura materna
noi stessi, la Chiesa, il mondo intero.
Implora per noi il Figlio tuo diletto,
perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo,
lo Spirito di verità che è sorgente di vita.
Accoglilo per noi e con noi,
come nella prima comunità di Gerusalemme,
stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cf At 1, 14).
Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all'amore,
induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensione
e ad una ferma volontà di pace.
Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli:
i bimbi non ancora venuti alla luce
e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza,
i giovani alla ricerca di senso,
le persone prive di lavoro
e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
Ti affidiamo le famiglie dissestate,
gli anziani privi di assistenza
e quanti sono soli e senza speranza.


5. O Madre, che conosci le sofferenze
e le speranze della Chiesa e del mondo,
assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove
che la vita riserva a ciascuno
e fa' che, grazie all'impegno di tutti,
le tenebre non prevalgano sulla luce.
A Te, aurora della salvezza, consegniamo
il nostro cammino nel nuovo Millennio,
perché sotto la tua guida
tutti gli uomini scoprano Cristo,
luce del mondo ed unico Salvatore,
che regna col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.