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Laicità è ragionevolezza

Fonte:
CulturaCattolica.it

Non mi sono mai sottratto al dialogo e al confronto con chi pensa diversamente da me e non mi sono mai appellato alla mia fede per sostenere le mie posizioni dove era richiesto un ragionevole dibattito. Convinto che la fede «allarga la ragione», ritengo che si possa cercare e dare ragioni a chiunque. Del resto già san Pietro chiedeva ai credenti di «saper rispondere a chi vi chieda ragione della speranza che è in voi». E questo per me si chiama anche «laicità», come ricorda sempre il Compendio: «La “laicità”, infatti, indica in primo luogo l’atteggiamento di chi rispetta le verità che scaturiscono dalla conoscenza naturale sull’uomo che vive in società, anche se tali verità siano nello stesso tempo insegnate da una religione specifica, poiché la verità è una». Cercare sinceramente la verità, promuovere e difendere con mezzi leciti le verità morali riguardanti la vita sociale — la giustizia, la libertà, il rispetto della vita e degli altri diritti della persona — è diritto e dovere di tutti i membri di una comunità sociale e politica.
Per me laicità e ragionevolezza coincidono. Per questo mi trovo a disagio leggendo l’articolo di critica a quanto da me affermato a proposito delle parole di Cardelli. Cercherò di spiegarmi.
1. Per prima cosa ritengo che la Chiesa abbia il diritto di esprimere giudizi sulla realtà, dando le ragioni della propria posizione. E nell’ambito della democrazia possa concorrere – e questo spetta certamente ai fedeli laici – a determinare la forma che ritiene migliore di convivenza. E se questo è tolto alla Chiesa o ai suoi «ministri», non capisco, secondo ragione, perché non dovrebbe essere tolto anche agli altri personaggi che rivestono un ruolo pubblico. Per capire, perché Luca Santolini – di Civico 10 – può parlare e «don» Gabriele Mangiarotti – ministro del culto – no?
2. Nella mia lettera aperta a Cardelli ribadisco che si è cattolici se si accoglie l’insegnamento della Chiesa cattolica (e chiunque può avere un’altra posizione, ma non per questo rivendicare una appartenenza ecclesiale). Ora ho dato le ragioni di quello che intende la Chiesa cattolica rispetto al matrimonio.
3. È pur vero che la Dottrina sociale cristiana ha un campo di riflessione più grande che l’argomento trattato, ma se di questo parliamo, restiamo nel tema (per evitare di parlare a vanvera, come spesso accade nei vari salotti, più o meno «buoni»). E, pur non essendo da molto qui in Repubblica, ricordo di avere sentito il Vescovo (prima Mons. Negri e ora Mons. Turazzi) ricordare vari aspetti dell’insegnamento sociale della Chiesa, in ordine alla giustizia. Ricordate per esempio la questione dei frontalieri…?
4. Ho sempre pensato che l’ideologia fosse, secondo la definizione di Karl Marx, una posizione culturale che nasconde gli interessi che la muovono, e non che fosse una posizione ideale che sapesse dare le ragioni di quello che afferma. Non conosco gli interessi di Santolini, ma certo conosco quelli che mi muovono e che sono il bene comune e la verità. E non mi sento comunque di accusare altri di atteggiamenti di parte.
5. Per quanto riguarda poi la mia presenza nel Comitato Sammarinese di Bioetica ho sempre espresso con chiarezza e rispetto le mie posizioni, certo che questo abbia portato a risultati positivi. Non sempre ho condiviso le varie scelte, ma ho sempre rispettato le posizioni altrui. Se il consigliere di Civico 10 ha posizioni diverse, e pensa che la sua appartenenza partitica gli impedisca obiettività di posizioni, sono questioni sue, e che cercherà di risolvere, non accusando gli altri di «dogmi insuperabili».

N.B.: magari dirsi queste cose faccia a faccia sarebbe certamente più bello.

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