La bontà della realtà
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Gli eventi di cui vorremmo trattare in questa pagina hanno come chiave di lettura proprio un interesse al dato reale, un amore alla realtà per quello che essa è, con le sue contraddizioni, le sue ferite e le sue peculiarità più positive.
Dal 23 ottobre Brescia è sede di una numerosa serie di mostre. Quella che più attira, visto anche il battage mediatico, è Monet, la Senna, le ninfee. Abbiamo visitato l'esposizione e, ancora una volta, abbiamo trovato la conferma di un nostro parere: la pittura impressionista, per quanto gradevole, lieve ed affascinante, non comunica nulla, se non la gradevolezza di un effetto ottico, la leggerezza ed inconsistenza delle cose effimere, che oggi sono e tra un attimo non sono più.
Peraltro il dispendio dell'organizzazione (i faraonici servizi di accoglienza, completamente nuovi, presso l'antico complesso monastico di Santa Giulia), curata da Marco Goldin, una specie di gallina dalle uova d'oro che le città d'arte in cerca di fortuna corteggiano, già curatore della Casa dei Carraresi a Treviso, contrasta in modo insopportabile con l'austera sobrietà di Santa Giulia e con l'animo stesso dell'arte bresciana.
Infatti invitiamo i nostri lettori a scegliere, come meta della loro visita, non tanto la mostra impressionista, quanto la meno appariscente ma più significativa "Da Raffaello a Ceruti. Capolavori della pittura dalla Pinacoteca Tosio Martinengo".
Nell'antico palazzo nobiliare, proprio per l'occasione, sono state esposte con maggior cura e maggior rilievo alcune delle tavole più interessanti della pittura bresciana, o meglio della pittura lombarda.
L'excursus proposto è tra i più intensi: a partire da un quadro di Lorenzo Lotto, "Adorazione dei pastori" (nel quale il divino diventa uomo tra gli uomini e gli uomini hanno una dignità divina), passando attraverso la grande stagione cinquecentesca con Moretto, Romanino, Savoldo (dalla dolce e insieme fulgida "Natività" fino alla rude verità degli affreschi di Rodendo Saiano del Romanino, alle tele sobrie e commuoventi di Moretto, come "Il Cristo deriso" o "La cena in Emmaus"), si arriva infine ai contadini del Ceruti, detto il Pitocchetto, tra i quali evidenziamo "La lavandaia": la fatica del lavoro trova espressione sul volto disfatto della donna, eppure comprendiamo lo sguardo di pietà e tenera compassione che ha animato il pittore.
Poco distante, a Bergamo, il 13 novembre si è aperta la mostra "Giovan Battista Moroni. Lo sguardo sulla realtà (1560 - 1579)": una rassegna monografica su uno dei protagonisti della pittura bergamasca cinquecentesca.
Quanta affinità tra le tele del Moroni e quelle dei bresciani suoi contemporanei! Infatti il bergamasco fu allievo del Moretto e poi, in modo personale, aderì alle direttive del Concilio di Trento in materia di arte sacra, creando imponenti pale d'altare in Bergamo e nelle valli circostanti, una produzione peraltro poco considerata e che questa mostra ha posto all'attenzione del grande pubblico.
L'evento si declina in ben quattro sedi: presso il Museo Bernareggi, promotore della mostra, si potranno vedere prevalentemente le pale d'altare, di cui il nostro elabora un modello improntato al rinnovamento spirituale del Concilio di Trento; inoltre vengono esposti una serie di ritratti della tarda produzione moroniana. Da sempre Moroni è conosciuto ed apprezzato soprattutto come ritrattista, infatti presso Palazzo Moroni, si potranno ammirare altri stupendi ritratti tra cui il celeberrimo "Cavaliere in rosa (Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli)". In questi ritratti nulla viene censurato del personaggio rappresentato, nemmeno quelle piccole imperfezioni fisiche, quasi a sottolineare che ciò che appare, il reale, ha sempre e comunque dignità, tanto da essere dipinto, cioè accolto ed amato.
Presso le altre due sedi, la Corsia del Carmine e la Biblioteca Civica Angelo Mai, si potranno vedere l'ultima opera del Moroni lasciata incompiuta," Il Giudizio Universale" (fedele traduzione del capolavoro michelangiolesco) e la biblioteca del più importante committente del Moroni, don Giorgio Asperti, parroco di Gorlago e stretto amico del nostro pittore.
Da Raffaello a Ceruti. Capolavori della pittura dalla Pinacoteca Tosio Martinengo.
23 ottobre 2004-20 marzo 2005
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
Da lunedì a domenica dalle ore 9.00-19.00
Giovan Battista Moroni. Lo sguardo sulla realtà (1560 - 1579)
13 novembre 2004 - 3 aprile 2005
Bergamo, Museo Adriano Bernareggi
Bergamo, Palazzo Moroni
Bergamo, Corsia del Carmine
Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai
Da martedì a domenica dalle ore 9.00-19.00