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I sacerdoti hanno bisogno di un vescovo-padre, di un vescovo-fratello

Fonte:
CulturaCattolica.it
Sono certo tempi drammatici, e chi crede si trova sempre più sotto attacco (almeno mediatico). Auspichiamo una Chiesa che manifesti, nei suoi pastori, quella paternità (e maternità) che sostengano i sacerdoti - coraggiosi e, per questo, spesso controcorrente - dagli attacchi e dalle ingiurie del mondo.

Ci sono notizie che fanno soffrire. Ricordo il caso di don Lino Viola, il parroco di Gallignano nel cremonese, che ha chiesto perdono per “l’atto sacrilego dei carabinieri che sono entrati in chiesa con una intromissione violenta e con tanto di pistola nella fondina” e che in qualche modo è stato «scaricato» dal suo Vescovo, il quale ha preso le distanze dal suo comportamento, non difendendolo di fronte all’attacco mediatico nei suoi confronti. E ora, recentemente, quanto è capitato al Parroco di Lizzano (nella Diocesi di Taranto) che si è sentito «rimproverare» per il suo gesto di preghiera per scongiurare l’approvazione della legge liberticida sulla Omofobia. Queste le parole del Vescovo: ««Esprimo vivo rammarico per i fatti recentemente verificatisi nella Parrocchia di S. Nicola in Lizzano e che hanno avuto una grande eco mediatica.
Un momento di preghiera, che per natura, è, e dovrebbe essere un momento aggregativo, che riunisce la Comunità Cristiana, è diventato, purtroppo, un motivo di divisione, e di contrapposizione.
La Chiesa è Madre di tutti i suoi figli, e come tale accoglie e ama tutti senza distinzione alcuna.
Nella scia del luminoso insegnamento di Papa Francesco, ribadisco come Padre e Pastore della Chiesa di Taranto che il mio desiderio è quello di aiutare e accompagnare tutti a sostenere la fede del nostro popolo costruendo un clima di solidarietà, di rispetto reciproco e di collaborazione per il bene comune.
Desidero che cresca una Chiesa che sia capace di gettare “ponti” per allacciare rapporti, per costruire opportunità più che ergere muri di separazione.»
La divisione e contrapposizione di cui si parla non mi pare nasca dalla preghiera, bensì dal comportamento del Sindaco e dalle parole che ella ha rivolto ai carabinieri, contro i cristiani radunati in chiesa.
Capisco che in entrambi i casi citati il riferimento è a quanto i mezzi di comunicazione hanno riportato, ma se questo vale per indicare che le motivazioni dei pastori in causa sono più ampie di quanto poi appare sulla stampa, è anche vero che gli stessi pastori hanno consentito alla stampa di dare quella loro interpretazione.
Forse allora l’invito di Papa Francesco (che riporto come pubblicato dalla agenzia di stampa Agensir) sarebbe auspicabile che venisse preso in seria considerazione: «I nostri sacerdoti si sentono continuamente sotto attacco mediatico e spesso ridicolizzati, oppure condannati a causa di errori o reati commessi da alcuni loro colleghi e hanno bisogno di trovare nel vescovo la figura di un fratello maggiore, che li incoraggia nei momenti difficili, li consola quando sbagliano, li conforta quando si sentono soli, li risolleva quando cadono. Ciò richiede vicinanza: hanno bisogno di trovare aperta la porta del vescovo, e il cuore sempre aperto. Hanno bisogno di un vescovo-padre, di un vescovo-fratello».


Ecco la sintesi dell’intervento di Papa Francesco:
«Il rapporto tra sacerdoti e vescovi “rappresenta una delle questioni più vitali della vita della Chiesa, è la spina dorsale su cui si regge la chiesa diocesana”. Lo ha detto il Papa, nel discorso a braccio con cui ha aperto l’Assemblea generale della Cei, in Vaticano fino al 23 maggio (2019). Nell’ultima parte del suo discorso, Francesco ha citato “le parole sagge del cardinale Bassetti: ‘se si dovesse incrinare questo rapporto, tutto il corpo ne risulterebbe indebolito e lo stesso messaggio finirebbe per affievolirsi”. “Il vescovo è pastore, è segno di unità per l’intera chiesa diocesana, padre e guida per i gruppi di sacerdoti e per tutta la comunità dei credenti, ha il compito inderogabile di curare ‘in primis’ e attentamente il rapporto con i suoi sacerdoti”, ha commentato il Papa: “Alcuni vescovi, purtroppo, fanno fatica a stabilire rapporti accettabili, rischiano così di rovinare la loro missione e addirittura di indebolire la stessa missione della Chiesa”… “I sacerdoti sono i nostri più prossimi collaboratori e fedeli, il nostro prossimo più prossimo”, ha ammonito il Papa esortando al “rispetto reciproco” e facendo notare che “la comunione gerarchica crolla quando viene infettata da qualsiasi forma di potere o autogratificazione personale”, mentre “si fortifica e cresce quando viene abbracciata con spirito di totale abbandono e di servizio al popolo di Dio”. “Noi vescovi abbiamo il dovere di presenza e vicinanza con il popolo cristiano, ma in particolare con i nostri sacerdoti, senza discriminazioni, preferenze o proselitismi”, l’invito di Francesco: “Un pastore vero vive in mezzo al suo gregge e ai suoi presbiteri e sa come ascoltare e accogliere tutti senza pregiudizi”… “Essere padri di tutti i sacerdoti”… “I nostri sacerdoti si sentono continuamente sotto attacco mediatico e spesso ridicolizzati, oppure condannati a causa di errori o reati commessi da alcuni loro colleghi – l’analisi di Francesco – e hanno bisogno di trovare nel vescovo la figura di un fratello maggiore, che li incoraggia nei momenti difficili, li consola quando sbagliano, li conforta quando si sentono soli, li risolleva quando cadono. Ciò richiede vicinanza: hanno bisogno di trovare aperta la porta del vescovo, e il cuore sempre aperto. Hanno bisogno di un vescovo-padre, di un vescovo-fratello”.» [https://www.agensir.it/quotidiano/2019/5/20/papa-francesco-ai-vescovi-italiani-i-sacerdoti-si-sentono-continuamente-sotto-attacco-mediatico-non-affidarsi-solo-ad-arrampicatori-o-adulatori/]

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