Parole chiare sul #Venezuela
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Sono cittadino italo-venezuelano e, dal Venezuela, posso solo dire di aver provato sconcerto e anche una grande delusione, dopo aver letto l’editoriale di Paolo Mieli “Calcoli errati (a Ovest)”, pubblicato nel Corriere della Sera dello scorso 21 giugno.
Inaccettabile soprattutto il fatto che il Sig. Mieli ritenga “improprio” definire come “dittatura” il regime di Maduro, sul quale oltretutto, pesa l’accusa di essere il capo di un narco-stato e che stia gestendo il traffico di droga verso gli Stati Uniti e l’Europa.
Il Venezuela oggi è un paese messo in ginocchio dalla corruzione, narco traffico, riciclaggio di denaro, con a capo da una banda di criminali che ha raggiunto il potere a forza di promesse populiste mai mantenute, eliminando la separazione dei poteri per detenerli in uno solo (Chávez ricordava a grandi risate le parole attribuite a Luigi XIV “Lo stato sono io”, affermando appunto la detenzione dei poteri nelle sue mani).
Siamo senz’acqua potabile, senza energia elettrica, senza gas, senza industrie e adesso anche senza carburante. Incredibile che un paese che galleggia su un mare di petrolio e sia ricchissimo in svariate risorse naturali, sia in queste condizioni. Ma non è che siamo arrivati a questo punto, come tutti i radical-chic nel mondo ci tengono a dire, perché le nostre attuali condizioni sono il frutto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. NO! Le sanzioni sono state adottate da poco più di un anno, invece le condizioni in cui versa adesso il Venezuela è conseguenza della “rivoluzione bolivariana”, con l’istaurazione del più atroce regime totalitario che sia mai esistito nella storia dell’America Latina.
Non capiamo perché il governo Conte-Cinque Stelle, ancora una volta dubiti sul riconoscimento di Guaidò come presidente legittimo della nostra Repubblica e soprattutto, perché si continui a ritenere il regime come governo, un regime che da vent’anni detiene il potere con la forza delle armi, la manipolazione delle elezioni e l’instaurazione del terrore, facendo fuggire o arrestare e torturare chiunque osi dare un’opinione contraria a quella dettata dalla nomenklatura bolivariana.
Per quanto riguarda la probabile “maggioranza” del popolo venezuelano che ancora appoggerebbe il regime, sono solo parole proferite da chi non vuole informare, o peggio, da chi non vuole indagare sulla realtà dei fatti. Evidentemente si ha paura di aprire il vaso di Pandora.
(Lettera firmata)