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Fare chiarezza sul caso Bibbiano

Curatore:
Leonardi, Enrico
Manifestazioni e striscioni stanno riempiendo le piazze italiane per chiedere di far luce sul tremendo sistema che avrebbe tolto ingiustamente i figli a diverse famiglie nella provincia di Reggio Emilia

Il Resto del Carlino riporta riferendosi alla dirigente dell’Unione val d’Enza: "Obbligava gli assistenti sociali a redigere e firmare verbali dove si attestava il falso riguardo allo stato familiare o al contesto abitativo dei bambini. Che poi decideva a chi affidare (elargendo addirittura contributi doppi fino a 1.200 euro rispetto alle ‘rette’ previste), influenzata tra l’altro dal suo attivismo nel mondo gay, per la lotta in favore dell’adozione alle coppie omosessuali, ma anche dai suoi intrecci sentimentali. E stabiliva pure a quali psicoterapeuti bisognava mandare in cura i piccoli una volta strappati dalle famiglie naturali". (https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/affidi-illeciti-federica-anghinolfi-1.4669841)

Lo scandalo sollevato dall'inchiesta 'Angeli e Demoni', scoppiato in provincia di Reggio Emilia, si delinea sempre più. Appare una realtà orribile e riprovevole in cui chi era preposto a tutelare i bambini e le famiglie invece selezionava le famiglie più deboli e poi con accuse false, manipolazione e violenze con lavaggio del cervello ai bambini, metteva in piedi un sistema di accuse false verso i genitori per consentire a scopo di lucro (ma non solo a quanto pare), l'affidamenti dei minori strappandoli alle famiglie naturali. Ci sono 16 misure cautelari emesse e 27 indagati.

Manifestazioni e striscioni stanno riempiendo le piazze italiane per chiedere di far luce sul tremendo sistema che avrebbe tolto ingiustamente i figli a diverse famiglie nella provincia di Reggio Emilia. Intanto i primi bambini tornano a casa dai loro genitori dimostrando in atti ufficiali del tribunale l’infondatezza delle ragioni che avevano portato al loro allontanamento.

Anche alcuni VIP prendono la parola per chiedere chiarezza e giustizia sul caso, in particolare i cantanti Pausini e NEK. Nek ha scritto: "Sono un uomo e sono un papà. È inconcepibile che non si parli dell'agghiacciante vicenda di #bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre… e non se ne parla. Ci vuole giustizia!!". Incredibile la mole di insulti che hanno ricevuto sui social ma ancora peggio quanto scritto da Repubblica con l'accostamento delle canzoni di NEK alle atomiche di Hiroshima e Nagasaki; Bottura parla con questi toni infatti di Nek: "Filippo Neviani, in arte Nek esordì a Sanremo con una canzone antiabortista che risulta tutt'ora nella lista dei crimini contro l'umanità, dopo Nagasaki e Hiroshima ma comunque prima del gelato gusto Puffo". Laura Pausini, come riporta l'Adnkronos, replica così alle critiche: "Chi ha bisogno di sfogarsi, stavolta utilmente, tiri fuori la voce per parlare di questo scandalo".

Sul fronte politico il dibattito si accende, il PD si sente attaccato ingiustamente e non risponde a chi chiede chiarimenti su quanto accaduto, ma anzi attacca il M5S che aveva in passato finanziato una delle cooperative incriminate e coinvolte nello scandalo. Il ministro della giustizia propone di istituire una commissione speciale e il 23 luglio Salvini si è recato a Bibbiano. Il Pd accusa la Lega e Salvini di voler fare una passerella, ma con che coraggio diciamo noi, sulla Sea-watch non era una passerella? Nessun esponente del PD è intervenuto a difesa delle famiglie, solo in difesa del partito.

Intanto ci si comincia a interrogare su tutto il sistema degli affidi alle comunità di accoglienza o case-famiglie. Pur nella consapevolezza che molte operano per il bene dei bambini, incominciano ad emergere situazioni di conflitti di interesse e alcune domande sugli interessi economici che potrebbero accompagnare il fenomeno oltre a domande serie sull’opportunità, che non c’è, di intervenire su famiglie indigenti dando 1500 euro al mese ad una cooperativa per togliere i figli a una famiglia povera al posto che darli direttamente alla famiglia per accudire i figli.
I bambini non si toccano, dovrebbero essere tolti alle famiglie solo di fronte a casi gravissimi e con fatti conclamati, non per supposte valutazioni di idoneità genitoriale che possono essere del tutto arbitrarie.

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