Alfie Evans e il sacerdote
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Riassunto dell’articolo di don Leonardi.
1) Nella vicenda di Alfie alcuni “sedicenti cattolici” attaccano i vescovi della conferenza episcopale inglese colpevoli di aver detto che «la sfida è complessa» e che «bisogna uscirne trovando un consenso tra tutti gli interessati».
2) I vescovi inglesi del resto parlano come mons. Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che auspica di «procedere in modo il più possibile condiviso».
3) E’ la messa in pratica della dottrina di don Milani, prete molto amato da Papa Francesco, che affermava «sortirne tutti insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia».
4) Secondo questi sedicenti cattolici il peccato mortale dei vescovi inglesi è il riconoscere la competenza e l’onestà di medici e giudici.
5) I vescovi inglesi, riconoscendo l’autorità di medici e giudici negli ambiti rispettivi, non fanno altro che mettere in pratica la dottrina cattolica.
6) Invece, chi mina questa autorità rischia di cadere nel “montanismo”, un'eresia che non riconosceva l'importanza della vita civile e della politica.
7) I veri cattolici sanno che non è loro compito distruggere lo Stato, resistergli o insorgere, bensì devono cercare il bene della città e pregare l'Eterno per essa.
8) Dal punto di vista della morale cattolica rischia di essere gravemente imprudente quel cristiano che critica un'intera conferenza episcopale.
9) Riflettete, “sedicenti cattolici”, perché il mondo laico potrebbe davvero pensare che la vostra posizione urlata sia il pensiero del cristianesimo.
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Confutazione dei 9 punti dell’articolo di don Leonardi.
1) La contestazione ai vescovi inglesi è doverosa, perché dicendo che «la sfida è complessa» hanno detto semplicemente una banalità, mentre dicendo che «bisogna uscirne trovando un consenso tra tutti gli interessati» hanno commesso un errore. Dalle vicende infatti bisogna uscirne facendo le cose vere, ossia buone e giuste, indipendentemente dal consenso generale. Una cosa buona e giusta resta buona e giusta anche se non gode del consenso generale. E se prevale la scelta non buona e non giusta, è doveroso contestarla anche se godesse del consenso generale.
2) Il fatto che mons. Paglia dica cose simili ai vescovi inglesi non aggiunge nulla al discorso. Come direbbe il Gesù di Guareschi «un cavallo più un cavallo fa due cavalli». In altre parole un concetto erroneo più un concetto erroneo fa due concetti erronei, non fa una conferma di correttezza.
3) Don Milani non ha una “dottrina”, al massimo ha un sistema di pensiero, mentre la sua dottrina è semplicemente quella cattolica. In particolare «sortirne tutti insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia» è una frase totalmente fuori contesto. Nella “Lettera a una professoressa” (opera collettiva della Scuola di Barbiana) si legge: «Insegnavo geografia matematica e francese a prima media. Per scorrere un atlante o spiegare le frazioni non occorre la laurea. Insegnando imparavo tante cose. Per esempio ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia. Dall’avarizia non ero mica vaccinato. Sotto gli esami avevo voglia di mandare al diavolo i piccoli e studiare per me». Letta nel suo contesto, la frase non c’entra proprio nulla con la vicenda inglese.
4) Il problema è proprio questo: posto che la scelta dei medici e dei giudici è stata quella di far morire un bimbo innocente contro la volontà dei genitori, questa scelta si configura come competenza e onestà? Oppure va contestata perché vìola la legge naturale universale che i vescovi cattolici d’Inghilterra dovrebbero ben conoscere?
5) I vescovi inglesi, riconoscendo l’autorità di medici e giudici nei rispettivi ambiti, mettono in pratica la dottrina cattolica? No. Infatti medici e giudici nei rispettivi ambiti non sono sovrani assoluti, ma devono sottomettersi anch’essi alla legge naturale universale. Cos’è che ci consente di affermare, ad esempio, che medici e giudici della Germania nazista non avevano alcuna autorità nei rispettivi ambiti? Il fatto che con le loro scelte violavano la legge naturale universale.
6) Chi contesta medici e giudici che vìolano la legge naturale universale non sta affatto attentando alla vita civile e politica. Anzi ha un concetto alto della vita civile e politica, così alto da volerla migliorare. Citando don Milani (qui, sì, perfettamente a tema) «non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate». Niente a che vedere col montanismo.
7) Ancora don Milani. «C'è chi cita a sproposito il detto di San Pietro: “Obbedite ai vostri superiori anche se son cattivi”. Infatti. Non ha nessuna importanza se chi comanda è personalmente buono o cattivo. Delle sue azioni risponderà lui davanti a Dio. Ha però importanza se ci comanda cose buone o cattive perché delle nostre azioni risponderemo noi davanti a Dio. Tant'è vero che Pietro scriveva quelle sagge raccomandazioni all’obbedienza dal carcere dove era chiuso per aver solennemente disobbedito». In altre parole la dottrina cattolica prevede che si preghi per le autorità, anche se cattive, ma prevede anche la disobbedienza, la resistenza, l’insurrezione. Quando? Quando la legge naturale viene violata.
8) Gravemente imprudente il cristiano che critica un’intera conferenza episcopale? Figuriamoci. Torno a don Milani: «La Dottrina dice che il Papa è infallibile. Eretico è chi lo nega ed eretico è chi estende ad altri questo attributo. Cattolico è dunque chi si ricorda che i cardinali e i vescovi son creature fallibili. Eretico chi mostra per loro un rispetto che travalica i confini del nostro Credo. […] Criticheremo vescovi e cardinali serenamente visto che nelle leggi della Chiesa non c’è scritto che non lo si possa fare».
9) Chi difende la legge naturale universale contro le leggi ingiuste non è un “sedicente cattolico”, è un cattolico e basta. Cosa ne pensano i laici o, meglio, i laicisti non interessa. Come non interessava a don Milani: «Poi le leggi dello Stato progredirono. Lasciatemi dire, con buona pace dei laicisti, che esse vennero man mano avvicinandosi alla legge di Dio. Così va diventando ogni giorno più facile per noi esser riconosciuti buoni cittadini. Ma è per coincidenza e non per sua natura che questo avviene. Non meravigliatevi dunque se ancora non possiamo obbedire tutte le leggi degli uomini. Miglioriamole ancora e un giorno le obbediremo tutte». Peggioratele ancora, aggiungo, e ne obbediremo sempre meno.
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Il punto di riferimento dell’uomo di buona volontà nell’agire civile è la legge naturale universale, e non cessa di esserlo anche se gli Stati l’hanno dimenticata.
La morte di Alfie Evans per volontà dei medici, contro la volontà dei genitori, e su sentenza dei giudici costituisce una nuova fase della deriva totalitaria della democrazia.
E don Lorenzo Milani avrebbe scritto sul piccolo Alfie un articolo ben diverso da quello di don Mauro Leonardi.
Giovanni Lazzaretti