Gli assassini di #Alfie
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Il martirio di Alfie e dei suoi genitori continua per la riparazione dei nostri innumerevoli peccati. Questa è la sempre sconvolgente verità che emerge da tutte le sofferenze inferte ai piccoli innocenti di tutto il mondo. Verità che cerchiamo di occultare in ogni modo, prima di tutto a noi stessi, verità sconvolgente che più non cogliamo neppure durante il Santo Sacrificio della Messa, da noi ridotta ad una festa, perché la festa siamo noi… Al netto da tutte le inutili chiacchiere mondane, stiamo precipitando sempre più velocemente nell’abisso, per un semplicissimo motivo, bene spiegato nel Catechismo della Chiesa Cattolica:
2031. La vita morale è un culto spirituale. Noi offriamo i nostri “corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1), in seno al Corpo di Cristo, che noi formiamo, e in comunione con l'offerta della sua Eucaristia. Nella Liturgia e nella celebrazione dei sacramenti, preghiera ed insegnamento si uniscono alla grazia di Cristo, per illuminare e nutrire l'agire cristiano. Come l'insieme della vita cristiana, la vita morale trova la propria fonte e il proprio culmine nel sacrificio eucaristico.
Se è vero, come è vero, che il Sacrificio eucaristico è fonte e apice della vita morale, allora significa che tale Sacrificio è stato dimenticato; ce ne siamo allontanati, addirittura lo abbiamo deriso. Ed Alfie, vittima innocente corredentrice, paga per noi, ancora una volta. Lo avete bene chiaro anche voi, cari sacerdoti e pastori?
Una delle frasi più devastanti, ripetute come un mantra da molti ecclesiastici, è la famigerata “Chi sono io per giudicare?”, che presuppone ogni colpevole astinenza dal giudizio di verità.
Per essere precisi, non possiamo conoscere, e pertanto giudicare, che groviglio di peccati ci sia nel cuore del giudice Hayden e quanto siano pienamente consapevoli e accettati con deliberato consenso, tuttavia abbiamo il dovere di ripetere quanto scritto oggi da Cascioli (QUI e QUI):
“Assassini, non ci sono altre parole”. Assassini. Sono solo degli assassini. Non c’è altro modo con cui definirli. Medici, giudici, politici e anche ecclesiastici. Tutti degli assassini.
Attenzione! Non si tratta di parole dettate solo dalla collera, ma parole dettate soprattutto dalla logica. Quella stessa logica, fondamento della ragione umana, senza la quale la fede è impossibile. La Grazia presuppone la natura (Tommaso d’Aquino, La Somma teologica, I, q. 2, aa. 2), la Fede presuppone l’intelletto, la Carità presuppone la volontà.
E qui ci vengono incontro il defensor fidei G.K.Chesterton e San Tommaso d’Aquino:
Così il d’Aquino stabilisce, con profondità e molto buon senso, che con l’idea d’affermazione, appare istantaneamente quella di contraddizione. Anche per un bambino è chiaro non essere possibile, al tempo stesso, affermare e negare. Ciò ch’egli vede – chiamatelo come volete: prato, miraggio, sensazione, stato d’animo – vedendolo egli sa non essere vero ch’egli non lo veda. Qualunque nome desiderate dare all’atto da lui compiuto – sognare, immaginare, essere cosciente di un’impressione – egli sa che sarebbe falso l’affermare ch’egli non lo compie. E, conseguentemente, al fatto del vedere s’è aggiunto qualcosa: il primo e grande comandamento o il primo articolo di fede: nulla può al tempo stesso essere o non essere. Volgarmente parlando c’è il vero e il falso. Dico volgarmente, perché il d’Aquino non è mai stato tanto sottile come nel distinguere l’Essere dalla Verità: vedere la Verità, per uno spirito capace di discernimento, significa la comprensione di quello che è. Ma, in senso più generale, ci troviamo davanti a un dilemma che governa tutte le divisioni dell’esistenza terrestre: l’eterno duello tra il Sì e il No.
È questo il dilemma per evitare il quale molti scettici hanno obliterato l’universo e sconvolto la loro mente. Sono quelli che sostengono che esista qualcosa che è insieme Sì e No, non so se pronuncia Nì.
Aggiungo una chiosa, che questo Nì è frutto perverso del dialogo tra due principi opposti. La violazione del principio di non contraddizione, primo articolo di fede, porta sempre alla violazione del terzo escluso (non esiste uno stato intermedio tra due principi opposti), ossia porta a servire due padroni. In ultima analisi, il Nì è una vera e propria autostrada per l’apostasia della fede. Autostrada intasata come la Salerno Reggio Calabria nel primo sabato d’agosto.
Quello in atto non è solo lo scontro tra due antropologie, come scrive Mons. Negri (QUI), http://www.lanuovabq.it/it/alfie-uno-scontro-fra-antropologie questo è solo l’effetto di una causa ancora più preoccupante, perché è l’apostasia il vero motivo per cui vogliono uccidere Alfie e per cui hanno ucciso Charlie. La spiegazione lampante è nella lettera agli Ebrei (cap. 6, 4-8):
[4] Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo [5] e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro. [6] Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia. [7] Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; [8] ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!
La crocifissione di Alfie è nuovamente la crocifissione di Cristo, ma questa volta è imperdonabile, perché frutto perverso del peccato contro lo Spirito Santo.
Scrive Cascioli:
Con Alfie vogliono togliere un pezzo di amore da questo mondo. Con Alfie vogliono uccidere anche la speranza, quella speranza che anche tanti uomini di Chiesa – a cominciare dall’Inghilterra – sembrano non avere più da tempo.
Ma c’è di più, purtroppo, sulla Chiesa inglese e non solo, perché la perdita della speranza è sempre connessa alla perdita della fede. Ognuno giudichi da sé:
L'ultima prova della Chiesa
675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti [Cf Lc 18,8; Mt 24,12]. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra [Cf Lc 21,12; Gv 15,19-20] svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti- Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne [Cf 2Ts 2,4-12; 675 1Ts 5,2-3; 2Gv 1,7; 1Gv 2,18; 1Gv 2,22].
Mons. Negri conclude così il suo editoriale: “Credo che la battaglia sia all’inizio e che occorra pregare la Madonna perché aiuti coloro che difendono l’intangibilità della vita e il suo destino di bene a non ritirarsi”. Vero, ma c’è di più! Preghiamo la Beata Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, di aiutarci a perseverare nel combattimento contro il dragone infernale, perché ritirarsi dalla battaglia è perdere la fede e, pertanto, la vita eterna.
San Michele arcangelo, difendici nella battaglia
Andrea Mondinelli