A proposito del nuovo Comitato Sammarinese di Bioetica
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Abbiamo letto su San Marino RTV la notizia dell’insediamento del nuovo Comitato Sammarinese di Bioetica (CSB): congratulazioni a Sacchini e Borgia, riconfermati nel prestigioso ruolo di Presidente e Vicepresidente. Auguri ai nuovi membri, sorpresi per l’unica assenza di rilievo. Già su testate giornalistiche riminesi avevamo notato con dispiacere l’assenza di Gabriele Raschi come esperto in materie bioetiche (e basterebbe leggere il suo Curriculum per rimanere perplessi per la sua assenza: competenza e sammarinesità non sono state sufficienti a farlo preferire al sacerdote di Torino che brillava proprio per la sua assenza alla riunione di insediamento).
Il fatto che don Andrea Bonsignori, sacerdote cottolenghino di Torino, non abbia potuto partecipare, a motivo dei suoi impegni, conferma il sospetto che la sua nomina abbia avuto come ragione il fatto della sua distanza, dei suoi impegni e, quindi, la sua impossibilità ad una partecipazione costante. Dicono che a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca. Leggendo gli argomenti che il Segretario di Stato alla Sanità [in foto] ha proposto (e non so se suggerito o imposto…) viene da pensare che si è voluto da un lato tenere lontano dal CSB una voce cattolica (ufficialmente, in quanto «laureato in materie teologiche» al di là delle singole scelte confessionali dei membri) che potrebbe rivelarsi critica nei confronti della agenda «dettata», dall’altro che chi crede che gli argomenti cosiddetti «sensibili» (in particolare l'aborto e l'eutanasia...) siano lontani dalle preoccupazioni attuali del Governo della Repubblica sembra vivere fuori dalla realtà.
Avevo paventato che il nuovo CSB fosse pensato in funzione di sostenere le scelte politiche della maggioranza. La cronaca della seduta di insediamento offerta da RTV di San Marino sembra confermare che la realtà è sempre più dura e consistente anche dei peggiori incubi.
Mi pare di capire che, mentre il «vecchio» CSB per la sua costituzione aveva margine di manovra ampio e variegato, con una indipendenza di giudizio dettata dal pluralismo al suo interno, ora sembra essere in funzione della attuale maggioranza, che sembra più pronta a chiedere obbedienza ai suoi dettami che a servizio di quel pluralismo che è sempre stata la cartina di tornasole di una politica sana e aperta al bene comune.
Quello che è certo e che va salvaguardato – proprio a partire dalla legge istitutiva del Comitato di Bioetica – è l’indipendenza dell’organo, che è a «supporto tecnico e consulenza al Congresso di Stato, al Consiglio Grande e Generale e ad altri organismi istituzionali per le tematiche connesse alla bioetica ed alla ricerca biomedica» [LEGGE 29 GENNAIO 2010 N.34]. Con chiarezza poi si afferma che «l’indipendenza del CSB … è assicurata: a) dalla mancanza di subordinazione gerarchica nei confronti della Segreteria di Stato per la Sanità, dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) e dell’Authority per l’Autorizzazione, l’Accreditamento e la qualità dei Servizi Sanitari, Socio-Sanitari e Socio-Educativi (Authority)» [DECRETO DELEGATO 17 gennaio 2011 n.2]
È quindi chiaro che supporto non significa che i politici o i loro rappresentanti debbano dettare l’agenda dei lavori, soprattutto con una presenza che potrebbe essere solo di intralcio e di condizionamento. Un saluto va bene, la permanenza – come occhiuto controllo – certamente no. Non vorremmo ricadere nella situazione descritta dal Giusti con la sua affermazione degli «strumenti ciechi d'occhiuta rapina».