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Xi Jinping delinea per la Cina un futuro da protagonista

Il congresso e le sue nomine non depongono a favore del dialogo con Roma. E' stata ribadita la linea guida di Xi Jinping di “sinicizzare” le religioni sotto il Partito comunista

Xi Jinping è stato confermato Presidente della Cina dal 19esimo congresso del Partito comunista cinese. Insieme a lui è stato eletto il nuovo Comitato Permanente del Politburo di 7 membri. Due sono le novità: è stata abolita la consuetudine di nominare un successore al presidente, c'è stata una spartizione del potere per assicurare a Xi Jinping di superare il limite del doppio mandato. Infatti tutti i 5 nuovi membri del Comitato Permanente sono anziani e non potranno quindi rappresentare un'alternativa tra 5 anni, e tutti sono l'espressione delle tre correnti dominanti nella politica cinese: quella di Xi Jinping, quella dell'ex presidente Hu Jintao, e quella della corrente di Shangai. D'altronde Xi Jinping nei suoi primi 5 anni da presidente con le accuse di corruzione ha eliminato molti avversari politici, ha accentrato i poteri e rilanciato l'ideologia socialista. Xi Jinping ha anche aumentato il potere del partito e le repressioni come ad Hong Kong, ma anche limitato la libertà di stampa, il controllo di internet e ha limitato fortemente la libertà di religione solo a parole tutelata in Cina. In questi anni la repressione verso la Chiesa fedele al Papa è cresciuta: vescovi rapiti e spariti: Daqin, vescovo di Shanghai, il giorno stesso della sua ordinazione episcopale nel 2012, è stato arrestato per aver dichiarato pubblicamente la sua intenzione di abbandonare l’Associazione Patriottica. Monsignor Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou riconosciuto da Roma ma non da Pechino, è scomparso da oltre un mese, come denunciato anche dal Vaticano.
Nel 2014 il governo comunista della provincia di Zhejiang ha lanciato la campagna che di fatto ha colpito solo i cristiani e da allora sono state demolite dalla sommità delle chiese tra le 1.000 e le 1.500 croci. Chi ha cercato di opporsi alla campagna, è stato picchiato o arrestato.

Il congresso e le sue nomine non depongono a favore del dialogo con Roma. E' stata ribadita la linea guida di Xi Jinping di “sinicizzare” le religioni sotto il Partito comunista.

Certamente uno dei punti di forza di Xi Jinping che ne ha consolidato il potere è stata la conferma della crescita dell'economia cinese e della ricchezza interna.
Il programma che ha illustrato Xi Jinping al congresso è sicuramente di lunga durata e due dei pilastri sono il "sogno cinese" e "la via della seta", un’enorme infrastruttura ferroviaria e marittima per il commercio cinese con l'Europa.

Il rilancio del ruolo della Cina nel mondo è stato anche alla base del suo discorso a Davos qualche mese fa sia sulla globalizzazione che sull'ambiente, in parte contrastante con le regole del mercato cinese in cui il controllo dello Stato e la politica monetaria sono fortemente controllati e di stampo nazionalista. La Cina poi non può certo vantare grandi risultati in termini ambientali per via del pesante inquinamento fuori controllo in molte città e aree del paese.

Inoltre rimane aperto il problema della Corea del Nord e della militarizzazione delle isole del Mar cinese contese. Il recente voto del Giappone che ridarà il via al suo riarmo insieme con le pressioni Usa sulla Corea del Nord sono sicuramente un sintomo delle tensioni che aumentano in Asia.

Il fatto che Xi Jinping voglia svolgere un ruolo di leader è confermato dal fatto di aver fatto inserire nella costituzione cinese "il pensiero di Xi" nello stesso modo che aveva fatto Mao.

Insomma di Xi Jinping sentiremo parlare spesso, e anzi sarebbe meglio che i media italiani ne parlassero di più perché condizionerà la politica mondiale dei prossimi anni.

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