Rapporto 2016 Centri di Aiuto alla Vita: 8301 bambini salvati
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E’ stato presentato il rapporto sulle attività dei 349 Centri di Aiuto alla Vita in Italia.
Il loro preziosissimo lavoro a supporto delle mamme ha permesso nel 2016 di far nascere 8.301 bambini. Dal 1975, anno di nascita dei CAV, ad oggi sono nati oltre 190.000 bambini e le donne aiutate sono state oltre 700.000, delle quali meno della metà gestanti.
190mila bambini che dimostrano come lo stare vicino e accompagnare le mamme in difficoltà, anche con modeste cifre, sia importante per aiutarle a decidere di accogliere la vita. Accogliere le mamme permette loro di accogliere la vita. Si tratta di donne prevalentemente giovani: il 55% di loro ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, il 20% di loro ha tra i 18 e i 24 anni, mentre il 22% supera i 34 anni. Nel 54% dei casi sono donne coniugate, ma disoccupate (35%) o casalinghe (40%); i dati mostrano che i fattori economici sono ancora prevalenti tra le cause che portano una donna a pensare di scegliere l’aborto: il 49% dei casi. Un dato che dovrebbe far riflettere e scandalizzare. Tra le donne che si rivolgono ai CAV sono il 39% quelle in fase di gravidanza prima dei 90 giorni (termine dopo il quale l’aborto è consentito con maggiori restrizioni). La sollecitazione a chiedere aiuto arriva dagli amici (25%), dalle parrocchie (17%), dalle associazioni (7%) o dai consultori pubblici (5%). Quest’ultimo dato deve in particolare interrogare sull’inefficacia del supporto alla maternità delle istituzioni pubbliche preposte anche dalla legge 194 al compito di cercare di rimuovere le cause che possono indurre una donna a scegliere l’aborto. Nel 2016 ben 13mila le donne aiutate durante i mesi di gravidanza e 18mila quelle aiutate anche se non gestanti. Le donne che si rivolgono a questi centri sono per la maggior parte straniere, e infatti nel 2016, l’80% delle gestanti proveniva da oltre 90 paesi del mondo. Nel 57% dei casi le donne arrivano dall’Africa, soprattutto dal Marocco (23%) e dalla Nigeria (13%). Seguono poi l’America Latina e l’Europa. L’assistenza che i CAV offrono a queste donne è di tipo sociale, psicologica e morale, medica, legale, baby sitting, in natura, in denaro.
Servizi importanti offerti dal Movimento per la vita italiano per aiutare le donne sono il Progetto Gemma, un servizio per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà e il servizio di assistenza di SOS Vita (800.813.000, www.sosvita.it) che è attivo 24 ore su 24 sia via telefono sia attraverso le web-chat e che le indirizza nel Centro più vicino, spesso anche nei casi di post–aborto. Il Progetto Gemma offre ad una mamma un sostegno economico che le può consentire di portare a termine con serenità il periodo di gestazione, accompagnandola nel primo anno di vita del bambino.
Una nota merita la constatazione che il numero dei bambini nati grazie al CAV è stato di 8301 rispetto al picco di qualche anno fa di 10000. Questa diminuzione, dopo un trend che era stato sempre positivo, è sicuramente legata al caso dell’aborto chimico tramite le “pillole del giorno dopo” e “dei cinque giorni dopo” , farmaci con effetti anti-annidamento che rendono inospitale per l’embrione la parete dell’endometrio e realizzano un aborto precocissimo. Secondo i dati del ministero della salute nel 2016 ne sono state vendute 700 mila confezioni in Italia. Siamo di fronte ad un ritorno della privatizzazione dell’aborto che renderà necessaria una riconfigurazione dell’azione preventiva per non perdere la possibilità di intercettare le mamme in difficoltà e per svolgere prevenzione tramite un’azione educativa sulle giovanissime.