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#Aborto: «La parola omicidio è troppo forte» (???)

Autore:
Mondinelli, Andrea
Fonte:
CulturaCattolica.it
La risposta della Conferenza Episcopale Belga sul caso Mercier: Don Abbondio era un dilettante al loro confronto

Dispiace essere stato profeta sulla presa di posizione dei vescovi belgi riguardo alla contesa tra il prof. Mercier e l’UCL (Università cattolica di Lovanio). I vescovi hanno difeso la UCL con questa dichiarazione presente sul sito della conferenza episcopale (QUI):

“A proposito della sospensione dei corsi di Stéphane Mercier, incaricato di corsi in quanto invitato all’UCL, i vescovi pongono la loro fiducia nella procedura interna avviata attualmente dall’UCL.
I vescovi sperano che la discussione sorta contribuirà ad una discussione serena sull’aborto nella società. I vescovi si oppongono all’aborto in nome del rispetto della vita. Secondo il diritto belga, non esiste il diritto all’aborto. La legge prevede che l’aborto possa essere praticato rispettando talune condizioni stipulate dalla legge senza produrre conseguenze sul piano penale. Quindi la legge prevede in quali casi l’aborto è autorizzato o no. Ma, in quanto tale, l’aborto è un delitto previsto dal diritto penale (CHE BUONA LEGGE, LA LEGGE BELGA! CHE BELLA IPOCRISIA… NDR).
Anche se la Chiesa è opposta all’aborto, distingue la persona dall’atto. La Chiesa capisce che talune donne possano arrivare a decidere di un aborto quando sono in situazioni di sofferenza, difficili o disperate. La gravità dell’aborto è un dramma per il bambino, per i suoi genitori e per la società. Comprendendo queste situazioni drammatiche, i vescovi tengono che si parli sempre con delicatezza e tatto delle persone e delle coppie che fanno la scelta dell’aborto.”


Difficile trovare posizione più ipocrita di questa! La gravità dell’aborto un dramma per il bambino? Altro che dramma! Il bimbo viene fatto letteralmente a pezzi! In allegato troverete l’articolo di Tosatti pubblicato sulla nuova bussola, da cui estraggo la seguente dichiarazione:

Tommy Scholtès, un sacerdote, portavoce della Conferenza episcopale belga, ha detto: “Le parole di Stèphane Mercier mi sembrano caricaturali. La parola omicidio è troppo forte: presuppone una violenza, un atto commesso in piena coscienza, con un’intenzione, e questo non tiene conto della situazione delle persone spesso nella più grande angoscia”. Ha poi aggiunto che “formule del genere non aiutano la Chiesa, specialmente nel quadro dell’appello alla vita lanciato dal Papa”. Ha ammesso che il rispetto per la vita resta al centro della dottrina “ma il Papa chiama anche alla misericordia: dobbiamo mostrare comprensione, compassione”.

Siccome la lezione di Mercier era di natura teorico filosofica e non indirizzata ad una persona in particolare, il richiamo alla misericordia è del tutto fallace. Non si può mostrare “comprensione, compassione” nei riguardi dell’aborto. La prima forma di carità è proprio la verità stessa: l’aborto è un delitto abominevole!
Ormai, gran parte degli uomini di Chiesa sono ottenebrati nell’uso della ragione e della fede, per cui la dittatura dei diritti umani procede spedita (QUI). Scrive Rusconi su rossoporpora (QUI):

Il “Comitato dei diritti dell’uomo” con sede a Ginevra, si legge sul sito dello stesso, “è un organo composto di esperti indipendenti che sorvegliano la messa in opera del ‘Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici’ (1966) degli Stati che l’hanno sottoscritto. Gli “esperti” sono 18 (uno per ogni Paese membro dell’organismo) e sono “persone di grande caratura morale e di riconosciuta competenza nel settore dei diritti umani”. La 119.ma sessione, svoltasi a Ginevra dal 6 al 28 marzo, ha analizzato anche il rapporto sull’Italia (oltre a quelli sul Bangladesh, la Serbia, il Turkmenistan, la Thailandia e la Bosnia-Erzegovina). Ebbene, che si legge nelle ‘Osservazioni finali’ degli esperti” di “grande caratura morale e di riconosciuta competenza nel settore dei diritti umani”? Quarantaquattro i punti di tale documento. […]. ai punti 16 e 17: il Comitato degli “esperti di riconosciuta competenza nel settore dei diritti umani” è colpito da quanto riferito e cioè che in Italia ci sono difficoltà ad accedere all’aborto legale perché ci sono troppi obiettori di coscienza; la conseguenza, deducono tali “esperti”, è che ci sono molti aborti clandestini. Che cosa raccomanda il Comitato? “L’aborto va garantito” senza remore su tutto il territorio nazionale, le donne “devono avere un sistema di riferimento”. Perfino il giornale galantino e catto-inciuciante, l’ “Avvenire”, riferendo con sobrietà delle raccomandazioni, qui deve cautamente prendere le distanze: “Il documento del Comitato non accenna al fatto che l’alto numero di obiettori in Italia non incide (…) sulla garanzia del servizio negli ospedali” (NdR: da notare il termine ‘servizio’)al punto 11: alle ‘coppie omosessuali’ deve essere permesso di adottare ‘figli’ e di accedere alla fecondazione artificiale, anche per combattere le discriminazioni contro le persone Lgbt.


Concludo con questa frase tratta dal libro di Marcello Pera “Diritti umani e cristianesimo” che riassume la questione in modo impressionante:

I padri liberali non erano consapevoli di aver creato una bomba a orologeria. Cominciare con l’individuo e i suoi diritti rinunciando all’idea di una vocazione umana, equivale a mettere in moto un processo che porta alla sovranità senza limiti dell’individuo, slegato dalla natura e dalla moralità naturale. In altri termini, il pensiero cristiano aveva detto: “Questi sono i tuoi doveri e che Dio ti aiuti”; il pensiero contemporaneo ora dice: “Questi sono i tuoi diritti e che il diavolo si prenda cura di te” (que le diable t’emporte)

Purtroppo, il diavolo si prende cura di troppi ecclesiastici, a tutti i livelli…

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia!

Preleva l'articolo di Tosatti

“L’aborto un omicidio? Non esageriamo...” Scandalo in Belgio, vescovi contro il prof cattolico

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