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Il #gender esiste? No, ma è ampiamente disseminato

Autore:
Stocchi, Gianluca
Fonte:
CulturaCattolica.it

Questo articolo non sarebbe mai uscito se, parlando con degli amici, non fossero caduti letteralmente dalle nuvole quando gli ho detto che l’idea della fluidità dei generi è disseminata in diversi prodotti di intrattenimento rivolti a bambini e ragazzi. Mi sembravano così palesi i riferimenti da sentirmi un po’ in imbarazzo a volerli anche sottolineare. Ma, probabilmente non è così. Qui farò alcuni esempi. Quello della disseminazione è un concetto proprio dell’ipnoterapia di Milton Erickson, che la utilizzava per il bene dei pazienti in modo da aprire in loro nuovi spiragli di possibilità per vivere meglio le loro vite. Consiste essenzialmente nel disperdere delle suggestioni all'interno di un discorso più generale, innocuo agli occhi del soggetto. Cosa c’è di più innocuo o famigliare di un cartone animato o di una carta con cui si giocano battaglie infinite a suon di punti difesa e punti di attacco? Intanto all’interno di questo contesto famigliare la tua visione della realtà, di cosa è possibile e sensato e cosa non lo è, cambia. Tanto più se sei un bambino e della realtà vera, cioè di cosa è possibile e cosa non è possibile ancora non hai sufficiente esperienza. L’arte è quella di trasmettere nuovi significati attraverso un nuovo modo di concepire l’evoluzione dei personaggi e le loro caratteristiche intrinseche. Premetto che non sono un esperto di questi giochi o prodotti mediatici per cui mi limito a quanto ho notato. Partiamo dalle carte Pokemon nate nel 1996. All’inizio i personaggi avevano un’evoluzione lineare: da cuccioli divenivano adulti. Da cuccioli i personaggi avevano una certa potenza e da adulti una maggiore. Ora, in alcune carte, da uno stesso cucciolo possono scaturire più generi di adulti. È il caso della carta EEvee che ha sette distinte possibilità di evoluzione. Ma anche di altre carte come quella di Arceus. Proseguendo nella nostra perlustrazione ci potremo imbattere nel cartone animato One-Piece. Un anime che ha ormai molte stagioni alle sue spalle e nel quale troviamo la figura di un trans, Emporio Ivankow, che aiuta il protagonista del cartone animato a fuggire da una prigione.

Il personaggio in questione si è trasformato dopo essersi iniettato da solo degli ormoni sessuali e la sua arma nella lotta è quella di iniettare ormoni femminili a chi gli è di ostacolo attraverso delle punte che ha sulle dita delle mani (in pratica fa delle punture ai fianchi delle vittime). Le vittime, uomini trasformati in donne, a volte fuggono pieni di vergogna e altre volte “scoprono la loro vera identità” parole queste dei personaggi stessi che ringraziano il loro provvido avversario. Non si può evitare un riferimento al cartone animato Zootropolis in cui si assiste in tutta la trama all’evocazione del superamento dei ruoli sociali prescritti e delle predisposizioni di natura, anche quelle più ragionevoli. Per questo film ci vorrebbe un articolo a parte. Qui basta accennare al fatto che gli animali carnivori sono diventati vegetariani per il quieto vivere con gli altri animali e che ad un volpino viene risposto con ferma convinzione “e tu piccoletto da grande vuoi essere un elefante? Bè allora lo sarai perché questa è Zootropolis e ognuno può essere ciò che vuole”. I volpini quindi crescendo possono diventare elefanti. I maschi – femmine, le femmine – maschi oppure poliziotte. In quell’assurda mescolanza che sono le teorie gender in cui i dati di natura sono sullo stesso piano dei ruoli sociali.

I pinguini inoltre possono pensare di essere delle tigri, travestirsi da tigre ed essere considerati come tigri e pensare di aver per figlio un pesce tigrato. Questa non è la città di Zootropolis, ma un altro cartone animato prodotto in Francia molto seguito su Rai Yo Yo che si chiama Vita da Giungla. Il protagonista della serie, Maurice, è un pinguino che si pittura a strisce arancioni come una tigre ed è a capo di una banda di super eroi dalle bizzarre avventure dentro la foresta. Porta sempre con sé dentro l’ampolla di vetro il pesciolino Junior che è suo figlio adottivo (anche lui pensa di essere una tigre). Conosco molte storie classiche e non mi sembra che il tema del distanziamento dalla natura delle cose sia mai stato trattato con toni così trionfalistici o esaltanti. Mi viene in mente la storia la rana e il bue, quella rana che pensava di poter diventare come un bue e che finisce per scoppiare.

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