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L’orologio della vita se ne infischia

Fonte:
CulturaCattolica.it
Però va anche detto che noi donne lo sappiamo bene, ci sono trucchi per nascondere le rughe, ma l’orologio della vita se ne infischia.

Mi son persa, non so come è finita la campagna del Ministero della salute sulla fertilità, tra vignette ritirate, rifatte, copiate e criticate.
Diciamolo, forse “#Fertility Day” non era un bel nome, qualche scrittore che di solito si fa paladino dell’antimafia, si è pure indignato criticando, l'iniziativa del ministero della Salute per informare le donne sui problemi legati alla fertilità.
Ma io andrò controcorrente e dirò che non li ho trovati offensivi quei manifesti, in fondo dicevano cose che sappiamo, ma che non ci fa piacere sentirci dire. Come “il fumo nuoce gravemente alla salute” sui pacchetti di sigarette.
Lo sappiamo che il fumo fa male, ma a molti fumatori non basta sentirselo dire.
Così come: “La bellezza non ha età, la fertilità si” in fondo lo sappiamo, che dopo aver preso la laurea, trovato un lavoro, un marito, goduto della libertà e spensieratezza, messo su casa, quando decidiamo di essere pronti a fare un figlio, a volte il tempo sta per scadere.
Due le critiche principali alla campagna, che ha slogan come 'Sbrigati, non aspettare la cicogna’ o 'La fertilità è un bene comune’. Da una parte si afferma che il problema principale che ostacola la maternità è di tipo economico, dall'altra si accusano gli slogan di colpevolizzare le donne che, per volontà o per altri problemi, non hanno fatto figli.
Qualcuno dice che il Ministro Lorenzin, si preoccupa di risparmiare sul bilancio della salute che vede impennarsi le spese legate all’infertilità in aumento.
Sta di fatto che negli scaffali dei supermercati occupano più spazio i pannoloni per gli anziani incontinenti che quelli per i neonati.
Certo, l’insicurezza lavorativa, la mancanza di sostegni alle famiglie da parte dello Stato, la carenza di asili nido, in alcuni casi spaventano, ma siamo sicuri che sia per questo che siamo diventati un paese di vecchi?
Io credo che molto abbia influito il cambio di mentalità. Il figlio non è più un dono, non rappresenta più il desiderio di continuità di una storia d’amore che si concretizza dando la vita a un altro da sé.
Spesso un figlio si progetta, si pianifica, si pensa, viene prima o dopo, altre priorità, spaventa il fatto che un figlio sia un impegno a tempo pieno, che chieda un cambio di vita.
Così quando si corre il rischio di decidere di mettere al mondo un figlio ad un’età dove la fertilità è meno “vivace”.
Pertanto “La bellezza non ha età, la fertilità si” può scandalizzare più di un #gay pride, può toccare la sensibilità di donne e uomini, ma che il problema è serio lo dicono i medici.
Siamo sicuri che la denatalità sia dovuta solo alla difficoltà di trovare lavoro, allo spostamento in avanti dell’età lavorativa, alla mancanza di sostegni Statali? Certo, tutto concorre, ma nel dopoguerra si facevano figli e non si navigava nell’oro, ma si guardava al domani con speranza.
Io me lo sono letto il “PIANO NAZIONALE PER LA FERTILITÀ “ “Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro” in fondo non ci ho trovato nulla di offensivo. Si poteva fare di meglio. Resta il fatto che siamo un paese di vecchi che cercano di mantenersi giovani, che lottano contro le rughe e il tempo che passa, ma si vendono più ausili per anziani che passeggini.
Diciamocelo, una volta si diceva “ogni frutto ha la sua stagione” ora invece si vogliono far maturare le ciliegie in autunno, questo non vuole offendere chi ha problemi di fertilità, chi vorrebbe un figlio, ma non gli è dato questo dono, la natura umana che ci piaccia o no non siamo noi a governarla. Però va anche detto che noi donne lo sappiamo bene, ci sono trucchi per nascondere le rughe, ma l’orologio della vita se ne infischia.

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