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Educare all'uso del #web o educare al rispetto della vita?

Fonte:
CulturaCattolica.it
Basta l'educazione all'uso del web, o è un'educazione al rispetto della vita che manca?

#Tiziana Cantone 31 anni, si fa immortalare mentre fa sesso e manda il video ad alcuni amici. Amici? Le parole vanno pesate. Gli “amici”, mettono online il video che diventa un tormentone del web.
Un vero e proprio fenomeno mediatico di cui la ragazza di Mugnano NA aveva evidentemente sottovalutato le conseguenze. Tiziana ha cercato di porre rimedio, si è rivolta al Tribunale, ma come raccogliere piume sparse dal vento?
Il suo avvocato, Roberta Manzillo, ha citato in giudizio, assieme alle persone che hanno diffuso il video, Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube, oltre alle persone responsabili della diffusione in rete, dichiarando: «Ci siamo appellati al diritto all'oblio». Tiziana non regge il peso della vicenda e si uccide. Non sapremo mai cosa è passato nel suo cuore, cosa le ha corroso l’anima sino a farla decidere che questo mondo non faceva più per lei. Ora tutti ne parlano, chi la descrive come una ragazza plagiata, chi come una scaltra. Sul web qualcuno ha anche invitato le donne a scendere in piazza per copulare pubblicamente, convinti che la colpa sia dei bigotti che negano alle donne la libertà di esprimere la propria sessualità.
Il sacerdote durante l’omelia ha invocato leggi a tutela della dignità delle persone: "Ci domandiamo perché questa bella ragazza piena di prospettive si è sacrificata. Il perché non lo sapremo mai, resterà un mistero. Ma abbiamo la certezza che lei amava la vita, voleva essere in questa vita” "Dobbiamo fare in modo che ci siano leggi che tutelino queste persone" "Preghiamo per la conversione di chi vive nella malvagità" ha poi aggiunto.
Tiziana non è la sola vittima dell'uso sconsiderato del web, ci sono altre ragazzine che si sono suicidate perché quello che chiamano ciberbullismo, le aveva travolte. Una ragazza di 17 anni, viene stuprata e le “amiche” la filmano, anziché andare in suo soccorso. Lei è ubriaca, priva di volontà, e chi le sta intorno anziché proteggerla la usa.
A La Spezia un’adolescente durante una festa in spiaggia si è fatta riprendere in atteggiamenti intimi con un coetaneo, mentre tutti intorno a loro li incitavano come attorno a un combattimento di galli. E’ intervenuta la polizia postale, ha fermato il diffondersi dei video. Ma basta?
Bisogna educare all’uso del web, certo. Bisogna che gli adulti siano più accorti, che facciano lo sforzo di comprendere il mezzo per educare i giovani all’uso di questo “nuovo mondo”.
Va però detto, che spesso sono gli stessi adulti che utilizzano con superficialità i mezzi di comunicazione.
Scriviamo cose che - cadono - sulla tastiera senza chiederci se domani ce ne pentiremo. Mettiamo online ogni sentimento, ogni arrabbiatura, lo screzio con il marito, il litigio con la collega, il video del compleanno o la soddisfazione per essere riusciti ad accoppiare i calzini che erano nel cesto della biancheria.
Esistiamo solo se qualcuno clicca “like”. Ne vale la pena? Davvero vogliamo condividere con il mondo ogni istante del nostro vivere?
Certo, serve un’educazione all’uso del web, ma prima ancora un’educazione al rispetto di sé e degli altri. Bisogna riscoprire il pudore, che non è un sentimento obsoleto, ma innato nel cuore dell’uomo.
Urge ricominciare a riflettere sul valore del corpo delle donne e degli uomini. Se ricominciassimo ad educare i giovani alla bellezza e grandezza dell’amore? Un atto d’amore tra un uomo e una donna è una cosa talmente unica, bella, privata, che va custodito, non perché sia una cosa da nascondere, ma perché è una cosa da proteggere.
Queste tragedie mettono in evidenza la nostra fragilità, possiamo fare regole per l’uso del web, leggi per punire chi non rispetta le regole, ma la verità è che ci sono aspetti della vita che hanno una sacralità, un’esclusività che non può essere condivisa con tutti, proprio perché preziosa.
Dobbiamo ricominciare ad educarci per educare. Dobbiamo chiederci se come cristiani ci siamo uniformati al mondo o siamo ancora capaci di testimoniare che la fede c’entra con la vita? Se crediamo che Dio è qui oggi, o se invece ne parliamo come di una cosa accaduta in passato? La #Misericordia a cui il papa ci richiama cos’è se non la possibilità di sentirsi amati a tal punto da ricominciare? Se Tiziana avesse incontrato questa misericordia forse la vita sarebbe stata per lei un’opportunità per tornare a vivere.

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