La testimonianza di Padre Jaques Hamel
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Jacques Hamel nasce il 30 novembre 1930 (festa di Sant’Andrea), a Darnétal, paese di 7000 abitanti immerso nella verde campagna di Normandia.
Dall’età di sei anni è puntualmente chierichetto della chiesa di Saint-Paul, a dieci parla e legge il latino.
Il parroco di Saint-Paul, ha addirittura ottenuto il permesso dalle autorità cittadine di poter andare a cercare il piccolo Jacques alla scuola pubblica in caso di una importante messa mattutina, nell’eventualità di un funerale ad esempio.
All’età 14 anni, Jacques entra in seminario, per la gioia della madre, orgogliosa per tutta la vita della vocazione del figlio.
Nel 1952, le avvisaglie della Guerra d’Algeria: Jacques, 22enne, è chiamato a servire la Francia ma sorprendentemente rifiuta il grado di ufficiale per combattere come soldato semplice: “per non dover mai dare a degli uomini l’ordine di uccidere altri uomini”.
Nel corso di uno scontro nel deserto, è l’unico del suo reparto a sopravvivere. La sorella Roselyne racconta che, pensando a quel giorno, Jacques si domandava immancabilmente: “Perché proprio io?”
L’esperienza della guerra rafforza la sua fede.
Tornato in Francia, il 30 giugno (festa dei Santi Primi Martiri della Chiesa) 1958, Jacques è ordinato sacerdote a Rouen. Ha 28 anni e ora è padre Jacques.
Non lascerà mai la Normandia, terra marcata profondamente dalla fede cattolica: parroco a Petit-Quevilly, poi a Sotteville-lès-Rouen, a Saint-Pierre-lès-Elbeuf. Nel 1988 arriva a Cléon, parrocchia di campagna di tremila abitanti, vi resterà fino al 2000.
Jacques Hamel ha ormai compiuto settant’anni quando fa il suo ingresso a Saint-Etienne-du-Rouvray, parrocchia di periferia con una bella chiesa del XVII secolo, nella diocesi di Rouen.
Nel 2005, a settantacinque anni, un nuovo sacerdote arriva a Saint-Etienne, Pierre Belhache, 35 anni. Jacques ha l’età per andare in pensione. Ma rifiuta e decide di restare. Viene allora nominato prete ausiliario e nel 2008 festeggia il suo giubileo d’oro: 50 anni di sacerdozio.
Qualche anno dopo, padre Belhache viene sostituito da padre Auguste Moanda Phati, congolese.
In assenza di quest’ultimo, è sempre padre Jacques a celebrare la messa, come durante la mattina di martedì 26 luglio 2016.
———
Adel e Abdel si sono conosciuti il 22 luglio, sul web, inviandosi dal cellulare messaggi criptati attraverso una semplice chat: Telegram.
Il giorno dopo, Abdel Malik Petitjean lascia Aix-les-Bains per percorrere i 700 chilometri che lo separano dalla periferia di Rouen, per raggiungere l’indirizzo dove Adel Kermiche gli ha già preparato una tenda in giardino.
Adel e Abdel finalmente si incontrano, hanno 19 anni, e per ben due volte a testa hanno tentato di lasciare la Francia per raggiungere la Siria e combattere insieme a quello Stato Islamico (Isis o Daesh, che dir si voglia) cui hanno giurato fedeltà (sempre via web, tramite un video in cui esortano a e promettono di “colpire in ogni modo la Francia e i francesi, nemici dell’islam”).
Per due volte Abdel è stato bloccato in Turchia, in quanto schedato per radicalizzazione. Decide allora di agire in Francia, avendo il supporto web, grazie a vari social-network, di oltre 200 jihadisti tra i quali figura, appunto, un certo Adel.
Adel Kermiche è cittadino francese, arrestato nel 2015 a Ginevra per aver cercato più volte di raggiungere la Siria, era stato poi estradato in Francia e posto sotto sorveglianza domiciliare in quanto soggetto radicalizzato ad alto rischio.
Nonostante il parere negativo delle forze antiterrorismo, la magistratura ordinaria, nel marzo 2016, ha deciso di concedere ad Adel il permesso di lasciare la residenza dalle 8:30 alle 12:30.
La famiglia di Adel non è praticante, ma dopo gli attentati di Charlie Hebdo, il ragazzo inizia a frequentare la moschea locale, costruita su un terreno un tempo appartenente alla parrocchia.
La sera del 23, Adel e Abdel decidono insieme di colpire a modo loro i miscredenti francesi: sanno che martedì alle 9:00 sarà celebrata una messa nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.
Alle 9:30, i due fanno irruzione armati di coltello dalla porta posteriore della chiesa.
———
In quel momento padre Jacques, 86 anni, sta celebrando la messa.
Sono presenti cinque persone, una coppia di parrocchiani e tre suore.
Adel e Abdel sgozzano padre Jacques sull’altare, dopo aver ferito gravemente un fedele costretto a filmare la scena con un cellulare.
Una delle suore riesce ad uscire dalla chiesa e a chiamare aiuto.
All’arrivo della polizia, pochi minuti dopo, i due jihadisti escono dalla chiesa , al grido “Allah u akbar” si gettano contro gli agenti che fanno fuoco uccidendoli entrambi.
———
Padre Jacques giace all’interno della chiesa.
Le sue ultime parole sono state “vattene Satana!”.
Padre Jacques rispondeva sempre a chi lo invitava ad andare in pensione:
“Si è mai visto un prete andare in pensione? Io lavorerò e servirò Dio fino al mio ultimo respiro”
Prima di padre Jacques, l’ultimo martirio in Francia di un prete assassinato durante la celebrazione della Santa Messa era avvenuto durante la Guerra di Vandea.