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Edith Stein: «Devo continuamente pensare alla regina Ester...»

Fonte:
CulturaCattolica.it

Fu proprio il giorno 9 agosto 1942 che Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti altri del suo popolo ebraico, morì nelle camere a gas di Auschwitz. Abbiamo ancora davanti la preghiera in silenzio di Papa Francesco e le parole di san Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione a Colonia, il 1 maggio del 1987 : “Ci inchiniamo profondamente di fronte alla testimonianza della vita e della morte di Edith Stein, illustre figlia di Israele e allo stesso tempo figlia del Carmelo. Suor Teresa Benedetta della Croce, una personalità che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo, una sintesi ricca di ferite profonde che ancora sanguinano; nello stesso tempo la sintesi di una verità piena al di sopra dell’uomo, in un cuore che rimase così a lungo inquieto e inappagato, “fino a quando realmente trovò pace in Dio”.
Sintesi drammatica del secolo passato: ultima di 11 figli, nata il 12 ottobre del 1891 quando la famiglia ebrea festeggiava lo Yom Kippur, la maggior festività ebraica dell’espiazione, morto il papà perse la fede in Dio. ”In piena coscienza e di libera scelta smisi di pregare”.
Intelligente riesce a scuola e nel 1913 frequentò le lezioni universitarie di Edmund Husserl affascinata dal nuovo concetto fenomenologico di verità non solo soggettiva, divenne sua discepola e assistente e anche conseguì con lui la sua laurea. Incontrò anche il filosofo Max Scheler e da questo incontro la sua attenzione al cattolicesimo.
Allo scoppio della prima guerra mondiale presta servizio in ospedale militare. Accudisce i degenti malati di tifo, presta servizio in sala operatoria, vede morire uomini nel fior della gioventù e scrive “Ora non ho più una mia propria vita”.
Nel Duomo di Francoforte osservò una popolana, con la cesta della spesa che si sofferma per una breve preghiera: “Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l’accaduto… Ci sono stati degli individui che in seguito ad una improvvisa mutazione della loro personalità hanno creduto di incontrare la misericordia divina”.
Nel 1921 legge l’autobiografia di Teresa d’Avila, la lesse tutta la notte: “Quando rinchiusi il libro mi dissi: questa è la verità”. E il 1 gennaio del 1922 si fece battezzare. Era il giorno della Circoncisione, del completamente ebreo Gesù, la sua accoglienza nella stirpe di Abramo… Avevo cessato di praticare la mia religione ebraica e mi sentivo nuovamente ebrea solo dopo il mio ritorno a Dio. Aspira al Carmelo e vi entra. “Durante il periodo immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia conversione… credevo che condurre una vita religiosa significasse rinunciare a tutte le cose terrene e vivere solo nel pensiero di Dio. Gradualmente mi sono reso conto che questo mondo richiede ben altro da noi… io credo persino: più uno si sente attirato da Dio e più deve “uscire da se stesso”, nel senso di rivolgersi al mondo per portarvi ivi una divina ragione di vivere. Da carmelitana enorme il suo programma di lavoro: traduce le lettere e di diari del periodo pre-cattolico di Newman e l’opera di san Tommaso sulla verità in dialogo con la filosofia moderna. Come filosofa l’ho conosciuta tramite la Vanni Rovighi alla Cattolica. Ma fin dall’agosto 1960, dopo appena un mese dall’ordinazione, ho fatto il mese ignaziano ad Ariccia e lì mi è capitato tra le mani “Scientia crucis”, La scienza della croce: può essere appresa solo se si sente tutto il peso della croce aiutati dall’attualizzazione sacramentale, eucaristica del sacrificio di Gesù Cristo. “Di ciò ero convinta già dal primo attimo e di tutto cuore ho pronunciato: ti saluto, Croce, nostra unica speranza”. Il 9 giugno 1939: alla scuola di San Giovanni della Croce “La mia unica professione sarà d’ora in poi l’amore”: “Chi entra nel Carmelo non è perduto per i suoi, ma in effetti ancora più vicino; questo poiché è la nostra professione di rendere conto a Dio per tutti” Soprattutto rese conto a Dio per il suo popolo, il popolo ebraico. “Devo continuamente pensare alla regina Ester che venne sottratta al suo popolo per renderne conto al re. Io sono una piccola e debole Ester ma il re che mi ha eletto è infinitamente grande e misericordioso. Questa è una grande consolazione”. “Già ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia morte … in modo che il Signore venga conosciuto dai Suoi e che il suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo…” Noi, in questa celebrazione, aggiungiamo per l’Italia, per l’Europa, per l’Occidente che si scristianizza .

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