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Attentato di #Orlando e cordoglio doppiopesista

Fonte:
CulturaCattolica.it

Cordoglio per le vittime dell’attentato di Orlando. Preghiera e pietà per quelle povere anime che ora si trovano dinanzi al Tribunale di Dio. Detto questo, però, è impossibile restare in silenzio di fronte al pianto ipocrita e interessato di tutte quelle prefiche che, tra l’altro, colgono la luttuosa circostanza per parlare a vanvera di omofobia, invocando leggi speciali e punizioni esemplari. Il doppiopesismo strabico di costoro raggiunge limiti da voltastomaco. Si esaltano alcuni morti, si tace di altri. Nel mondo, infatti, la persecuzione dei cristiani sta raggiungendo cifre da genocidio. Ogni mese sono 322 i cristiani uccisi per la loro fede, 214 gli edifici distrutti o danneggiati per motivi religiosi e 772 i casi di violenza contro i cristiani, che comprendono percosse, rapimenti, stupri, arresti e matrimoni forzati. Tradotto significa che, in media, ogni giorno dieci cristiani vengono eliminati; ventiquattro subiscono violenza, e sette tra chiese e luoghi di culto vengono distrutti o danneggiati. Un genocidio quotidiano, di fronte al quale tanti di coloro che oggi piangono i morti di Orlando dovrebbero vergognarsi. Uso non a caso il termine vergogna. Lo scorso 26 dicembre 2015, infatti, nella solennità di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, Papa Francesco ha invitato a pregare «per i cristiani che sono perseguitati, spesso con il silenzio vergognoso di tanti». Non è la prima volta che il Santo Padre interviene sul tema. Durante una sua omelia tenuta a Santa Marta il 7 settembre 2015, ad esempio, è tornato a parlare delle persecuzioni che subiscono i cristiani, ancora oggi «forse più che nei primi tempi», ricordando che sono «perseguitati, uccisi, cacciati via, spogliati solo per essere cristiani». Queste le sue parole: «Cari fratelli e sorelle, non c’è cristianesimo senza persecuzione! Ricordatevi l’ultima delle Beatitudini: quando vi porteranno nelle sinagoghe, vi perseguiteranno, vi insulteranno, questo è il destino del cristiano. E oggi, davanti a questo fatto che accade nel mondo, col silenzio complice di tante potenze che potevano fermarlo, siamo davanti a questo destino cristiano. Andare sulla stessa strada di Gesù».
Sì, ha ragione il Papa. I potenti hanno una visione strabica della realtà e provano commozione a intermittenza. Le lacrime scendono sempre a seconda della convenienza politica, dello status delle vittime, della pressione delle lobby, del livello di political correctness. Non rientrando i cristiani massacrati in nessuna delle categorie che inducono alla lacrimazione pubblica, ha ragione il Papa: quello dei potenti resta un silenzio vergognoso e complice. Nessuno muove un dito per fermare il genocidio dei cristiani. Anzi, si contribuisce a nasconderlo, e quindi a diffonderlo, attraverso un connivente e infame silenzio mediatico.
Occorre combattere ogni forma di discriminazione tra i vivi, come tra i morti. Non esistono vittime di serie A e vittime di serie B. Vittime per cui piangere e vittime da ignorare. Tutte le vite innocenti soffocate per mano assassina hanno pari dignità e meritano un’identica manifestazione di cordoglio.
Non ci può essere nessuna ragione ideologica, politica, economica, religiosa che possa giustificare una disparità di trattamento nella tragica contabilità delle vittime di un attentato.
Cari amici che oggi vi commuovete per i morti di Orlando ma che continuate ad ignorare quelli cristiani, ricordatevi che non si piange con un occhio solo.

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