W la #lavatrice
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- Washington, Capitol Mall
“Quindi reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata. Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita. Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni #bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore. Quando l’istituzione del #matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi reagiremo affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale. Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la #famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato”. OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
Era il 7 ottobre 1979, e di certo non immaginavamo che si sarebbe dovuti andare in piazza per dire che un bambino ha bisogno di una madre e di un padre, che non può essere un “prodotto da scaffale” assemblato grazie alla scienza, acquistato all’estero da chi non potendo per natura, vuole fare il padre o la madre a tutti i costi.
Eppure è accaduto, e sono certa che nulla venga per nuocere, non mi piacciono le tifoserie, pro e contro famiglia, perché il tifoso di per sé non ragiona, difende la sua squadra senza vederne i difetti.
Però ci sono momenti in cui è necessario ribadire il vero, affermare ciò per cui vale la pena vivere.
Quello che sta accadendo, indipendentemente se il legislatore terrà conto o meno della piazza, del popolo, quello che sta accadendo ci interroga.
Come siamo arrivati a questo? Com’è potuto accadere che si arrivasse a pensare che ogni amore è matrimonio e soprattutto che un figlio si possa “commissionare” assemblare con sperma e ovuli e far crescere nel ventre di una madre che ne è solo l’incubatrice?
Come siamo arrivati a disgiungere la fisicità dalla procreazione?
La distruzione è partita da lontano, quando si è pensato che la contraccezione fosse la formula per liberare le donne dal rischio gravidanza. Quando abbiamo pensato che la sessualità potesse essere disgiunta dall’amore, quando una legge ha stabilito che i figli si possono eliminare nei primi tre mesi di gravidanza. La legge crea mentalità e in questo caso abbiamo iniziato a vedere i figli come a qualcosa che si deve “scegliere, programmare” prima ancora di amare.
Il passo verso i figli commissionati è stato relativamente breve.
Però io non do nulla per perduto, comunque vada, quello che sta accadendo interroga ognuno di noi, la nostra responsabilità, se siamo cattolici anche la nostra fede?
Come viviamo? Chi ci incontra percepisce la gioia di essere cristiani? L’onore di fare famiglia?
Perché o la fede è un guadagno, oppure, è solo un bigino di istruzioni per l’uso.
Anni fa, scriveva Lucetta Scaraffia in un suo articolo, che più che la contraccezione la liberazione della donna deve dire grazie alla lavatrice.
Parole vere e verificate, perché i figli crescono, portano con sé esperienze e gioie, fatiche certo, ma quanto è bello vederli diventare uomini e donne? I panni nel cesto della biancheria sporca crescono, non danno gioie, non si lavano da soli e se io dovessi lavarli a mano avrei meno tempo per la mia famiglia, per le mie passioni e anche per una bella gioiosa e sana sessualità!