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2016: anno della legge sulle unioni dello stesso sesso in Italia?

Fonte:
CulturaCattolica.it

In Italia il premier Renzi ha rilanciato sulla legge Cirinnà, che riguarda anche le unioni omosessuali, come su uno dei suoi obiettivi per l'inizio del 2016. Ci sono stati altri due paesi europei che si sono espressi su questo tema alla fine del 2015. La Slovenia, dove in un referendum popolare per la seconda volta hanno vinto coloro che chiedevano il non riconoscimento delle unioni omosessuali e in particolare ha vinto chi chiedeva il divieto delle adozioni alle coppie omosessuali. In Grecia il governo ha invece approvato una legge sul cosiddetto "matrimonio omosessuale" pur avendo evitato di dare il diritto di adozione. Forse la Grecia ha ben altri problemi, ma il Governo ha ritenuto una priorità per i greci questa legge. Pare che chi più dipende dai soldi dell'estero più subisca le pressioni straniere e della Ue per riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. A est invece rimane una contrarietà anche politica e culturale a queste leggi. Nel frattempo a fine 2015 la Ue ha votato contro l'utero in affitto; infatti all’interno del Rapporto annuale sui diritti umani approvato dalla votazione dello scorso Dicembre 2015 si afferma che il Parlamento europeo «condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce; considera che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba esser vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani». Certo bisogna anche sottolineare che lo stesso testo sostiene che l’UE "constata che i diritti delle persone Lgbt sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio". Questa votazione come i diversi atteggiamenti dei diversi paesi mostrano innanzitutto che dal punto di vista legislativo e politico in Europa non c’è l’unanimità su questi temi, come invece in Italia sostengono i fautori del DdL Cirinnà. Questo disegno di legge appare chiaramente come il tentativo (dichiarato perfino dai suoi promotori) di equiparare le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio. In questo senso è da respingere. Come è posta la questione infatti impedirà di sostenere anche giuridicamente ogni distinzione con il matrimonio nell'applicazione pratica e anche nell’affido e nell’adozione dei bambini. Già oggi assistiamo a chiare ingerenze giudiziarie che spingono a riconoscerla, come dimostra la sentenza del Dicembre scorso della Corte d'Appello di Milano (si legga questo ottimo articolo in merito sul sito del MVA http://www.movimentovitamilano.it/rapporto-sentenze-democrazia/ ). In questo senso anche la discussione che riguarda la cosiddetta “stepchild adoption” e il suo stralcio o modifica dal DdL Cirinnà non appaiono risolutivi nel garantire la tutela ai bambini e il loro diritto ad avere un papà ed una mamma e a vietare l’”utero in affitto”. Infatti nonostante quello che la propaganda ripete sulla possibilità di rimanere orfani da parte dei bambini di una donna lesbica con un figlio avuto da una precedente relazione eterosessuale, in verità come dimostrano alcuni casi già riconosciuti dai giudici, si tratterà invece sempre di bambini nati con fecondazione eterologa o utero in affitto fatti all'estero, e che coppie dello stesso sesso vogliono "regolarizzare" in Italia con l'adozione. Ma l'adozione per le coppie eterosessuali è verso bambini che hanno perso i genitori, non deve essere un mezzo per autorizzare pratiche che sono per il bambino una condizione sfavorevole voluta in cui, da subito, perde uno dei genitori biologici tramite la fecondazione eterologa o peggio ancora l'utero in affitto. Noi crediamo che il matrimonio sia l’unione di un uomo e di una donna, aperto alla generazione di figli. Se ci sono esigenze delle persone omosessuali a cui rispondere, anche se molte risposte ci sono già nel nostro diritto civile, se ne possono individuare altre, costituire un testo unico, ma senza equiparazioni che di fatto rendano altre forme di unione uguali al matrimonio. Una parte della nostra società la pensa così, non è minoritaria, è contraria ad ogni tipo di adozione da parte di coppie dello stesso sesso e scenderà in piazza per far sentire la sua voce il prossimo 30 gennaio 2016.

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