Interessanti novità per l'IRC
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Sono stati comunicati in una analisi di Tuttoscuola i dati relativi alla partecipazione degli studenti all’ora di religione cattolica. Molte sono state le considerazioni e le valutazioni. Il prof. Nicola Incampo rileva che nel caso della scuola superiore, in presenza di una qualificata offerta formativa e culturale, cresce il numero degli avvalentesi.
Speriamo che questo segnale indichi ai docenti e alla Chiesa tutta la strada da seguire nel prossimo futuro.
Ecco quanto Nicola Incampo asserisce: «Leggendo i dati si evince che diminuiscono lievemente i numeri generali ma aumenta la qualità della proposta.
Anzi, nelle scuole dove la cosiddetta “ora di religione” è adeguatamente presentata e valorizzata nel Piano dell’offerta formativa, gli avvalentisi aumentano. L’importante è far capire alle famiglie che non si tratta di un’ora di catechismo, che è un’altra cosa e, è bene ricordarlo, non si fa a scuola».
Soprattutto a fronte dell’importante ondata migratoria che sta interessando l’Italia e l’Europa, osserva Incampo, per i giovani è ancora più importante e urgente conoscere i fondamenti della cultura occidentale, tra cui il Cristianesimo è senz’altro uno dei capisaldi, per poter poi rapportarsi in maniera consapevole con i nuovi venuti.
«A scuola a volte c’è un’errata idea di laicità, secondo cui l’insegnamento della religione sarebbe ormai superato. Niente di più sbagliato. Innanzitutto perché l’Insegnamento della religione cattolica è un dato culturale da cui non è possibile prescindere, se si vuole capire fino in fondo il contesto in cui viviamo. Detto altrimenti, l’ora di religione aiuta a muoversi nel mondo».
Infatti il Presidente della CEI ha affermato nei giorni scorsi: «L’insegnamento della religione cattolica è l’esposizione della storia e della dottrina cristiana; è l’affronto dei grandi temi dell’uomo e della vita. Introduce non solo agli universali interrogativi dell’esistenza, ma anche offre a tutti – cristiani e non cristiani – la possibilità di comprendere la società e la cultura del nostro Paese e dell’Europa».