#Colonia, fatti che imbarazzano
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

A Colonia, la notte di capodanno, un migliaio di uomini di origine mediorientale, hanno oltraggiato, derubato, violentato un centinaio di ragazze.
Passano i giorni, cade qualche testa, arriva qualche scusa, arrivano nuove notizie, pare che l’attacco alle donne sia accaduto anche in altre città, forse pianificato, chissà.
Tutti sembrano imbarazzati da questo evento, incapaci anche di indignarsi.
C’è un timore, un pudore, una reticenza, nel raccontare i fatti.
Forse per paura di scatenare reazioni? Forse, ma non solo, in altre occasioni i giornalisti non si sono fatti scrupolo di raccontare, denunciare, le associazioni si sono indignate, strappate le vesti, hanno sventolato bandiere.
Non parlano le femministe, non parlano gli uomini, sarebbe stato interessante che i maschi si dissociassero da tali brutture dicendo che questi uomini mettono in cattiva luce gli immigrati corretti e gli uomini in genere.
L’impressione è che l’ideologia sia più forte del buon senso, della evidente distinzione tra bene e male.
Abbiamo ripetuto talmente tante volte che tutte le religioni sono uguali, che ci risulta difficile ammettere che non è proprio così, che ci sono modi di vedere il rispetto per la vita, per la donna, che sono diversi, ci sono percorsi culturali differenti e non basta varcare la frontiera per diventare uguali a coloro che risiedono al di là.
Ci spiazza il buonismo di cui abbiamo fatto bandiera, ci siamo ostinati a credere che essere buoni voglia dire essere arrendevoli, che tollerare sia sufficiente alla convivenza.
Non è così.
Capita che ospitati nelle Chiese, gli immigrati abbiano lavato i calzini nell’ acquasantiera, certo, non possono sapere cosa rappresenta per noi, ma a noi spetta spiegarlo e pretendere che la nostra sensibilità, cultura e tradizione venga rispettata.
A Perugia, don Scarda, parroco di San Barnaba, ha denunciato una banda, composta da cinque stranieri, che ha scaraventato a terra la statua della Madonna, presa a calci ci ha orinato sopra.
Guai a fare di tutta l’erba un fascio, certo, ma guai a far finta di niente.
Gesù non faceva distinzione tra prostitute e peccatori, accoglieva tutti, ma era molto chiaro, né buonista, né populista.
Accogliere chi fugge dal proprio paese è differente da accogliere chi fugge alla galera nel proprio paese.
L’Europa, ha lasciato che Italia per anni affrontasse da sola gli sbarchi dei disperati e dei fuggitivi, del resto non era colpa loro se noi abbiamo le coste sul mediterraneo, poi hanno tentato un’accoglienza non organizzata e ora ognuno cerca di affrontare il problema facendo da sé, non c’è una strategia, non c’è una decisione comune, non c’è Europa.
Che fare? In attesa che chi governa lo faccia sul serio, bisogna che ognuno di noi si chiarisca le idee, diventi chiaro prima di tutto a noi, in cosa crediamo, quali sono le nostre regole per una possibile convivenza e cosa fare di chi non le rispetta.
Poche regole e chiare, è come nell’educazione dei figli, non servono le prediche ma la chiarezza.