La Russia rivive la ricaduta nel totalitarismo
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Accanto al tramonto dell’ideologia marx-leninista riconosciuto cordialmente anche dai capi dell’attuale partito comunista russo e da Putin, accanto all’assunzione della religione cristiana ortodossa come sostituzione della dottrina comunista rimane ancora a capo del governo e del partito comunista una mentalità sovietica che aspira ad uno stato autoritario e ad una espansione territoriale.
Dal basso, dalle persone esiste però anche una mentalità più sana che ricorda lo spirito del samizdat
Oggi in Russia si inducono sentimenti antioccidentali e anti-ucraini in modo molto sottile. Lo scopo di questa ondata informativa non è soltanto quello di formare un mentalità negativa di ciò che avviene in Ucraina, ma nello stesso tempo di discreditare agli occhi dei russi tutti i valori liberali e le concezioni di uno stato giuridico e dei diritti della persona, in modo da indebolire il sostegno all’opposizione. Per il momento non si può dire che l’ondata dell’opposizione vada calando: l’intensificazione della propaganda non indebolisce, semplicemente essa incomincia a venir a noia ai russi.
Il problema della percezione dell’Occidente da parte dei russi, di cui si serve la propaganda, ha costantemente una doppia faccia. Da una parte della popolazione russa esiste una visione alquanto idealizzata su gli Stati Uniti e i paesi d’Europa, come fossero degli stati ad alto livello di cultura giuridica, con un tribunale indipendente; stati benestanti capaci di difendere socialmente i cittadini. Questo è un antico ed importante stereotipo vivo nella coscienza della Russi.
D’altra parte rinasce periodicamente nei russi l’inerzia di vecchi miti ideologici e di stereotipi dei tempi sovietici. Questi stereotipi dell’odio da parte degli occidentali: gli Stati Uniti, nel periodo sovietico, sono in prima linea nei complotti e negli attacchi contro la Russia. La credenza che lo scopo principale dell’Occidente sia di indebolire la Russia, umiliarla, smembrarla, privarla della ricchezza delle sue materie prime, perfino distruggere una buona parte della popolazione. I miti di questo genere sono l’altra parte del giudizio ideologico sull’Occidente.
I sociologi e gli psicologi chiamano “risentimento” questo modo di pensare: invidia che si trasforma in uno sdegno che vuol essere morale. Per quanto la Federazione russa non riuscirà mai a raggiungere il livello di vita europeo, nella coscienza dei suoi cittadini si elabora un meccanismo incosciente di difesa. Nasce così il desiderio di diffamare l’immagine dell’Occidente, attribuendo ad esso intenzioni nemiche, mentre per se stessi si immagina una superiorità morale. Questo è un complesso nazionale comune di inferiorità che la propaganda russa ha saputo sfruttare.
Nella coscienza di massa vi sono vari tasti che si possono variamente sfruttare, obbligando le persone ad operare secondo il comodo del potere. Nonostante il fatto che molti russi vogliano sinceramente sviluppare e approfondire i rapporti con l’Occidente, questa mentalità facilmente coesiste assieme all’inimicizia e con il sentimento di essere minacciati.
Così questi sentimenti che, per se stessi si escludono, possono coesistere nella coscienza della persona, benché possa apparire strano. La questione è che gli abitanti della Russia non sono in grado di controllare il campo informativo e quindi dipendono da esso in misura significativa. Se sullo schermo si presentano costantemente e in modo aggressivo delle idee e degli slogan antioccidentali, col tempo lo sforzo costante di normalizzare i rapporti con l’Occidente incomincia imperturbabilmente ad incontrare una situazione di propaganda negativa contro l’Occidente.
Io chiamerei la situazione attuale della Russia come una certa ricaduta nel totalitarismo: la trasformazione di tutti i canali d’informazione in mezzi di propaganda. Per i russi non c’è possibilità di raggiungere una fonte indipendente di informazioni; tutto ciò che non è in accordo con la linea ufficiale del Cremlino non può raggiungere canali informativi che possano influenzare, la stampa e soprattutto la televisione.
Per questo non si può contare su un improvviso ricupero della mentalità del popolo. Soltanto un lento e costante peggioramento della situazione economica, che è già iniziato, col tempo farà rinsanire i russi.