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Self made woman

Fonte:
CulturaCattolica.it

E’ una delle domande che più interrogano la mente e il cuore dell’uomo. Il rapporto tra il destino e la libertà del singolo. Le tragedie greche, in fondo, non hanno parlato che di questo.
Se ne sono occupati magistralmente Dante, Manzoni, gli autori cristiani: l’intervento della Provvidenza, che è mano di Dio nella storia, e la valorizzazione, insieme, del grande dono della libertà. Boccaccio si è crogiolato sul rapporto tra ingegno e Fortuna, e così Machiavelli. Moltissimi hanno approfondito il ruolo del caso. Dal Rinascimento in poi è entrato prepotentemente in scena l’homo faber fortunae suae, poi ci hanno detto che “Dio è morto” ed ora siamo al Prometeo postmoderno, al vitello d’oro dell’autodeterminazione, a vivere la vita etsi Deus non daretur.
L’esito è in soldoni il seguente. Per coloro che affidano al caso le sorti della propria esistenza, la tentazione ad incrociare le braccia, ad aspettare, a lasciar fare. Non vale la pena, in fondo, impegnarsi o mettersi in gioco, se accade comunque ciò che deve accadere perché, tanto, il destino è segnato.
Gli altri, i novelli padroni del mondo, quelli che gongolano nel ruolo di self made man e credono che tutto dipenda unicamente da loro, organizzano, progettano, pianificano al dettaglio pensando, così, di avere tutto sotto controllo.
Il cristianesimo è un’altra cosa. La terza via? Non lo so. Di certo la più conveniente. Coniuga la certezza di un destino buono, pensato per ciascuno, con l’invito ad usare bene la libertà che ci è stata data in dono. Nessuno accetterebbe di essere amato per dovere, per costrizione, figuriamoci Dio Padre. L’amore, il nostro sì di figli a Lui e alla strada che per noi ha pensato, deve essere libero. E così le nostre scelte, le nostre azioni quotidiane. E quel “Venga il Tuo Regno” accanto a “sia fatta la Tua volontà” evidentemente non è una svista, se sono due proposizioni l’una accanto all’altra. Amati dalla notte dei tempi e chiamati per nome, siamo stati scelti come collaboratori per la costruzione del Regno. Ciascuno con una vocazione, con dei talenti. Impegnati per questo a giocare la nostra libertà e il nostro tempo qui sulla terra. Per il compimento pieno della nostra vita, innanzitutto, e per il Regno che viene, che è bene per tutti. Ma avvenga tutto non secondo la nostra, ma la Sua volontà.
Premessa lunghissima - i lettori mi scuseranno - per dire che il cristiano non si sente padrone del mondo ma nemmeno può starsene con le mani in mano. Ha come modello non una filosofia, un’ideologia, una religione, ma il Cristo, Figlio di Dio, che si è fatto Uomo, e che gli ha affidato un compito che non è delegabile. L’ha chiamato ad essere sale e lievito, ogni giorno.

Ed ora un esempio. Oggi è il XVIII appuntamento con la Giornata nazionale della Colletta alimentare.
Tipologia fatalisti. Le cose vanno come devono andare (e cioè male). Non sarà certo il mio insignificante contributo a risolvere i problemi di chi non riesce a mettere insieme il pranzo e la cena.
Modello “antropocentrismo senza se e senza ma”. Fino al 28 non muovo un dito. Ho altre cose più importanti. Il 29 starò al supermercato tutto il giorno. Son bravo, ho esperienza, farò la differenza.
Ma non è questo il metodo che ci è stato insegnato. Gesù ci ha educati con l’esempio del contadino. Quanto tempo, da quel piccolo seme a quando si vedono i frutti! Quanto impegno, quanta attenzione, quanta cura; ma, anche, quanta umiltà, nell’agire di chi sa che l’esito non dipende unicamente dal suo lavoro...

Quest’anno, a settembre, abbiamo cominciato ad incontrarci per predisporre le iniziative per il “Mese dell’educazione”, un bell’appuntamento che da qualche anno si svolge lungo tutto il mese di marzo. E’ un’idea nata dall’Istituto Vescovile “G. Marconi”, di cui sono ex-allieva, insieme ad altre realtà e associazioni tra cui il centro culturale “H. U. Von Balthasar” a cui appartengo. Per l’edizione 2015 abbiamo scelto il tema del dono.
Perché – ci siamo detti – non proporre ai ragazzi delle secondarie di secondo grado anche un gesto concreto di gratuità, oltre agli incontri e alle testimonianze che abbiamo programmato? Così abbiamo fatto. Con la collaborazione di alcuni insegnanti di IRC abbiamo organizzato un incontro pubblico tra una buona rappresentanza di studenti di tutti gli Istituti superiori di Portogruaro e Federico Bassi, responsabile nazionale della Giornata della Colletta alimentare, e Michele Camponogara, responsabile per il Veneto orientale. Abbiamo poi chiesto a tre allieve che nelle scorse edizioni già avevano preso parte al gesto della Colletta, di raccontare la loro esperienza. Tornati nelle classi, gli studenti hanno condiviso con i compagni ciò che avevano sentito, poi gli insegnanti hanno chiesto chi volesse, quest’anno, provare l’esperienza di volontario, durante il gesto del 29 novembre. Hanno risposto più di 160 studenti.

Scrivo distesa a letto, oggi, XVIII edizione della Giornata della Colletta alimentare. Il 16 dicembre sono scivolata e l’esito è stato una brutta frattura alla caviglia. Intervento chirurgico, gesso, riposo per un bel po’. Fossi della categoria self made woman, il 16 dicembre avrei imparato una bella lezione. Non siamo affatto padroni della nostra vita, tantomeno salvatori del mondo. Organizzi, ti impegni, progetti, poi una caduta idiota ti mette fuori gioco. Significa, questo, che siamo autorizzati ad incrociare le braccia e a prendercela comoda, che tanto le cose vanno come devono andare? Niente affatto.
Significa che il compito vero è innanzitutto essere testimoni di Lui, h 24. Senza la sindrome del fac totum, senza presunzione, senza sentirsi supereroi.
Quest’anno abbiamo seminato, abbiamo deciso insieme di investire sull’educazione. Abbiamo fatto incontrare ai ragazzi questa esperienza, invitandoli a mettersi in gioco accanto ad adulti che la vivono già da un po’. Costretta a letto, al supermercato non ci sono potuta andare. Pazienza. Ho cercato e cerco di essere utile da qui. Io sono a casa, ma oltre 160 ragazzi a cui stiamo cercando di passare il testimone, hanno vissuto per la prima volta questa bella esperienza. E allora, “venga il Tuo Regno” grazie a questi ragazzi, grazie a tutti i volontari, grazie a chi vive nel Tuo nome. E “sia fatta la Tua volontà” perché il tempo non è roba nostra ma ci è stato affidato e un giorno ci sarà chiesto conto di come l’abbiamo speso. Anche l’ultimo sabato di novembre 2014. Alla Colletta alimentare o doloranti a letto, con la gamba bloccata.

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