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Le italiane sono poco altruiste, o forse no

Fonte:
CulturaCattolica.it
La Corte Costituzionale che ha reso possibile tentare di avere un bambino con gli ovuli di un’altra donna, l’Italia fa i conti con l’assenza di ovociti e di donatrici

“L’Italia senza donatrici per l’eterologa*” scriveva Il Corriere del 12 novembre 2014.
L’argomento è delicato, perché tocca la sensibilità e la ferita di quelle donne che desiderano diventare madri ma non ci riescono, che si sottopongono a cure ormonali non facili e non innocue, che cullano sogni che a volte diventano sconfitte. Però un figlio è un essere umano, una parte di te, non è una merce di scambio. Il diritto alla maternità, è un’idea della nostra società, di fatto non si nasce con il diritto a generare, e di questi tempi ci vuole più coraggio a dirlo che a tacere.
La giornalista del Corriere spiega che “a sette mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile tentare di avere un bambino con gli ovuli di un’altra donna, l’Italia fa i conti con l’assenza di ovociti e di donatrici a titolo volontario e gratuito” Così l’Italia senza donatrici si interroga su quella che sembra essere una mancanza di generosità da parte delle donne italiane. “Guido Pennings, docente di etica alla Ghent University del Belgio, non ci ha mai girato intorno: «L’altruismo è il fattore più importante nella donazione di ovociti, ma il compenso finanziario è una ragione convincente». Bene. Noi siamo in alto mare su entrambi i fronti. Senza campagne di sensibilizzazione, le donne non sono messe nella condizione di donare le proprie cellule riproduttive. L’idea di proporre un compenso, poi, anche a titolo di rimborso spese, è ben lontana dalla mentalità corrente.”
Insomma, siamo egoiste e non ci sono campagne di sensibilizzazione che possano cercare di far leva sul buon cuore delle donne. Allora forse se si potesse far leva sui soldi, magari in un momento di crisi come quello che il Paese sta attraversando si potrebbero trovare donne disposte a vendere, “donare dietro rimborso spese” qualcosa di sé, qualcosa di speciale e prezioso.
Date tempo al tempo e vedrete che ci bombarderanno prima di messaggi che invitano a donare ovociti e poi di ormoni. Si, perché la donazione non è così innocua nemmeno per la donatrice. Per donare gli ovuli è necessario sottoporsi a trattamenti farmacologici e a un intervento chirurgico in sedazione profonda, questo dimenticano di dirlo.
A nessuno è venuto in mente che donare un ovocita non è come togliersi una felpa per donarla chi ha freddo, o donare il sangue? Non si tratta di egoismo o di generosità, qui c’è in gioco ben altro.
Un ovocita darà a quel bambino che verrà al mondo l’impronta di quella donna che il protocollo chiama “donatrice”, qualcosa di unico.
Nessuno pensa a quel bambino che sarà concepito con il seme di suo padre o di un donatore, oppure con l'uovo di una donatrice, e crescerà nel ventre di una donna che, sia che abbia dato il suo uovo o no, sarà considerata sua madre dalla legge. Quel bambino/a che un giorno forse guarderà sull’autobus affollato qualcuna di quelle donne sedute e assorte nei loro pensieri, e osserverà la fronte alta come la sua, il suo stesso modo di sistemarsi i capelli quando è nervosa, chiedendosi se è solo un caso.
Perché il desiderio di sapere di chi siamo è iscritto nel nostro cuore, poi l’amore fa il resto, lo sanno le famiglie con figli adottati che amano profondamente la madre e il padre che li hanno cresciuti, ma che fanno i conti anche con la loro storia. Chi sono, a chi somiglio, perché non mi ha cresciuto la madre che mi ha messo al mondo?
Qui non si tratta solo di generosità o egoismo. Per cui prima di dire che le Italiane sono egoiste, bisognerebbe riflettere su come la maternità non sia un diritto ma un dono, e quello che molti scambiano per egoismo è un barlume di consapevolezza che tarda ad essere spazzato via dall’ideologia.

*La fecondazione eterologa si ha quando gli spermatozoi o le cellule uovo sono esterne alla coppia.

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