Eccellenza, ci sia padre!
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Eccellenza,
sono a scriverLe poche righe, io che non sono nessuno. Sono una pecora del gregge, non sono importante, ma la prego: ci unisca, non ci divida. Escano dalla sua bocca parole buone, per l’edificazione, per imparare dal Suo esempio a fare a gara nello stimarci a vicenda. La nostra amata Chiesa, spaesata e bisognosa di pastori saggi, che con gioia e speranza si stringe intorno a papa Francesco, perché vede in Lui un segno, un raggio della presenza di Cristo Buon Pastore, ha bisogno di essere incoraggiata nel bene, confermata nella fede, aperta alla speranza. C’è davvero bisogno di contrapporre il “prima” all’“adesso”, il “finora” al “ma da ora in poi”? Il Signore non è forse Signore di tutta, proprio tutta, la storia? Se Lei personalmente non condivide alcune strategie sinora portate avanti da alcuni fedeli, come il dire il rosario fuori dalle cliniche abortive, o altro, non si rifiuti però, La prego, di posare uno sguardo benevolo su queste Sue pecore: forse vanno guidate, ma non battute. Io non ho mai detto il rosario fuori dalle cliniche, tuttavia, se il Papa stesso ha ammesso di addormentarsi talvolta dinanzi al tabernacolo, ma di fidarsi dell’opera efficace di Cristo in lui persino in quei momenti, non mi sentirei di concludere che dietro ad un viso apparentemente inespressivo di un mio fratello che dice il rosario non vi sia un cuore ardente di amore. Inoltre, se proprio devo dirLe la verità, non ho mai trovato sinora un luogo più aperto e privo di pregiudizi della mia amata Chiesa per parlare con amore, passione e comprensione del destino eterno di ogni persona: che sia omosessuale, prete sposato, figlio della provetta, divorziato risposato...
Il mio rosario stasera per Lei, per tutti i Vescovi italiani, per il Santo Popolo di Dio, amato da Cristo fino al sangue. Ci benedica, Padre.
Sabrina