I giovani ci insegnano
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Caro Rettore,
desidero raccontarle di una cosa che sta accadendo.
Ho partecipato il 18 febbraio 2014 a un incontro organizzato dal centro culturale Newman di Cernusco sul Naviglio, sulla teoria del Gender a cui erano presenti, come relatori, la dottoressa Chiara Atzori medico bioeticista e l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dell’associazione Giuristi per la Vita.
I due relatori hanno esposto in modo chiaro ed illuminante come, attraverso una campagna mediatica imponente e a livello legislativo – con l’apparente scopo di eliminare discriminazioni – sia in atto l’introduzione anche nel nostro paese della teoria del gender .
La teoria del gender è un pensiero filosofico secondo il quale la nostra identità psicologica maschile o femminile non è legata al sesso con cui nasciamo biologicamente, bensì è indotta dall’educazione e dalla cultura in cui ci troviamo a vivere: perciò ognuno di noi dovrebbe essere lasciato libero di scegliere continuamente se vivere ed agire come uomo o donna, o tutte e due insieme, anche se tutto il suo organismo – a partire dal DNA, il sistema ormonale, le caratteristiche delle funzioni cerebrali ecc. e gli organi genitali – è fin dal concepimento ben distinto in maschile o femminile.
Si tratta della negazione di un dato di realtà, quello fisico, in favore di un pensiero “onnipotente”, che opera una scissione del corpo – fino a negarlo – dal pensiero. Così, genere (identità soggettiva) e sesso (identità oggettiva) non sono più coincidenti. Il genere, così, descrive un mero comportamento definito dalla sigla LGBT (GAY, LESBICA, BISESSUALE E TRANSESSUALE/TRANSGENDER).
Il pensiero dell’uomo, per quanto lo si voglia onnipotente, tuttavia si scontrerà sempre con l’oggettività della realtà, con quello che l’esperienza gli comunica. Dunque, per sostenere questo pensiero onnipotente sarà necessario esercitare un intervento artificioso e violento che alteri ciò, che per natura, l’uomo è .
La natura (l’esperienza) ci insegna che la vita di ogni essere umano è necessariamente originata da due gameti differenti ben definiti nella loro differenza – maschile e femminile – e questo è un dato immodificabile anche nel caso di una procreazione artificiale come la fecondazione assistita o l’utero in affitto. Nessun uomo può essere generato e ricevere la vita, senza l’apporto sia di un uomo che di una donna.
Tale differenza – uomo/ donna – è iscritta nel DNA di ogni essere vivente e rimane un dato imprescindibile; la confusione di genere tra dato biologico e dato psicologico non è fisiologica, ma patologica.
L’avvocato Amato ha invece spiegato come questa teoria, che culturalmente si è già diffusa nel nostro paese attraverso l’opera dei mass media, in attesa di essere legittimata attraverso l’approvazione – al Senato – del DDL “Scalfarotto” detto anche legge antiomofobia, è divulgata per via burocratica dall’UNAR un ente sovra ministeriale che fa capo al ministero delle pari opportunità.
Opuscoli finanziati con soldi pubblici, sono stati redatti dall’istituto Beck che fa capo a organizzazioni LGBT e poi distribuiti in molte scuole statali. Con il pretesto di contrastare il fenomeno del bullismo, gli opuscoli in realtà contenevano esplicitazioni della teoria gender e riferimenti diretti e quesiti sulla conoscenza del fenomeno omosessuale maschile e femminile, arrivando ad affermare che la famiglia tradizionale uomo donna è uno stereotipo da superare e individuando quali fonti del pensiero discriminatorio gli insegnamenti religiosi.
L’introduzione di una così massiccia campagna di indottrinamento nelle scuole (a partire da quelle materne) per iniziativa di un organo amministrativo, cioè per via burocratica, in assenza di una norma – cioè in aperta violazione delle regole elementari della democrazia – e senza che siano state consultate, come previsto dalla legge, le rappresentanze dei genitori e degli insegnanti, è un fatto di gravità inaudita.
Come ha sottolineato l’avvocato Amato, a livello educativo ciò rappresenta il tentativo di espropriare i genitori di un loro primario e imprescindibile diritto/dovere, quello della responsabilità educativa. Ma non solo, l’approvazione del DDL Scalfarotto, costituirà il necessario supporto legislativo a quanto già si sta approntando a livello amministrativo, attraverso le direttive impartite dall’UNAR agli operatori della scuola, dell’informazione giornalistica, delle politiche del lavoro e delle carceri.
Con il pretesto di arginare e contrastare un presunto fenomeno di discriminazione – smentito dai dati delle statistiche – si sta verificando in realtà la violazione non solo dei diritti costituzionali individuali e delle famiglie, ma anche della dignità stessa della persona, così come universalmente riconosciuta e riaffermata a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo:
“Art. 26 …. 3: I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli…”
“Art. 18: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.”
“Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
[NdC] Dopo questo articolo, anche in seguito alle iniziative come quella ricordata da Lorenzo, qualche cosa si è mosso, come comunicato da Avvenire