Renzi, il PD e il PSE
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Dicono che non bisogna mai guardare indietro ed avere nostalgia del passato. Forse è vero. Però fare un’analisi storica anche superficiale, fa imparare molto ed offre chiare prospettive per il futuro. Lo dico prendendo in considerazione il dibattito culturale da cui è scaturita l’adesione del PD al PSE (Partito Socialista Europeo) caldeggiata dal segretario Renzi. Ebbene, i dibattiti che avvenivano nel PCI o nella DC fanno impallidire questo dibattito, in quanto a densità culturale. Quei partiti avevano gravi limiti di diversa natura, ma questo PD, in quanto a gestione del potere e a esile dimensione culturale, è un vero e proprio mostro.
Il dato sconvolgente è che le due componenti maggiori del PD sono figlie dirette del PCI e della DC! Figlie che hanno perso i tratti più interessanti dei genitori: cos’è restato della cultura “sociale” e “comunitaria” del PCI? Cos’è rimasto della cultura “popolare” e della “dottrina sociale” della DC? Molto poco! Anche perché, se fosse rimasto molto, chi sarebbe stato in grado di fare una sintesi culturale adeguata, che valorizzasse e non negasse i principi fondanti delle due culture? (penso con nostalgia al bel tentativo di sintesi culturale, che sono stati il don Camillo e Peppone di Guareschi). Ora invece è stato necessario ridurre al minimo i tratti culturali originali, per tentare una sintesi, che resta ancora mal riuscita. E la decisione del PD di aderire al PSE è la dimostrazione chiara che la sintesi è mal riuscita e entrambe le culture originarie sono state quasi del tutto rinnegate a favore di un’altra cultura, già presente all’epoca di PCI e DC e con cui entrambe facevano a pugni (ma poi abbracciata in pieno dal PCI, per riuscire ad essere egemone, attraverso le vicende del divorzio e dell’aborto) e cioè la cultura radicale, laicista e libertaria.
Perché allora l’adesione al PSE? Ma perché gli eredi del PCI l’avevano già abbracciata nei fatti!
Preoccupa e addolora che ora l’abbraccino gli eredi della DC, senza dare sostanza alle perplessità che alcuni di loro pure manifestano.
Negli anni ’80 ho militato nella DC e facevo parte della sinistra democristiana con Rosy Bindi, Letta, Zaccagnini, De Mita… e la battaglia culturale era vera, cioè basata su principi. Come loro ero interessato al PD, ma solo se mi consentiva di mantenere la mia cultura d’origine. Per cui pensavo che era possibile per un cattolico militare nel PD a condizione che lasciasse la libertà di coscienza sui principi etici. Ora non credo possibile e utile nemmeno questo, perché servirei da utile idiota a chi ha già deciso la propria cultura di riferimento: quella laicista e radicale che sta avanzando in Europa.
Il passaggio è grave, perché questa nuova cultura egemone (il cui emblema era lo spagnolo Zapatero) sta tentando di abbattere tutte le dighe in Europa e tenta di penetrare anche in un campo che potrebbe sembrare avverso e cioè il PPE. Infatti su alcune questioni etiche il “ fronte” sta cedendo: penso alla Regolamentazione delle unioni civili in Germania o alla eutanasia infantile in Belgio.
Sembra che resti un’ultima diga e cioè la Chiesa Cattolica, che ripropone la millenaria cultura cristiana che ha come capisaldi la Ragione, la Natura e la Fede (come ben insegnato da Benedetto XVI e che Francesco tenta di tradurre concretamente nella vita del popolo) e, come principi, la Vita, la Persona, la Famiglia e la libertà di educazione.
E’ doloroso notare come la fine dell’unità politica dei cattolici (che non rinnego) abbia favorito anche la fine dell’unità culturale dei cattolici (questa sì grave!), in quanto il riferimento concreto ad una vita di popolo, animata dai principi prima ricordati e che a livello culturale sono finora insuperati e insuperabili, viene trascurato a favore di una libertà di pensiero frutto di una cultura relativista e nichilista. Fa male all’umanità e alla Chiesa che tanti battezzati considerino i principi come valori astratti e non incidenti nella vita concreta e nelle scelte personali.
Che fare? Riprendere a vivere una cultura di comunità, attraverso opere educative proposte da persone vere e sante. L’educazione quindi, che significa seguire con il cuore chi ci è dato come guida. Il fare di testa propria è falsa libertà ed è opera del maligno.