TgBau&Miao
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(Patrick Moore, fondatore di Greenpeace)

E’ vero, ormai ci siamo (ci hanno?) abituati. E allora, di che stupirsi?
Nel mare magnum dei media, getti la rete e tiri su di tutto: pesce vario e talvolta anche avariato.
E poi, viviamo in uno zoo in cui spesso non si capisce se siamo i visitatori paganti o se ci hanno messi in gabbia e quelli che vediamo al di là delle sbarre sono i custodi, lì per imboccarci e ammaestrarci affinché ce ne stiamo, buoni buoni, nel mondo del pensiero globalizzatamente unico.
Insomma, in questa brodaglia post-moderna in cui tutto è mescolato a tutto, non dovrebbe fare scalpore il TgBau&Miao, in onda da oggi su Canale5 e che così, i giorni scorsi, è stato presentato: “Sarà un telegiornale fatto da cani, nel vero senso della parola. Ma ci saranno anche gatti, pesciolini, cavalli, conigli… Ideato e voluto dal direttore del Tg5 Clemente Mimun… il TgBau&Miao non sarà una rubrica sugli animali, ma un notiziario vero e proprio. Come in ogni telegiornale che si rispetti, ci saranno titoli, cronaca, servizi, piccoli reportage e curiosità a tema. Nella prima puntata di oggi, ad esempio… testimonianze esclusive degli animalisti che nascondono in un rifugio segreto i beagle liberati da Green Hill, ma anche le storie dei gattini nati durante il sisma in Emilia e salvati dall’ENPA. Spazio anche per la vicenda struggente del delfino Mary G, che si è lasciato morire d’inedia dopo la scomparsa della sua istruttrice.
Il notiziario proverà a sensibilizzare il pubblico sul rispetto degli animali fornendo anche motivi di educazione. Infatti, ci saranno anche i consigli di un addestratore che mostrerà lezioni di comportamento per cani e gatti o suggerirà degli spunti utili per migliorare la dieta dei propri animali domestici. In ogni puntata, non mancheranno le testimonianze di alcuni vip che hanno una particolare passione per gli amici a quattro zampe”.
Niente di personale contro gli animali, intendiamoci. Lucky, un bellissimo Kurzhaar, è con noi da sette anni. Però… Però c’è da riflettere.
Già nei telegiornali, nel web, nella carta stampata, tutto sembra uguale a tutto e si passa senza soluzione di continuità (e spesso concedendo lo stesso tempo a ciascuna notizia) da un attentato all’orsetto Knut, ad un disastro aereo, all’ultimo gossip tra l’ultimo calciatore e l’ultima velina, all’ennesima strage di cristiani, agli europei di calcio, al terremoto, alla ricetta del giorno, al meteo, alla crisi economica, alle interviste ai passanti sui colori di moda quest’estate…
Non esiste più gerarchia non solo tra le notizie (ormai dovremmo averlo capito: il “criterio”, oggi, è il gusto del singolo, variabile a seconda della “voglia” del giorno, dell’ora, del minuto, del secondo…), ma non esiste nemmeno gerarchia nei tempi e negli spazi concessi.
Questo, almeno, è ciò che si vede. Perché, di fatto, checché se ne dica, l’informazione… forma. O almeno ci prova. E allora la partita si gioca proprio lì; gli interrogativi che ci poniamo si giocano lì.
A fronte di una notizia di cronaca nera o giudiziaria – tanto per fare due esempi – la verità è ormai diventata un optional. Si scrive quel che si vuole, si tace (censura?) quel che non è “funzionale” a tesi spesso pre-concette, costruite a tavolino. E poi è tutto un proliferare di congetture da paginoni o da servizioni televisivi (e intanto lettori e telespettatori vengono “orientati”) e tra una spiata, una intercettazione, una soffiata, un’indiscrezione, una verifica sul campo, un “si dice”, mentre le indagini sono in corso (o prima ancora che abbiano inizio) già i media hanno sparato la loro.
Il caso Melissa dolorosamente docet. La sua scuola si chiama “Morvillo-Falcone”, son passati esattamente vent’anni dall’assassinio dei giudici Falcone e Borsellino, ergo da subito si è detto e si è scritto “l’attentato è sicuramente di stampo mafioso”. Scorrete i giornali di quei giorni e verificate.
Il “vero” non interessa, anzi, spesso si stenta a credergli e così, alla fine, ognuno resta nelle sue (o altrui) convinzioni.
E in caso di errore/orrore dei magistrati che per i motivi più vari fanno uscire indiscrezioni su fatti scottanti, o dei giornalisti che le pubblicano? Medaglia al merito o promozione ai primi e, a fronte dei titoli a sette colonne regalati alle ipotesi spacciate come scoop, al massimo un trafiletto di rettifica in fondo pagina. Che ci volete fare? Se ne dicono tante… Può accadere.
Se la verità è diventata un optional, qualsiasi forma di “gerarchia” o è sparita, o è stata stravolta. Francamente, difficile dire cos’è peggio.
Curiosando nei social network, ma anche nel web e nei media in generale, questo si impara: messaggio numero uno: gli animali, generalmente, sono meglio degli uomini (più fedeli, più affidabili, più sensibili, più “teneri”…). Messaggio numero due (diretta conseguenza del numero uno): gli animali meritano più attenzione e più cura degli uomini.
Niente di personale, ribadisco, nei confronti di cani, gatti e animali tutti, ma piacerebbe che un Tg manifestasse non dico “di più” ma almeno la stessa mezz’oretta di sensibilità per i piccoli gesti silenziosi che vengono compiuti ogni giorno da esseri umani che assistono e si prendono cura di altri esseri umani; la stessa mezz’oretta di attenzione alle situazioni di uomini, donne, bambini in difficoltà; la stessa mezz’oretta per sensibilizzare non solo sui diritti degli animali, ma sui diritti delle “persone”, magari dal concepimento alla morte naturale.
Una mezz’ora di telegiornale “così” sarebbe un bel segno di speranza e di umanità e ci ricorderebbe che non viviamo in uno zoo (magari – come spesso capita di pensare – dietro delle sbarre), ma in un mondo in cui ciascun essere umano può e deve prendersi cura degli uomini, delle donne, dei bambini che sono meno fortunati di lui. Poi anche degli animali, certo. Ma solo in seconda battuta.
Non accadrà. Non è politicamente corretto un Tg di mezz’ora pensato così e dunque la mia, la nostra proposta è destinata (scommettiamo?) ad essere cassata. Embrioni, handicappati, deboli, poveri, sofferenti, emarginati, malati cronici o terminali non fanno audience e non fanno tenerezza come i cuccioli che sono stati e saranno protagonisti di Bau&Miao. A dirla tutta, a chi è particolarmente (?) sensibile (?) fanno, anzi, un po’ ribrezzo. Chi vuoi che investa in pubblicità?