Quando ironia fa rima con idiozia
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Abbiamo letto le sciocche considerazioni di “don” Paolo Farinella a proposito della visita del Papa a Milano. Un saggio proverbio recitava: «Un bel tacer non fu mai scritto»! Potremmo aprire e chiudere le nostre considerazioni così, ma, poiché scripta manent, non possiamo nemmeno fingere di non aver letto.
Egregio commentatore del Papa, anch’io mi considero "ateo": faccio volentieri a meno di quel suo dio, che del Dio di Gesù Cristo non è nemmeno parente alla lontana!
Viene però da chiedersi come sia possibile che Lei insista nel considerarsi ancora "prete cattolico". La Chiesa, grazie a Dio, non l’ha inventata Lei, e la drammaticità della situazione non dipende dai vari politici o dai vari religiosi che lei attacca. Oggi è il tempo della testimonianza della fede e della carità, che non sono chimere o fantasie, ma esperienza possibile dentro un popolo vivo, generato dalla fede.
Chissà, poi, perché la infastidiscono così tanto le numerosissime famiglie cattoliche, giunte a Milano da tutto il mondo, che hanno espresso domenica scorsa il desiderio di costruire, insieme, un mondo di bene e di bellezza!
E' triste constatare come a Lei, "prete", viene così naturale ripetere gli slogan e gli stereotipi dell’anticlericalismo, mentre, in tutte le cose che scrive, si percepisce che non riesce a riconoscere che la realtà è - grazie a Dio! - di gran lunga diversa dai suoi schemi e dai suoi slogan. Per cercare di argomentare le sue rancorose affermazioni, non si fa scrupolo a scrivere autentiche corbellerie (e qui non dico il termine più adatto alle sue esternazioni) nemmeno a riguardo di Maria e di Gesù stesso!
E' ormai palese che la mancanza di rispetto che da sempre Lei dimostra nei confronti di chi la pensa diversamente ha radici profonde: nel non rispetto verso Cristo, Sua Madre, la Chiesa e i suoi responsabili.