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Benvenuto a Milano Santo Padre!

Fonte:
CulturaCattolica.it
appuntamento domani mattina, andremo a Messa dal Papa, perché siamo fragili e peccatori ma orgogliosi della nostra fede, felici di avere incontrato Cristo e di essere sostenuti da Lui nel nostro essere famiglia

Ebbene lo confesso, mi son messa a scrivere mossa dal dispiacere, dalla rabbia, sì anche un po’ quella, per una serie di cattiverie ascoltate o lette a proposito della visita di Benedetto XVI a Milano.
Lasciamo perdere FB, dove ognuno nel suo piccolo, può vomitare rose o cavoli impunemente, ma il qualunquismo di chi parla per sentito dire, di chi ripete cose stantie senza accorgersi che non hanno senso mi aveva proprio addolorata.
- Il Papa? Se ne stia a casa sua, blocca la città per nulla, chi lo vuole vedere vada a Roma.
- Il Family Day? Soldi sprecati, fermiamo tutto e diamoli ai terremotati.
E via proseguendo. Ma come, il Papa viene a Milano, viene a incontrare i nostri figli “freschi di Cresima” a incontrare le famiglie di tutto il mondo venute a Milano per testimoniare a tutti che la famiglia è una ricchezza, che è una vocazione che “vale la pena” di vivere e difendere e noi non sappiamo vedere altro che il disagio del blocco del traffico, e l’aumento del costo delle bottiglie d’acqua fatto da baristi disonesti? Il Papa viene a celebrare la Messa con tutte le famiglie riunite e noi scriviamo per strada - Papa go home? Ma dove sta la “Milan con el cor in man”, e tutti i discorsi sull’accoglienza, sul rispetto delle idee altrui, sul rispetto di ogni religione e tradizione? Solo discorsi?

Ho chiamato la mia amica che era stata a San Siro con i cresimandi e il suo entusiasmo mi ha confortata, lei c’era, aveva visto lo Stadio pieno di ragazzi che hanno accolto il Papa, aveva ascoltato le sue parole, semplici perché anche i piccoli capissero. Quattro chiacchiere con lei, e mi accorgo che sono sulla via sbagliata, che amareggiarsi non serve, che ci son cascata, ho lasciato che lo sguardo si posasse sulle cose negative, anziché guardare al bello, al positivo, a ciò che davvero conta, a ciò che davvero mi è caro.

Ci sono migliaia di persone a Milano che accolgono il Papa, e l'altro giorno un idraulico, con l'auto con il nome dell'azienda sulla portiera e la scritta sul lunotto "BENVENUTO A MILANO BENEDETTO XVI" mi aveva riempito il cuore di gioia, perché mi era sembrato il segno di un popolo che attende, e me ne ero già scordata.

Non è che ci sia altro da fare se non vivere. Stare vicino a questo Papa che con pazienza e fede continua a richiamarci alle cose che contano, anche questa sera, rispondendo alle domande delle famiglie. Non ci sono ricette ma solo il lavoro e la testimonianza di ognuno di noi, che con i propri pregi e difetti, con la fede piccola e fragile che si ritrova, continua a vivere la famiglia come un dono grande.

Donna di poca fede che non sono altro. Del resto, nemmeno Gesù è stato accolto sempre a braccia aperte, nemmeno chi ha avuto la possibilità di “immischiarsi con la sua vita” sempre ha colto l’occasione, stolta che sono, pretendere che il mondo accolga Benedetto XVI, che prima di sputar sentenze ascolti con orecchie attente quanto ha detto ai ragazzi, e questa sera alle famiglie che gli hanno posto domande concrete sulle difficoltà di vivere la famiglia oggi.

In fondo le cose non sono poi così cambiate anche allora qualcuno ebbe da dire "Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri!"

Suvvia, appuntamento domani mattina, andremo a Messa dal Papa, perché siamo fragili e peccatori ma orgogliosi della nostra fede, felici di avere incontrato Cristo e di essere sostenuti da Lui nel nostro essere famiglia. Andiamo da Papa Benedetto, perché lui non ci lascia mai soli e noi vogliamo fargli sentire il nostro abbraccio.

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