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"Il sole freddo" 2 - L'ideologia dell'allarmismo climatico

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ci si chiede: come mai questa insistenza allora sull’allarmismo climatico? E’ chiaro che, essendoci in gioco molti benefici ed interessi economici, esso garantisce fondi governativi alla ricerca accademica e offre alla burocrazia statale un pretesto per espandersi ulteriormente. Gli allarmisti offrono anche una scusa per alzare le tasse, per dare sussidi sotto forma di incentivi alle aziende. Un esempio clamoroso è quello del comparto dell’energia solare, che non è esente comunque da pesanti contraddizioni, come evidenzia il caso dell’azienda-pupillo della Casa Bianca, la Solyndra: quest’ultima, fra i principali gruppi mondiali nella produzione di pannelli solari, ha dichiarato il fallimento, nonostante il sostegno statale da più di 500 milioni di dollari. E nonostante fosse attiva in un settore che doveva essere il futuro per l’industria Usa. Il presidente Obama ha visitato i suoi stabilimenti di Fremont nel 2010. Il fotovoltaico a stelle e strisce si sta rivelando una vera e propria “balla verde”.
Ma preoccupazione suscitano anche notizie molto più vicine a noi, come la protesta di agricoltori e allevatori contro gli impianti per la produzione di energia rinnovabile. E’ successo a Cremona. Quelli che una volta si guadagnavano da vivere coltivando il granturco e allevando maiali, infatti, hanno preferito reinventarsi come produttori di biocarburanti. Queste scelte hanno un pesante impatto sulle colture agricole, il mais che un tempo era destinato al mercato agro-alimentare ora viene utilizzato come carburante nelle centrali. Secondo i dati della Coldiretti, infatti, per produrre un solo megawatt in termini di biogas è necessaria una produzione di mais di 200 – 300 ettari. Ma i biocombustibili non rappresentano l’unico nuovo “competitor” per le colture tradizionali. Anche la diffusione dei pannelli fotovoltaici installati su suoli agricoli sta sottraendo, almeno secondo Confagricoltura, spazi preziosi alle coltivazioni. Ad esempio, in Lombardia, stando alle dichiarazioni dell’associazione, il costo dell’affitto dei terreni agricoli è salito da 600 a 2mila euro per ettaro nel giro dell’ultimo anno. E sono molti i contadini-allevatori che scelgono di abbandonare la loro vecchia attività per investire nelle energie rinnovabili.
Un esempio di come le richieste dei protocolli internazionali, a partire da quello di Kyoto, abbiano avuto un forte impatto negativo sullo sviluppo è dimostrato dalla decisione del governo canadese che al termine della conferenza internazionale di Durban ha deciso di ritirarsene. “Per il Canada Kyoto è il passato. Perciò invochiamo il nostro diritto legale a ritirarci formalmente dal protocollo”, ha detto il ministro dell’ambiente. Se Ottawa avesse messo in cantiere le riforme per aderire a Kyoto sarebbe stata costretta a “scelte irresponsabili” sullo sviluppo industriale; se avesse continuato ad aderirvi non essendo in grado di realizzarle avrebbe dovuto pagare multe da miliardi di dollari. Secondo gli studi del ministero dell’Ambiente canadese, per uniformarsi a Kyoto il Canada dovrebbe eliminare tutte le automobili nel 2012.
Un recente studio di William Nordhaus, economista di Yale, su una larga varietà di politiche, ha dimostrato che il miglior rapporto costi-benefici viene invece raggiunto dalle strategie che consentono altri 50 anni di sviluppo senza l’impedimento del controllo delle emissioni. “Scelte del genere darebbero particolari benefici ai paesi meno sviluppati, che avrebbero la possibilità di partecipare degli stessi vantaggi (in termini di benessere, salute e aspettativa di vita) di cui le regioni più industrializzate godono ora. Più capiremo il clima, più potremo affrontare la natura e i suoi cambiamenti costanti, che hanno complicato la vita dell’uomo nel corso della storia. A ogni modo, buona parte del cospicuo finanziamento privato e statale agli studi climatici necessita quantomeno di una revisione critica”. Lo affermano 16 scienziati che hanno firmato l'appello contro il panico da global warming: Claude Allegre, former director of the Institute for the Study of the Earth, University of Paris; J. Scott Armstrong, cofounder of the Journal of Forecasting and the International Journal of Forecasting; Jan Breslow, head of the Laboratory of Biochemical Genetics and Metabolism, Rockefeller University; Roger Cohen, fellow, American Physical Society; Edward David, member, National Academy of Engineering and National Academy of Sciences; William Happer, professor of physics, Princeton; Michael Kelly, professor of technology, University of Cambridge, U.K.; William Kininmonth, former head of climate research at the Australian Bureau of Meteorology; Richard Lindzen, professor of atmospheric sciences, MIT; James McGrath, professor of chemistry, Virginia Technical University; Rodney Nichols, former president and CEO of the New York Academy of Sciences; Burt Rutan, aerospace engineer, designer of Voyager and SpaceShipOne; Harrison H. Schmitt, Apollo 17 astronaut and former U.S. senator; Nir Shaviv, professor of astrophysics, Hebrew University, Jerusalem; Henk Tennekes, former director, Royal Dutch Meteorological Service; Antonio Zichichi, president of the World Federation of Scientists, Geneva.

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