La paura continua
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Pazienza i giornali, i siti, i blog laici(sti), atei, agnostici, anticlericali: quelli fanno il loro mestiere e dicono, non dicono, gonfiano o sgonfiano le notizie a seconda. E’ quando ti aspetteresti di leggere sui giornali e sui siti sedicenti e sespaccianti “autorevolmente cattolici” un giudizio che nasca dall’intelligenza della fede e invece non lo trovi, perché giornali e siti succitati di fronte a certe notizie ritengono più opportuno (sic!) fingere di non vedere, oppure scrivere d’altro, che tu, lettore cattolico, cominci a porti delle domande.
Presente la particella di sodio della pubblicità di un’acqua che non si può dire qual è perché noi di CulturaCattolica.it ci pregiamo di essere “liberi” e non abbiamo né padroni né sponsor? Quella particella, parlante, chiedeva a gran voce: “C’è nessunooo?!”. Silenzio di tomba. In effetti non c’era nessuno.
Triste constatarlo, ma a volte la sensazione è proprio questa.
Ripetutamente abbiamo scritto, preoccupati, che la realtà incalza ed è difficile “starle dietro”. All’ordine del giorno gli attacchi al Cristianesimo, alla Chiesa e al Papa; gli episodi di cristianofobia qui in Italia, in Europa e nel mondo; i deragliamenti dalla dottrina anche di parte della ecclesiasticità; la riduzione del Cristianesimo a sentimentalismo o la sua banalizzazione; l’emergenza educativa per le nuove generazioni (e non solo per quelle!); un senso di smarrimento dei fedeli; una schizofrenia che pare contagiosa, per cui tanti cattolici vivono etsi Deus non daretur… e la lista (lunghissima) potrebbe continuare.
A fronte di questo a cosa assistiamo? Perlopiù ad una sorta di autocensura, di cerchiobottismo e/o di doppiopesismo anche in buona parte dei media cattolici che, appiattiti sulla logica relativista e politically correct dettata dal mondo, dimentichi dell’Incontro fatto, della Buona Novella da annunciare e dunque del compito ricevuto, non trovano di meglio da fare che… seguire il mondo a ruota. E dunque, come bravi scolaretti obbedienti all’ideologia dominante, dicono, non dicono, gonfiano o sgonfiano le notizie a seconda. Pure loro.
Ignorano quelle più spinose perché non vogliono correre il rischio di pungersi, non prendono posizione sui temi caldi perché non hanno nessuna intenzione di scottarsi, non affrontano i temi sensibili perché altrimenti si metterebbero a piangere e non sta bene, non parlano di valori non negoziabili perché “c’è la crisi economica… e ‘negoziabile’ non si può dire” (o perché – come si conviene ad un cattolico che si pregia di essere ‘adulto’ – son convinti che le priorità sono la giustizia e i problemi sociali); non intervengono quando si attacca il successore di Pietro perché sono pacifisti e porgono l’altra guancia; non mettono becco sulle affermazioni eretiche di uomini di Chiesa illustri perché i giornalisti cattolici sono dialoganti e concilianti; non esprimono giudizi, perché seguono alla lettera la par condicio e così un’opinione vale l’altra; non denunciano episodi di cristianofobia perché “anche la Chiesa, in verità, deve chiedere scusa al mondo per le malefatte che son ben documentate nei libri di storia” (che, in quanto a rigore, te li raccomando ndr); non parlano di bioetica perché “la chiusura aprioristica della Chiesa e delle religioni, di fronte agli inevitabili cambiamenti legati al progresso della scienza e della tecnica, non è mai stata di grande utilità” (ipse dixit il cardinale Martini nel solito libro Credere e conoscere); non toccano il tema della famiglia tradizionale perché “suvvia, ammoderniamoci: ma non lo vedi che la realtà sta cambiando? Che la Chiesa apra gli occhi e si adegui, finalmente!”…
Faccio una scommessa e non serve neanche che incroci indice e medio perché ho la sensazione già di aver vinto. I lettori di CulturaCattolica.it diano un’occhiata all’home page del nostro sito e poi sfoglino un po’ di giornali, siti, blog sedicenti e sespaccianti “autorevolmente cattolici”. Il mio indirizzo mail è pubblico. Mi scrivano se trovano riprese le notizie di cui ci stiamo occupando, preoccupati, in questi ultimi giorni. Aspetto impaziente.
Intanto, riporto una pagina splendida di Giovannino Guareschi, tratta dal suo racconto La paura continua. Non ha bisogno di commenti, perché parla da sé.
Dopo l’uscita del suo giornaletto, don Camillo si trovò solo. |