La via della Croce per abbracciare la Verità
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È un dialogo intenso tra Gesù e sua Madre quello che Gaetano Previati, apprezzato interprete del divisionismo italiano, ha voluto raffigurare in un suo dipinto, “Gesù incontra la Madre”. Al centro non sembra esserci il dolore, cui pur allude la pesante, massiccia croce in primo piano, ma l’accorato incontro del Figlio con Maria, Donna dei dolori. Il manto rosso di Gesù simbolo della regalità schernita, l’azzurro bellissimo e intenso del manto della Vergine in contrasto, per la sua luminosità, con il grigio plumbeo dello sfondo, dominano la scena. Previati non disegna i piedi della Vergine che pare quasi sospesa, forse a simboleggiare un’ intima vicinanza con il Figlio il cui corpo, invece, lascia un’ombra ben visibile sul terreno. Alle loro spalle, alcuni uomini in atteggiamento pensoso e in basso, lontana, Gerusalemme, la città su cui Gesù pianse. Cosa si dicono Gesù e Maria sulla via della croce? Il pittore non affida la comunicazione al pathos, ai segni della violenza atroce che Gesù ha sofferto, ma all’Amore che domina evidente tra i due protagonisti. Maria affianca Gesù in un atteggiamento orante verso il Figlio, il giovane viso segnato dalla sofferenza. Sembrano sostenersi insieme, sorretti da un dialogo amoroso e trepidante in cui l’uno si dà all’altro. Sulla croce, che gli grava sulle spalle, Gesù salirà per tutti gli uomini e da lì donerà Sua Madre a Giovanni, il discepolo prediletto. Prestare attenzione, in questo periodo così difficile e denso di drammi personali e sociali a immagini che rappresentano gli ultimi momenti della vita di Gesù, la Sua passione e morte, può costituire un gesto importante attraverso cui esprimere la domanda di senso che attraversa, anche inconsapevolmente, il nostro tempo. Chi è questo Gesù che porta la croce e cosa ha da dire la Sua Croce alla croce che tanti portano con fatica, talora con smarrimento, spesso nell’indifferenza di chi, ingannato dalla paura di pensare seriamente al mistero del dolore, si volge dall’altra parte? La croce è stata portata da un uomo che ha detto di essere la Via, la Verità e la Vita e che ha proclamato la Verità nell’Amore. Un uomo venuto per far conoscere l’Amore di Dio, Suo Padre. “Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che paga di persona, non quello che vorrebbe servire Dio mediante la violenza”. Al tempo di Gesù tanti aspettavano una soluzione all’ingiustizia dei tempi e all’oppressione ed erano disposti all’uso della forza. “ In realtà, è impossibile interpretare Gesù come violento: la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’anticristo. La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza”(1). Gesù che porta la croce induce a pensare alla verità di noi, della nostra vita che grida un senso. “Continua a cercare. Ma che cosa? Forse ho cercato abbastanza. Ho cercato fra tante verità. Tuttavia queste cose possono maturare soltanto così. Filosofia... Arte... La verità è ciò che infine viene a galla come l’olio nell’acqua. In questo modo la vita ce la svela... a poco a poco, in parte, ma continuamente. Inoltre essa è in noi, in ogni uomo. Ed è qui appunto che essa è vicina alla vita. La portiamo in noi, è più forte della nostra debolezza... Ed è così in uno, in due, in cento uomini. Che cos’è la verità? Dove si trova? La vita è fatta di uomini attraverso i quali essa scorre ampiamente e alla foce si incontra con una nuova luce che da loro emana. Sì, sì... esistono uomini uniti alla Verità, i quali non si allontanano dal suo cammino, ma grazie a un equilibrio interiore rimangono tra le sue braccia.” (2) Maria ci aiuta a restare tra le braccia della Verità. Lei che ha accompagnato Gesù sulla via della Croce, ci porta a Suo Figlio, Dio fatto Uomo: il “Tu, in cui ognuno trova il suo spazio” (3).
Note
(1) Benedetto XVI, Angelus 11 marzo 2012
(2) Karol Woytyla, Fratello del nostro Dio;
(3) Karol Woytyla, Pellegrinaggio ai luoghi santi