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Il cielo di gennaio e il silenzio

Fonte:
CulturaCattolica.it

Qualche giorno di sole e di limpido cielo ci è stato regalato anche in questo mese di gennaio. La nebbia e il grigiore padano si sono colorati di un azzurro intenso che giunge sempre come un dono benedetto. È più facile respirare, affrontare la furia delle giornate, quando il sole splende. Osservare il cielo è salutare, benefico, sempre. Sarà perché siamo fatti per il cielo, anche se noi, facilmente, ci facciamo chiudere nel limite della terra? Siamo quasi sempre preoccupati di ciò che passa, dell’effimero apparire. Così raro è lo sguardo profondo, che penetra la scorza delle sembianze. E altrettanto rara è la profondità della parola, di norma concepita come strumento di una pura comunicazione informale. Eppure, “l’uomo non può accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità e condividiamo questo profondo anelito.” L’ha ricordato il Papa, la cui voce oggi, più di tutte, richiama l’uomo perché prenda consapevolezza della sua natura, della sua inquietudine e del suo vero bisogno per poter anche confrontarsi con la risposta che gli viene incontro. Solo le esigenze fondamentali di verità, giustizia, bellezza, amore, inscritte nel nostro cuore, possono porre un argine allo scetticismo dominante, caratteristico di un pensiero debole. Anche la poesia ci aiuta a sollevare lo sguardo, ci avvicina alla verità. Come recita il grande poeta Mario Luzi in un suo testo: Alla vita. “… Amici dalla barca si vede il mondo/ e in lui una verità che precede/ intrepida, un sospiro profondo dalle foci alle sorgenti; / [la verità sta prima delle cose, è come un alito vitale che le attraversa e dalla barca, dalla poesia, la si vede meglio] la Madonna dagli occhi trasparenti/ scende adagio incontro ai morenti,/ raccoglie il cumulo della vita, i dolori/ le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita./ [nulla va perso quando la realtà è abitata da una Presenza, qui evocata dalla Vergine Maria] Le ragazze alla finestra annerita / con lo sguardo verso i monti/ non sanno finire d'aspettare l'avvenire/ [l’attesa e la speranza sono caratteristiche del cuore giovane che guarda al futuro]. Nelle stanze la voce materna/ senza origine, senza profondità s'alterna / col silenzio della terra, è bella e tutto par nato da quella [la voce della madre è eco dell’origine dell’uomo e porta in sé una bellezza]”. La poesia nasce dal silenzio, da uno sguardo accorto e profondo. “Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami .… spesso l’uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte”. Non c’è risposta più assurda di quella a una domanda che non si pone, diceva il teologo protestante Niebuhr. “Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti”. L’azzurro del cielo di gennaio ci invita al silenzio, spazio di una domanda a Chi ci dona tanta bellezza.

(le citazioni sono tratte dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLVI giornata mondiale delle comunicazioni sociali”)

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