Manuel e Sabrina: le statuine dell'Offerta e della... Pazienza.
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Lo trovo nella chiesa della Madonna della Navicella al termine di una giornata di lavoro. Una fredda penombra avvolge la chiesa, se non fosse per quel palco luminoso avvolto da teli rossi che cela un caldo cantiere all'opera. Lui è Manuel, operaio al petrolchimico di Marghera, sposato con Sabrina, mio ex studente diventato presepista.
Come nasce oggi un presepista? Che sfida è quella di dedicare infinite ore a costruire un manufatto artistico che deve essere pronto per la mezzanotte di Natale e disfatto qualche settimana dopo l'Epifania? C'è una nonna all'origine di tutto: con infinita cura lo preparava a casa per i figli; c'è un papà che ha preso sul serio la tradizione e un figlio che ha imparato guardando, come negli antichi squeri il maestro d'ascia, fino a diventare più grande del maestro. C'è una madre che non ne può più di un presepe che lievita ogni anno, fino a che la casa non lo contiene e bisogna andare in un luogo più grande, la chiesa della Madonna della Navicella per esempio.
Manuel è lì seduto nella penombra che guarda lo scenario ancora incompleto, mentre il suo aiutante Alessandro, un piccolo Einstein dell’elettrotecnica, sta provando le stelle e la luna, la comparsa della cometa e poi la chicca di quest'anno: l'effetto neve! É un piccolo momento di sosta, bisogna pur guardare ciò che si è fatto, vedere come cresce la creatura. Perché di una creatura si tratta: è qualcuno che sta per nascere e tutto deve essere pronto con la stessa trepidazione. Quest'anno poi c'è stato un calendario d'avvento che raccontava tutti i presepi fatti negli anni e sembravano cartoline della nostra città e venivano venduti per raccogliere adozioni internazionali Avsi. Sarà questa la richiesta anche di quest’anno.
Manuel li ha portati anche al petrolchimico e li ha comperati gente che mai avrebbe immaginato. Lui è un turnista, stamattina è partito alle quattro tra le brume della laguna per arrivare ai fumi del petrolchimico (lo scorso anno hanno perso un amico sul lavoro, si chiamava Romeo e aveva due bambini). Alle tre del pomeriggio era in chiesa senza passare per casa e mi mostra il suo zainetto da lavoro per convincermi, ma non ce n'è bisogno.
Adesso sono le otto di sera e Sabrina viene a prenderselo in chiesa. Entrambi mi raccontano della gente che lo scorso anno era commossa fino alle lacrime dopo aver visto la nascita nel presepe. Sì, perché c'è anche la traccia sonora di Nativity: mentre si illumina la cometa, Giuseppe bussa a tutte le porte, Maria trascolora divinamente affranta. Al primo vagito del Bambinello si illumina il portico dove accade il fatto. E la gente Lo vede farsi carne nella sua Chioggia "guarda guarda dove gera la barca de mio zio Gigi, coi squeri dadrio", vicino a una cucina economica con gli stessi arnesi di una volta, ricostruiti perfettamente .
Sabrina mi dice che la tregua è molto breve: subito dopo Natale ricomincia la preparazione per il presepe dell'anno successivo. E Manuel mi dice che, già facendo questo, intravede le idee per il prossimo. È come essere sempre in avvento... Ma che lavoro è mai questo: sacrificare da gennaio a dicembre per tre quattro settimane di esposizione del presepio, lavorare perché la gente veda un Altro e non te che hai lavorato, cercato, preparato questa bellezza.
Mi viene in mente che Giuseppe ha fatto la stessa cosa: ha preparato la nascita di Gesù perché gli altri, i pastori, i Magi, noi lo contemplassimo. Ecco, Manuel - Giuseppe ha lavorato così con l'amico Alessandro e una donna paziente.
Se dovessi pensare a una statuina per Manuel e Alessandro penserei all' Offerta. L'Offerta è una statuina che porta, offre qualcosa al Bambinello: prodotti della terra, o panni e fasce, una pecorella o una gallina. Lui, il nostro Manuel - Giuseppe, offre l'intero presepe, la sua perizia (è un perito edile, lui), le statuine più belle che va a scegliersi direttamente a Napoli. Manuel guarda sua moglie che non ha fretta di tornare a casa: "Nel mio presepe sarebbe la statuina della Pazienza..." mi dice sorridendo e io capisco che il presepe é diventato l'offerta della loro vita.