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Di nuovo Natale

Fonte:
CulturaCattolica.it
Non ci sono regali, gingol, trucchi o inganni, il Natale o è la nascita di un Dio fatto uomo o non è

Questo più che mai è un Natale di renne e Babbi Natale. I supermercati sono pieni di fiocchi rossi, palle giganti piene di neve di polistirolo, renne con il muso un po’ ebete che “fanno colore”, Babbi Natale che distribuiscono caramelle e batticuore per i più piccini.

“Il Natale non si sente più” dice la gente.
Lo ripetono come un mantra, come quel “non esistono più le mezze stagioni”.

“Il Natale non si sente più”, come fosse solo un profumo, di mandarini e torrone, sorriso sincero di bimbi, non date la colpa al consumismo, alla frenesia da shopping, la crisi ha messo il freno anche a questo, ma il Natale “non si sente più”, non date la colpa alle luminarie che distraggono la mente dal vero senso della festa, quest’anno sono più sobrie eppure, “il Natale non si sente più”

E noi smarriti non sappiamo attribuire un nome a questa mancanza, nulla riempie questo vuoto che attanaglia il cuore, nemmeno una carta di credito illimitata potrebbe placare questa sete di senso.

Per un po’ siamo andati avanti per così dire “per tradizione”, si scartavano le statuine di gesso riposte nella carta da giornale, si addobbava l’albero perché le luci del Natale creassero l’atmosfera a noi cara, si mandavano biglietti d’auguri con la Sacra Famiglia, “Buon Natale” diceva la gente salutandosi dopo la Messa di mezzanotte, si faceva per tradizione, vivendo meccanicamente di gesti ripetuti, già vissuti. Poi la quotidianità diceva altro, la vita diventava una voragine capace di dimenticare il senso delle cose.

Con il passare del tempo, l’effetto “volano” si è esaurito , non è un male, se siamo onesti con il nostro cuore questo ci obbliga a ridare un nome alle cose, a interrogarci sul perché di questo “vuoto” che nulla sa riempire. Non ci sono regali, gingol, trucchi o inganni, il Natale o è la nascita di un Dio fatto uomo o non è.

Solo degli stupidi e presuntuosi possono credere di bastare a se stessi, di poter fare a meno del NATALE, di quel Dio che abbraccia tutta la nostra umanità, la nostra debolezza, il nostro limite, la nostra incoerenza, amandoci come una madre sa amare, incondizionatamente.
La tristezza che è in noi, quel desiderio di qualcosa cui nemmeno sappiamo attribuire un nome è una grande opportunità, non censuriamola, la vita non è una teoria, la vita la impari nel concreto.

E’ nel concreto che abbiamo smarrito il Natale.
Nessuno che nel dare il bacio della buonanotte ai figli ricordi più che Gesù Bambino protegge il sonno dei bimbi, che facendo progetti sia consapevole che si realizzeranno “a Dio piacendo”, perché i giorni e le ore non sono dell’uomo ma di Dio, che riconosca che la tristezza e la malinconia dei nostri figli non va addomesticata ma abbracciata, come l’occasione offerta loro per cercare risposte alle domande della vita.

E’ Natale! Un’occasione ri-offerta a tutti noi, di stringere tra le mani quel bambino, di sentirci nuovamente figli, accolti, riabbracciati, perdonati, pronti a rialzarci e ricominciare.

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