I lettori ci scrivono
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Carissimo don Pierre,
come posso non ricordarti? Anzi, mi vieni spesso in mente. Ho letto il tuo articolo e mi viene in mente il Pierino Gheddo di 30-40-50 anni fa che scriveva due-tre volte la settimana su Avvenire, spesso per contrastare e denunziare quelli che esaltavano il Concilio Vaticano II attaccando il Papa o la dottrina cattolica. Mi sono attirato una solida antipatia in certi ambienti, ma oggi, a 82 anni suonati, ho cambiato registro. Sono d’accordo con quanto scrivi, ma quando vedo qualcosa del genere di quel che scrivi, prego per lui e se mai vedo di scrivere cose positive. Oggi ad esempio, c’è un mio articolo su “Avvenire”, ma scrivo sul mio Sito internet e sull’agenzia Zenit il mio Blog e i testi per Radio Maria (parlo tutti i mesi) e poi rispondo quando mi chiedono qualcosa. Cioè in genere non polemizzo più. Dopo il volume “Meno male che Cristo c’è” (che ti mando in omaggio a parte), adesso sto scrivendo la biografia del Beato Clemente Vismara, che penso valga molto di più per far conoscere e amare la missione alle genti.
Ciao, carissimo, prego per te e tu prega per me. Di salute sto bene, ma il mio male è che dopo gli 80 diminuiscono le forze e qualche piccolo acciacco ti fa soffrire. Poi penso a Gesù in Croce e a tanti missionari che soffrono molto più di me e allora ringrazio il buon Dio che mi dà questa salute! Un abbraccio fraterno dal tuo padre Piero Gheddo
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Vorremo con la presente lettera augurare a Mons. Brambilla buon lavoro e le più sentite felicitazioni per il suo nuovo incarico come Vescovo di Novara.
La sua competenza ed il suo spessore accademico e culturale sono testimoniati dai suoi numerosi interventi in ambito teologico e pastorale, dalle responsabilità finora ricoperte, che gli consentiranno, siamo certi, di fare bene nella nuova diocesi.
La diocesi di Novara è tra l'altro la diocesi di Antonio Rosmini che metteva al centro della sua opera la "carità intellettuale" e ci sembra quindi appropriata la decisione del Papa per questa nomina. Cogliamo l'occasione per ringraziare Mons. Brambilla anche per il suo lavoro svolto nella diocesi di Milano come Vescovo ausiliare di Milano e Vicario per la cultura.
Luca e Paolo Tanduo
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Leggo lo sfogo di don Pierre Cabantous e, da credente, ne condivido il dolore. Effettivamente scegliere come e dove informarsi, anche limitatamente al campo della fede, è un lavoro piuttosto arduo.
Ma non è una novità: il mondo è sempre stato pieno di falsi cristi e falsi profeti, anche dentro la Chiesa. Io, in casa, possiedo parecchi volumi del Priore di Bose, andai lì in visita tanti anni fa, ricevevo il loro bollettino e ho mandato anche (poche e piccole) offerte.
Mi piacevano i suoi libri di un tempo e alcuni li ho riletti più volte. Ed è per me una grande amarezza constatare che il biblista preciso e toccante si sia lasciato corrompere dalla moda ideologica. Sembra quasi una presa in giro: quando il vangelo di Marx, ha dimostrato tutto il suo inganno (1989), quando era il momento privilegiato per annunciare che il Vangelo di Gesù è scritto per la felicità di ciascuno di noi e non è una dottrina politica, tutti questi profeti hanno cominciato a dire: “ora aiutiamo noi Dio a costruire il suo regno in terra, noi che abbiamo capito tutto”. Poverino Dio, ha bisogno che noi gli facciamo il suo regno? Che traduciamo in referendum, in leggi, in bandiere la sua buona notizia?
E così hanno cominciato a usare il Vangelo come attaccapanni per tutte le mode del momento. Ma si rendono conto questi signori che citare il Vangelo per la lotta politica significa farne uno strumento di potere? che Gesù Cristo ha accuratamente evitato ogni coinvolgimento nelle lotte politiche? Che non parteggiava né per i Sadducei (la destra?) né per gli Zeloti (la sinistra estrema...)? facciano le loro lotte ma non come uomini di Chiesa e soprattutto non col Vangelo in mano.
Si rendono conto questi opinionisti che Gesù ha pesantemente sgridato Pietro e gli altri quando gli suggerivano l’applicazione politica del suo annuncio?
Il Vangelo che io leggo è stato scritto per me. Quando lo leggo devo cercare di capire cosa Dio ha fatto per me, sentire che non sono condannato all’oblio e solo come conseguenza decidere cosa devo fare io.
Il Vangelo è assolutamente indipendente dalle circostanze e dai progetti storici di un momento. Altrimenti come fa a essere Parola di Dio? Dio dovrebbe continuare a scrivere perché la situazione storica cambia continuamente. Il Vangelo racconta un fatto preciso ma il suo valore è eterno e non vuole essere ridotto a sostegno o a protesta per la forma di governo o di economia o di tecnologia che abbiamo oggi. Il Vangelo mi annuncia il mio fine, non è il mio strumento.
Io però non penso sia possibile reintrodurre l’Index: aveva senso in una società di analfabeti. Possiamo però, in positivo, rinnovare l’uso dell’Imprimatur, spiegando ai fedeli che devono distinguere quanto è approvato da tutto il resto, che non è necessariamente negativo. Certo che, se persino i libri del Papa hanno errori di stumpa (!) chi si occupa dell’imprimatur va scelto ben bene...
Possiamo spiegare ai fedeli che è (purtroppo) normale che ci siano falsi cristi e falsi profeti. Possiamo, per non cadere in depressione, citare le tante eresie e i tanti movimenti falsamente ispirati del passato. Possiamo ricordare che S. Francesco più o meno proponeva le stesse cose di fra Dolcino con la fondamentale differenza che San Francesco la carità la praticava lui mentre l’altro la pretendeva dagli altri. Uno è santo. L’altro eretico. E’ molto importante spiegare a quelli delle bandiere che S. Francesco non voleva assolutamente creare un movimento. Il “vieni e seguimi” doveva bastare per tutti.
Possiamo anche ricordare che ci sono stati parecchi antipapi. Ma la barchetta naviga naviga...
Possiamo soprattutto rifarci al Vangelo (altrimenti che Nuova Evangelizzazione è?). Leggerlo, spiegarlo. Dobbiamo spiegare ciò che Dio ha fatto per noi, più che spiegare cosa noi dovremmo fare per Lui (!). E’ più sicuro da errori ed è il vero mandato di Gesù ai miracolati e ai convertiti. Una volta ho fatto notare al mio parroco che il Vangelo della Passione è in assoluto il meno spiegato in chiesa. Paradossale no? eppure i riti della Settimana Santa, (lavanda dei piedi, lettura integrale della Passione, veglia di Pasqua, battesimi...) occupano così tanta parte della liturgia e il prete sembra avere così tante cose da fare e da dire che io, in cinquant’anni, quasi mai ho sentito parlare del Getsemani, dell’arresto, della fuga di tutti, dei tre processi, del Cireneo, delle parole sulla croce. Perfino del fatto della resurrezione si parla poco.
Per fortuna mia non vado solo a messa...
Paolo Melacarne