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Trasformati dalla carità

Fonte:
CulturaCattolica.it

E’ un dato evidente quanto sconcertante. Per la nostra stampa certi eventi non esistono, anche se vedono il concorso di vere e proprie folle. Così è stato per la GMG a Madrid; così per il convegno internazionale organizzato dal Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione in cui è intervenuto Benedetto XVI. Era lo stesso giorno della manifestazione “globale dei cittadini”, protesta sfociata nella violenza. Della seconda si sono riempite pagine di giornali, della prima non si è saputo quasi nulla. Anche stavolta non si è smentito il detto: “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. La libertà di chi protesta vale di più della libertà di chi si impegna a costruire? Anche l’uccisione di padre Fausto Tentorio, missionario del PIME in un’isola del sud delle Filippine dove da 32 anni era a fianco degli indigeni, è passata sotto silenzio. Ci si limita al dovere della notizia, ma non c’è traccia del dovere della riconoscenza, di un tributo di stima per chi sacrifica tutto per vivere una vocazione, per testimoniare agli ultimi della terra l’Amore Misericordioso di Dio Padre contribuendo al bene di tutti. Domenica piazza san Pietro era gremita di fedeli raccolti per la canonizzazione di tre beati: Guido Maria Conforti, Luigi Guanella, Bonifacia Rodriguez de Castro. Tre nuovi Santi “che si sono lasciati trasformare dalla carità divina e ad essa hanno improntato l’intera loro esistenza”. Anche questo non ha fatto notizia. Folle che non protestano non attirano l’attenzione. Questo potrebbe indurre alcuni a pensare che il male, in tutte le sue forme, l’evento negativo, incida maggiormente sulla storia ma, se ci pensiamo, è il contrario. Nell’intervento al convegno sulla Nuova Evangelizzazione, il Papa ha fatto un preciso riferimento a questo tema. Se è vero che l’uomo contemporaneo è spesso confuso, incapace di trovare risposta agli interrogativi che agitano la sua mente e il suo cuore, pertanto sempre insoddisfatto, è però innegabile, ha detto il Papa, che l’uomo non riesca a vivere nella sola dimensione orizzontale. In una situazione in cui il cristianesimo viene rifiutato come retaggio di un passato che non si comprende più, “possiamo ancora affermare con certezza, come agli inizi del Cristianesimo, che la Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi. Perché? Innanzitutto perché la “forza della Parola non dipende anzitutto dalla nostra azione, dai nostri mezzi, dal nostro “fare”, ma da Dio, che nasconde la sua potenza sotto i segni della debolezza, che si rende presente nella brezza leggera del mattino (cfr 1Re19,12), che si rivela sul legno della Croce”. Un paradosso che non dobbiamo mai dimenticare. Così come non dobbiamo dimenticare che “nel mondo continua ad esserci terreno buono” e che “anche in mezzo a indifferenza, incomprensione e persecuzione, molti continuano anche oggi, con coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere l’invito di Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli. Non fanno rumore, ma sono come il granellino di senape che diventa albero, il lievito che fermenta la pasta, il chicco di grano che si spezza per dare origine alla spiga”. Siamo anche noi uno di questi chicchi di grano? Ci sono chieste responsabilità e coraggio, uno sguardo capace di penetrare l’apparenza del vuoto soffocante che sembra dominare. Partecipi della Grazia che opera nella storia umana, ricordarci che “Il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio”.

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