Abortire a 11 anni
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La cronaca in questi giorni ci parla di un grave fatto: una 11enne di Reggio Emilia ha ricevuto il consenso dal Tribunale dei minori per abortire. Le cronache riportano che la ragazzina ha avuto la possibilità di scegliere cosa fare, ma siamo sicuri che ad 11 anni una ragazzina sia in grado di comprendere fino in fondo un tale gesto? Le avranno spiegato qualcosa di quella vita umana che portava in grembo? Le avranno detto i rischi a cui andava incontro?
Le conseguenze dello Stress post-aborto si ripercuotono sulla madre: si registrano depressione, stati ansiogeni, incubi notturni, difficoltà cognitive e relazionali, difficoltà sessuali, idee di suicidio. Un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry ha rilevato che le donne che si sono sottoposte ad aborto hanno avuto un incremento di rischio dell’81% di problemi di salute mentale, lo studio ha riguardato 877.181 donne, delle quali 163.831 hanno abortito. La ricerca ha rivelato che l’aborto era associato ad un incremento di rischio del 34% di disturbi d’ansia; ad un incremento di rischio del 37% di depressione; ad un incremento di rischio del 110% di abuso di alcol. L’aborto è collegato ad un incremento di rischio del 155% di suicidio o tentato suicidio. Tutti questi fattori di rischio sono notevolmente più alti nelle minorenni.
Se è vero che per una ragazzina così giovane sarebbe difficile accudire il bambino, è vero anche che la creatura può essere fatta nascere ed affidata ad altri; certo a quanto abbiamo capito dai giornali la situazione familiare della ragazza era già difficile, e quindi forse sarebbe stato opportuno consigliare di cedere in adozione il bambino. Ci si preoccupa delle conseguenze e dell'impatto di avere un bambino a 11 anni, ma non ci si interroga sulla sempre più prematura età del primo rapporto sessuale nei giovani. Perché forse oggi in una società che tende a separare l'atto sessuale da quello procreativo conviene ricominciare invece proprio a reinsegnare che questo legale esiste e comporta la responsabilità. Perché si continua a non vedere che non sono i contraccettivi la soluzione, come dimostra per esempio la drammatica situazione nel Regno Unito? Perché non riflettiamo sui drammatici numeri del tasso di abortività nel Nord Europa: il tasso di abortività (numero delle IVG per 1000 donne in età feconda) per le minorenni è 4.4 in Italia (Elaborazioni su dati Istat), per le donne di età inferiore a 20 anni abbiamo un tasso di abortività pari a 6.9; in Europa purtroppo è molto peggio con tassi di abortività tra le minorenni pari a:
INGHILTERRA E GALLES (2009) 23.0,
SPAGNA (2009) 12.7,
SVEZIA (2009) 22.5,
FRANCIA (2009) 15.2,
GERMANIA (2008) 5.0.
I numeri in merito all'aborto nelle minorenni in Italia ci dicono che questo dato è sostanzialmente costante dai dati dell'ultima relazione del Governo: nel 2009 gli aborti di minorenni in Italia sono stati 3127 tra le donne italiane e 592 tra le donne straniere, pari al 3.2 % degli aborti totali (sempre tantissimi: 118579 nel 2009), in 242 casi si trattava di ragazzine con meno di 15 anni. Ma chi dà il permesso per l'aborto di una minorenne? I dati dicono che l'assenso per l'intervento è stato rilasciato nel 72.9% dei casi dai genitori e nel 25.9% dei casi vi è stato il ricorso al giudice tutelare. Perché non apriamo una discussione sul fatto che troppo spesso i giudici tutelari favoriscono la soluzione dell'aborto per le minorenni, invece di favorire la rimozione delle cause che lo suggeriscono, e invece di accompagnare e affiancare queste ragazzine con figure professionali e in un ambiente protetto? Perché non educare le famiglie ad accompagnare le ragazze nella scelta che forse a prima vista può sembrare più difficile, ma in realtà è anche la più naturale, cioè quella di tenere il bambino? Forse si dà per scontato che è diventato naturale abortire, ma se fosse così saremmo proprio in un pessimo clima culturale.